“La morte vera è quella dell’anima: di questa dobbiamo avere paura!”. Lo ha detto papa Leone XIV nell’udienza generale, in cui ha ripreso il ciclo di catechesi dell’Anno Giubilare, “Gesù Cristo nostra speranza”, meditando ancora “sulle guarigioni di Gesù come segno di speranza”.
“Una malattia molto diffusa nel nostro tempo è la fatica di vivere: la realtà ci sembra troppo complessa, pesante, difficile da affrontare – ha detto il Pontefice -. E allora ci spegniamo, ci addormentiamo, nell’illusione che al risveglio le cose saranno diverse. Ma la realtà va affrontata, e insieme con Gesù possiamo farlo bene. A volte poi ci sentiamo bloccati dal giudizio di coloro che pretendono di mettere etichette sugli altri”.
“A volte anche noi possiamo essere vittime del giudizio degli altri, che pretendono di metterci addosso un abito che non è il nostro. E allora stiamo male e non riusciamo a venirne fuori”, ha detto ancora. Ma “ogni volta che facciamo un atto di fede indirizzato a Gesù, si stabilisce un contatto con Lui e immediatamente esce da Lui la sua grazia. A volte noi non ce ne accorgiamo, ma in modo segreto e reale la grazia ci raggiunge e da dentro piano piano trasforma la vita”.
Secondo papa Leone, “forse anche oggi tante persone si accostano a Gesù in modo superficiale, senza credere veramente nella sua potenza. Calpestiamo la superficie delle nostre chiese, ma forse il cuore è altrove”.
E infine Prevost ha invitato a domandarsi: “quando i nostri ragazzi sono in crisi e hanno bisogno di un nutrimento spirituale, sappiamo darglielo? E come possiamo se noi stessi non ci nutriamo del Vangelo?”.
“Nella vita ci sono momenti di delusione e di scoraggiamento, e c’è anche l’esperienza della morte – ha concluso il Papa -: andiamo da Gesù: Lui può guarirci, può farci rinascere. Lui è la nostra speranza.
“In questi giorni i vescovi, i sacerdoti e i seminaristi celebrano il loro Giubileo.
Sosteniamoli nella loro vocazione e preghiamo per loro perché possano essere pastori secondo il Sacro Cuore di Gesù”. Lo ha detto papa Leone XIV salutando i pellegrini di lingua tedesca.
In Iran, Israele e Palestina “si curino le lacerazioni provocate dalle sanguinose azioni degli ultimi giorni, si respinga ogni logica di prepotenza e di vendetta, e si scelga con determinazione la via del dialogo, della diplomazia e della pace”, ha detto il Papa.
“Continuiamo a seguire con attenzione e con speranza gli sviluppi della situazione in Iran, Israele e Palestina – ha affermato il Pontefice -. Le parole del profeta Isaia risuonano più che mai urgenti: ‘Una nazione non alzerà più la spada contro un’atra nazione, non impareranno più l’arte della guerra’. Si ascolti questa voce che viene dall’Altissimo!”
“Domenica scorsa è stato compiuto un vile attentato terroristico contro la comunità greco ortodossa nella chiesa di Mar Elias a Damasco”, ha ricordato papa Leone XIV al termine dell’udienza generale. “Affidiamo le vittime alla misericordia di Dio ed eleviamo le nostre preghiere per i feriti e i familiari”, ha affermato. “Ai cristiani del Medio Oriente dico: vi sono vicino, tutta la Chiesa vi è vicina!”.
Secondo Prevost, “questo tragico avvenimento richiama la profonda fragilità che ancora segna la Siria dopo anni di conflitti e di instabilità”. E’ quindi “fondamentale che la comunità internazionale non distolga lo sguardo da questo Paese, ma continui a offrirgli sostegno attraverso gesti di solidarietà e con un rinnovato impegno per la pace e la riconciliazione”.
Foto: Vatican Media