Ancora oggi, tra le valli del Parma e dell’Enza, troviamo le tracce degli antichi percorsi che salivano verso il crinale per valicare l’Appennino collegandone i versanti – oppure unendo, a più corto raggio, le valli laterali. Da queste vie passavano merci e mercanti, idee e pellegrini in transito verso Roma. Oggi quelle stesse vie ci accompagnano in uno straordinario viaggio nel tempo.
L’itinerario
A fine anno 2016, l’Azienda di Promozione Turistica regionale ha accolto la proposta del Gruppo locale Assapora Appennino di riconoscere ufficialmente il percorso storico che raggiunge la Toscana attraverso il Passo del Lagastrello. Un Cammino che porta il nome di Via di Linari, lo stesso dell’ Abbazia i cui resti ancora testimoniano la grande importanza rivestita nel passato. Tra le vie del pellegrinaggio, oltre la ben nota Francigena identificata dall’itinerario di Sigerico che la percorse nel X secolo, sono diversi i percorsi che solcano gli appennini per raggiungere Roma o la più vicina Lucca per l’adorazione del Volto Santo, un crocifisso ligneo realizzato nel pieno medioevo.
Dalla tappa XXXVI dell’itinerario del vescovo di Canterbury, Borgo San Donnino (Fidenza) si giungeva a Parma lungo la Via Emilia arrivando alla chiesa di Santa Croce (TAPPA 1).
Da qui, sia lungo la Val Parma che la Val d’Enza, sono molte le fondazioni religiose e le tracce che raccontano di un itinerario che valicava gli Appennini, come la presenza dell’Abbazia di Linari e il suo sistema di dipendenze lungo la valle. Seguendo e osservando le testimonianze del medioevo, sul territorio emergono le relazioni fra Matilde di Canossa, i suoi vassalli delle terre alte e il monastero di San Basilide di Cavana, in Val Parma. A partire dal XIII secolo, il percorso ben descritto negli Statuti venne utilizzato dalla città di Parma come una delle vie di approvvigionamento del sale in città, lasciandoci così una testimonianza preziosa del suo tragitto.
L’antica strata de Ulmazolis et de Linari lasciava la città di Parma e la via Emilia per puntare a Sud, lungo quella linea retta che già avevano tracciato gli agrimensori romani per organizzare la pianura. In prossimità del Pilastro sorgeva l’Ospedale degli Olmazzoli, il cui toponimo si è conservato nel grande fondo agricolo che costeggia la strada di Langhirano. Arrivati poi a Torrechiara (TAPPA 2) si proseguiva verso l’importante centro di Badia Cavana (TAPPA 3) e, imboccando la Val Parmossa, guadagnava, passando per la Costa e Tizzano (TAPPA 4) la Valle dell’Enza.
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