Ripercorrere le orme di don Bosco. Per Don Egidio Deiana, salesiano del Don Bosco di Asti, che segue da vicino l’iniziativa delle camminate monferrine riproposte a oltre un secolo e mezzo di distanza «è un’opportunità formativa per pellegrini a piedi, in bici o in auto sui passi del santo. Ma anche per amici di Don Bosco, per gruppi giovanili MGS e parrocchiali, per camminatori, escursionisti, gruppi familiari… ripercorrendo le strade percorse dal Santo dei Giovani in Monferrato. Per rivivere un momento spirituale in luoghi dove lui l’ha proposta e vissuta con i suoi giovani e con la gente del posto (S. Messa, rosario, preghiera), gustando l’ospitalità e le risorse di paesi dove lui ha sostato, incontrando un territorio con storia e cultura e valori sempre attuali da Roma al Medioevo al Marchesato monferrino, che aveva spinto Don Bosco ad un’impresa per quell’epoca decisamente impegnativa, ma se l’ha fatta vuol dire che per lui ne valeva la pena».
Poiché il sacerdote nei suoi passaggi ha lasciato una traccia formidabile, si vuole far rivivere l’esperienza “di apostolato e di animazione” vissuta a suo tempo dai giovani di Don Bosco. Un’ esperienza di visita insieme alle persone del paese visitato e anche per gustare l’offerta di iniziative formative di vario genere: culturali, ricreative, musicali, gastronomiche, sportive, religiose, spirituali, gite… Questo è il cammino Monferrino di Don Bosco.
«Il mondo è come un libro e chi non viaggia ne legge solo una pagina», dice sant’Agostino. Una Chiesa in uscita ovvero che va incontro, cammina, che non è statica o chiusa, consente a tanti di conoscere. L’idea del cammino è primigenia per la nostra fede è il modo scelto da Gesù per le sue predicazioni, egli si muoveva da un villaggio all’altro, seguito dai suoi discepoli, che apprendevano dietro al Maestro la sua stessa dottrina. Il giovane don Bosco già nel 1848 ideò le “passeggiate autunnali” camminando con piccoli gruppi che poi dal 1860 al 1864, diventarono più numerosi.
La meta era la Collina dei Becchi di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco) dove si sarebbe celebrata la santa messa in onore della Madonna del Rosario. Di organizzare nuove passeggiate lo chiedevano anche i parroci dei paesi che don Bosco di volta in volta attraversava ed anche i signori del luogo, che conoscevano, ammiravano e sostenevano il lavoro educativo che Don Bosco svolgeva a Torino per i giovani. All’epoca si era in pieno Risorgimento e dal 1854 la leva era obbligatoria per i figli maschi, ciò causò precarietà nelle famiglie contadine ricche di valori come e soprattutto la centralità della famiglia. In alcuni posti i renitenti si diedero al brigantaggio e questi giovani andavano recuperati. Le passeggiate di Don Bosco oltre ad essere aggreganti, giocose e catechetiche erano anche giovevoli al recupero sociale.
Ovunque Don Bosco andasse una straordinaria folla di popolo lo aspettava. La banda, i teatri, le solennità dei canti e del coro giovanile della chiesa esercitavano una grande attrattiva specialmente per la parola di Dio. Ciò trasformava le passeggiate in grandi missioni apostoliche, Don Bosco non perdeva occasione per predicare ed evangelizzare ritenendolo il suo dovere principale sull’esempio di San Paolo, che diceva: “Guai a me se non evangelizzo!” Le sue prediche sgorgavano dal cuore e subito dopo si disponeva a confessare. Attorno a lui i ragazzi dell’Oratorio preparavano il palco per il teatro, chi approntava i tavoli per la cena, qualche altro accompagnava suonando e cantando. Gli stessi giovani allegri e giocosi quando erano in chiesa si presentavano, composti, devoti, raccolti.
Ciò colpiva gli uomini del paese che a loro volta andavano ai piedi di Don Bosco per confessarsi e alla domanda: perché siete venuti? Rispondevano abbiamo visto i suoi giovani… Questo stesso esempio colpiva i ragazzi del paese e passavano dalla curiosità alla decisione di mettersi in grazia di Dio. Capitava anche che alcuni giovani si aggregavano e continuavano il cammino nei giorni seguenti fino a Torino. Oltre alla spiritualità e alla pastorale don Bosco era anche una perfetta guida culturale in tutti i campi storico, geografico, religioso, turistico, ecc. L’arrivo di Don Bosco e dei suoi ragazzi, in qualunque paese andasse, veniva annunciato dal suono delle campane e dalla banda giovanile di Don Bosco. Per rivivere quello stesso spirito si può ancora progettare un percorso-pellegrinaggio.
Il mondo Salesiano e i paesi coinvolti dal passaggio di Don Bosco, con il supporto del CAI di Asti e il GAL Basso Monferrato Astigiano vogliono dare visibilità a quell’esperienza del Santo dei giovani. Si ispirano ad una espressione di San Giovanni Paolo II: «Là dove passano i Santi, Dio cammina con loro: per chi li incontra niente è più come prima».Per i suoi ragazzi, per la gente, per il territorio. Oggi per chi, dopo di lui, avesse piacere di rifare la stessa esperienza, può rivolgersi per informazioni e contatti a:
camminomonferrinodb.al@gmail.com <mailto:egidiodeiana3@gmail.com> e info@colledonbosco.it
Testo tratto di Caterina Calabrese per Famiglia Cristiana