È morto Silvio Berlusconi. L’ex premier e presidente di Forza Italia, 86 anni, era stato nuovamente ricoverato venerdì al San Raffaele di Milano per l’aggravarsi della leucemia. L’annuncio da fonti vicine alla famiglia. Questa mattina i figli e il fratello Paolo erano accorsi in ospedale a distanza di pochi minuti, facendo crescere i timori sullo stato di salute del leader degli azzurri. Berlusconi, protagonista per trent’anni della storia italiana, è stato un’uomo dalle molte vite: imprenditore di successo, tycoon televisivo, dominatore nel mondo del calcio con le coppe vinte dal Milan, infine politico. Fondatore di Forza Italia che è stato a lungo il primo partito italiano, presidente del Consiglio per 9 anni, ha guidato quattro governi, è stato eletto per la prima volta in Parlamento il 27 marzo del 1994.
Dall’edilizia alle tv, un’ascesa lunga 60 anni
Inizia nel 1961, anno della laurea, la storia imprenditoriale di Silvio Berlusconi che fonda la Cantieri Riuniti Milanesi insieme al costruttore Piero Canali: il primo terreno viene acquistato per 190 milioni grazie alla fideiussione della banca Rasini (che salirà anni dopo agli onori delle cronache per le rivelazioni di Michele Sindona) nella quale lavora il padre Luigi. Dopo le prime esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera e come venditore porta a porta di scope elettriche, fonda la Edilnord. Da allora il suo impero cresce in maniera esponenziale, articolandosi in molti settori economici del Paese, dalla televisione all’edilizia, dall’editoria alle assicurazioni fino alla grande distribuzione.
L’inizio della carriera
Nel 1964 apre un cantiere a Brugherio per costruire una piccola città da 4.000 abitanti. A distanza di quattro anni nasce la Edilnord 2 di Lidia Borsani, cugina di Berlusconi, che acquista numerosi terreni a Segrate, dove sorge Milano 2. Nel 1973 viene fondata la Italcantieri con Silvio Berlusconi quale presidente. L’anno successivo viene costituita a Roma l’Immobiliare San Martino, amministrata da Marcello Dell’Utri, amico di Berlusconi fin dagli anni dell’università. Ed è proprio per i suoi successi imprenditoriali nel settore edile che il 2 giugno 1977 viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.
Gli affari si estendono. Nel 1978 inizia l’avventura nel settore della televisione. Rileva Telemilano, una televisione via cavo che operava dal 1974 nella zona di Milano 2. Due anni dopo Telemilano si trasforma in Canale 5, una rete televisiva a livello nazionale. Sempre nel 1978, Berlusconi fonda Fininvest, la holding che coordina tutte le attività dell’imprenditore. Nel 1982 il gruppo procede all’acquisto di Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e due anni dopo di Rete 4 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore. L’avventura televisiva rischia però di morire sul nascere, con l’oscuramento, nel 1984, delle tre reti da parte dei pretori di Torino, Pescara e Roma per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale. La situazione viene tuttavia risolta da un decreto ad hoc varato dal governo Craxi.
Il calcio
Il 1986 è invece l’anno dello sbarco nel mondo del calcio: il Gruppo Fininvest acquista il pacchetto di maggioranza del Milan e Silvio Berlusconi diventa Presidente della società, unica carica mantenuta anche al momento della fatidica ‘discesa in campo’ nella politica italiana. Dalla tv all’editoria, dove già era presente con Sorrisi e Canzoni tv, il passo è breve e nel 1990 acquisisce la Mondadori e l’Einaudi, innescando però un lungo e complicato scontro giudiziario, durato oltre 20 anni, con la Cir di Carlo De Benedetti: si tratta della famosa guerra di Segrate e dell’altrettanto noto Lodo Mondadori. Nel 1991, con la mediazione di Giuseppe Ciarrapico, Fininvest e Cir-De Benedetti raggiungono un accordo sulla spartizione dell’asset: la casa editrice Mondadori, Panorama ed Epoca passano alla Fininvest, che riceve anche 365 miliardi di conguaglio, mentre il quotidiano La Repubblica, il settimanale l’Espresso e alcune testate locali a Cir-De Benedetti. La causa civile (innescata dalla sentenza che accertò come la decisione del 1991 della Corte d’ Appello di Roma sfavorevole a De Benedetti fu in realtà comprata corrompendo il giudice estensore Vittorio Metta con 400 milioni provenienti da Fininvest), però, va avanti, e si conclude con la sentenza della Cassazione del 2013, che impone alla Fininvest di risarcire la Cir con un maxi-assegno da 494 milioni.
L’Europa
Nel corso degli anni l’impero di Berlusconi varca anche i confini italiani, diffondendosi in Europa, e si affaccia su tanti diversi settori. Nel 1986 il Cavaliere fonda in Francia La Cinq (chiusa nel 1992); in Germania, nel 1987, Tele 5 (chiusa nel 1992 e riaperta nel 2002); in Spagna nel 1990 nasce Telecinco. Nel 1988 acquisisce il gruppo Standa dalla Montedison e nel 1991 i Supermercati Brianzoli dalla famiglia Franchini. A distanza di dieci anni il Cav. scorpora e vende il gruppo Standa. Non manca il capitolo finanza e assicurazioni, con Mediolanum e Programma Italia. Il Berlusconi imprenditore, però, finisce ufficialmente nel gennaio 1994: con l’inchiesta Tangentopoli che ha travolto il sistema dei partiti tradizionale, il cavaliere annuncia il suo ingresso in politica. Si dimette da tutte le cariche ricoperte nel Gruppo Fininvest, tenendo per sé solo la presidenza dell’adorato Milan, e fonda Forza Italia.
Il suo ultimo investimento è stato l’acquisizione della società di calcio del Monza, che ha riportato in serie A, ma soprattutto ha mantenuto la quota del 61,21% di Fininvest che, oltre ad avergli garantito solo l’anno scorso 93 milioni di dividendi, gli ha assicurato sempre almeno l’ultima parola nelle vicende dell’impresa di famiglia. A partire dal braccio di ferro con Vivendi, durato oltre cinque anni e concluso con la vittoria del Biscione. Quella battaglia, vitale per il gruppo, Silvio Berlusconi l’ha condotta soprattutto insieme all’amico di sempre Fedele Confalonieri, mentre l’attuale sviluppo internazionale della parte televisiva, a partire dalla creazione dell’holding in Olanda MediaforEurope, l’ha affidato soprattutto al figlio Pier Silvio, amministratore delegato appunto di Mfe. Sarà lui, insieme a Marina presidente di Fininvest e Mondadori, a raccogliere definitivamente l’eredità del padre in un gruppo che dall’Italia guarda all’Europa.