Abbiamo lo sguardo sul Bambino Divino sdraiato nella mangiatoia. Una mangiatoia è una sorta di depressione bassa e aperta – un contenitore per nutrire gli animali domestici. Nel suo riposo infantile, Gesù desidera che la prima cosa che vediamo sia – non un’idea, non una “visione”, non un messaggio, ma – il sostentamento. Qui, nato per noi, è il Pane Quotidiano che lui stesso ci insegnerà a pregare per ogni giorno della nostra vita. È un sostentamento, non solo per i nostri corpi, ma per le nostre oscurità, i nostri dolori, la nostra depressione, le nostre paure, la nostra incapacità, la nostra mancanza. Viene da noi – non solo per essere conosciuto, o imparato, ma – per essere consumato.
Come ha detto così magnificamente Papa Benedetto XVI:
L’uomo, per vivere, ha bisogno del pane, del frutto della terra e del suo lavoro. Ma non vive solo di pane. Ha bisogno di nutrimento per la sua anima: ha bisogno di un significato che possa riempire la sua vita. Così, la mangiatoia degli animali divenne il simbolo dell’altare, sul quale giace il Pane che è Cristo stesso: il vero cibo per i nostri cuori.
Quello che succede in questo asilo nido mira a connetterci con la croce. Si dice che St. Francesco d’Assisi fece il primo presepe natalizio in modo che le persone vedessero con i propri occhi le difficoltà che Gesù subì da bambino. Dalle sue ferite siamo guariti.
Quando contempliamo nella fede il Bambino Gesù nella mangiatoia, possiamo afferrare ed entrare nel mistero di Cristo presente nell’Eucaristia con convinzione on-fire.
Ciò che mi ha attratto dal tuo corpo adulto – torturato, crocifisso e trafitto con una lancia – è stata la sua conformità al mio. O Cristo addolorato, nel quale mi cerco e nel quale mi trovo, dammi la grazia di fermarmi dalla tua mangiatoia, di appoggiarmi a lungo sul tuo Infinito Essere totalmente catturato in una piccola carne (François Mauriac).
Possiamo continuare a appoggiarci al Corpo di Cristo nella mangiatoia appoggiandoci vicino all’altare dell’Ultima Cena e al tabernacolo in preghiera.
La mangiatoia è anche una specie di mostra. Facciamo bene a vedere l’Oste Eucaristica aiutata da queste parole di Caryll Houselander: “L’Ospite sta riposando tra noi affinché Cristo possa operare il miracolo del suo amore in noi, cambiandoci quasi impercettibilmente in se stesso, affinché attraverso di noi, il suo amore possa vincere il mondo. (Aleteia).
Foto: ALBERTO PIZZOLI/AFP