Anche per le parrocchie e’ giunto il momento di stringere la cinghia e gli spazi, di fronte alla crescita dei costi dell’energia. Lo testimonia la Diocesi di Padova, che ha fissato in un breve documento alcune linee per aiutare le parrocchie ad affrontare il caro-bollette, senza dimenticarsi comunque delle esigenze dei poveri, dei servizi educativi e assistenziali (asili, Rsa) e del ‘fare comunita”.
Messe in spazi più contenuti
La nota, diffusa ieri, e’ stata firmata dal vicario generale della diocesi, don Giuliano Zatti, con alcune riflessioni sul tema, a partire anche dalle sollecitazioni di papa Francesco nell’enciclica “Laudato si'”. Tra i suggerimenti piu’ originali, quello di celebrare le Messe in “spazi piu’ contenuti e piu’ avanzati sul piano dell’efficientamento energetico, o gia’ riscaldati per altri motivi”, come cappelle, sale parrocchiali, “ove non vi siano grandi numeri”.
L’invito ai sacerdoti
I sacerdoti sono invitati, come scelta di vita personale, a “cercare, nelle case canoniche, di utilizzare solo gli spazi necessari e ideare forme concrete di fraternita’ nella condivisione dei pasti, o anche per l’ospitalita’ durante la notte”. L’idea e’ quella “di tenere insieme l’esigenza della partecipazione dei fedeli alla vita della comunita’ – prosegue don Zatti – a partire dalle celebrazioni liturgiche, di cui dobbiamo preservare la dignita’ e lo stile della festa, e il dovere di accoglienza e cura dei poveri, con l’attenzione a non sprecare e ad usare bene delle risorse di cui disponiamo”.
Valorizzare spazi già riscaldati
Tra indicazioni pratiche vi sono quelle di “ottimizzare i tempi e luoghi degli incontri e delle riunioni, valorizzando spazi gia’ riscaldati, favorendo il loro svolgimento anche presso famiglie disposte ad ospitare o nella casa canonica”. In caso di utilizzo dei locali per riunioni di condominio, feste o conferenze, non guasteranno “contributi adeguati a coprire i costi effettivi, rivalutati alla luce dei rincari”.
Chiedere aiuti alle amministrazioni pubbliche
La Diocesi padovana sottolinea infine la situazione delle scuole dell’infanzia e le Residenze per anziani, che “costituiscono un pubblico servizio che non si puo’ sospendere, se non in casi di forza maggiore”. Sara’ certo necessario chiedere alle amministrazioni pubbliche “aiuti straordinari, senza i quali le parrocchie, le congregazioni o gli altri enti gestori si vedranno costretti ad assumere scelte inevitabili. Non sara’, infatti, sufficiente l’appello alle famiglie e ai fedeli a sostenere i costi emergenziali. E’ auspicabile, comunque – conclude il documento – che si rivedano anche i contributi a carico delle famiglie”. (ANSA).