“L’ipocrisia e’ il pericolo piu’ grave, perche’ puo’ rovinare anche le realta’ piu’ sacre. Per questo il Battista – come poi anche Gesu’ – e’ duro con gli ipocriti (…), per scuoterli. Invece quelli che si sentivano peccatori ‘accorrevano a lui e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare'”. Lo ha detto papa Francesco all’Angelus della Seconda domenica d’Avvento, commentando il Vangelo sulla figura di Giovanni Battista: “uomo allergico alla doppiezza – lo ha definito -. Ad esempio, quando si avvicinano a lui farisei e sadducei, noti per la loro ipocrisia, la sua ‘reazione allergica’ e’ molto forte!”.
L’umiltà per accogliere Dio
Secondo il Pontefice, infatti, “per accogliere Dio non importa la bravura, ma l’umilta’ (…); bisogna scendere dal piedistallo e immergersi nell’acqua del pentimento”. E Giovanni, “con le sue ‘reazioni allergiche’, ci fa riflettere. Non siamo anche noi a volte un po’ come quei farisei? Magari guardiamo gli altri dall’alto in basso, pensando di essere migliori di loro, di tenere in mano la nostra vita, di non aver bisogno ogni giorno di Dio, della Chiesa, dei fratelli”. “E dimentichiamo che solo in un caso e’ lecito guardare un altro dall’alto in basso: per aiutarlo ad alzarsi”, ha osservato ‘a braccio’.
Un tempo di grazia
L’Avvento, quindi, “e’ un tempo di grazia per toglierci le nostre maschere e metterci in coda con gli umili; per liberarci dalla presunzione di crederci autosufficienti, per andare a confessare i nostri peccati e accogliere il perdono di Dio, per chiedere scusa a chi abbiamo offeso”. “Cosi’ comincia una vita nuova – ha sottolineato il papa -. E la via e’ una sola, quella dell’umilta’: purificarci dal senso di superiorita’, dal formalismo e dall’ipocrisia, per vedere negli altri dei fratelli e delle sorelle, dei peccatori come noi, e in Gesu’ vedere il Salvatore che viene per noi, cosi’ come siamo, con le nostre poverta’, con le nostre miserie e difetti, soprattutto con il nostro bisogno di essere rialzati, perdonati e salvati”. “Giovedi’ prossimo celebreremo la solennita’ dell’Immacolata: alla sua intercessione affidiamo la nostra preghiera per la pace, specialmente per il martoriato popolo ucraino”. Lo a detto papa Francesco al termine dell’Angelus in Piazza San Pietro.