Non si dialoga né si negozia mai con il diavolo. Lo ha detto Papa Francesco, che, nell’introdurre l’Angelus, mette in guardia sulle “catene” che ci soffocano: dalle dipendenze alle mode, al consumismo e all’edonismo, fino alla paura e all’idolatria del potere.
Il commento del Papa al Vangelo di oggi
“Il Vangelo odierno ci presenta Gesù mentre libera una persona posseduta da uno ‘spirito maligno’, che la straziava e continuava a farla gridare. Così fa il diavolo, così fa il demonio: vuole possedere per ‘incatenarci l’anima’ – spiega Bergoglio – E noi dobbiamo stare attenti alle ‘catene’ che ci soffocano la libertà. Proviamo allora a dare dei nomi ad alcune delle catene che possono stringerci il cuore. Pensiamo alle dipendenze, che rendono schiavi, sempre insoddisfatti, e divorano energie, beni e affetti; un’altra catena, penso alle mode dominanti, che spingono a perfezionismi impossibili, al consumismo e all’edonismo, che mercificano le persone e ne guastano le relazioni. E altre catene, ci sono le tentazioni e i condizionamenti che minano l’autostima, la serenità e la capacità di scegliere e di amare la vita; un’altra catena è la paura, che fa guardare al futuro con pessimismo, e l’insofferenza, che getta la colpa sempre sugli altri; e poi c’è una catena molto brutta, l’idolatria del potere, che genera conflitti e ricorre ad armi che uccidono o si serve dell’ingiustizia economica e della manipolazione del pensiero. Tante catene nella nostra vita e Gesù è venuto a liberarci da tutte queste catene. E oggi, alla sfida del diavolo che gli grida: ‘Che vuoi? Sei venuto a rovinarci?’, risponde: ‘Taci! Esci da lui!'”.
Gesù ha il potere di cacciare il diavolo
“Gesù ha il potere di cacciare via il diavolo, libera dal potere del male ma, stiamo attenti, caccia via il dialogo ma – notiamo bene – non dialoga con lui! Noi, invece, spesso lasciamo che le sue catene ci stringano finché non fanno troppo male, ma così è più difficile liberarcene – prosegue Papa Francesco – Cristo, invece, ci ricorda che con il diavolo non si negozia mai. Cosa fare allora quando ci sentiamo tentati e oppressi? Invocare Gesù: invocarlo lì, dove sentiamo che le catene del male e della paura stringono più fortemente”.
Vattene maligno, lascia in pace il cuore
“Il Signore, con la forza del suo Spirito, desidera ripetere anche oggi al maligno: ‘Vattene, lascia in pace quel cuore, non dividere il mondo, le famiglie, le nostre comunità; lasciale vivere serene, perché vi fioriscano i frutti del mio Spirito, non i tuoi, così dice Gesù. Perché tra loro regnino l’amore, la gioia, la mitezza, e al posto di violenze e grida di odio ci siano libertà e pace, rispetto e cura per tutti’. Chiediamoci allora: io voglio davvero la libertà da quelle catene che mi stringono il cuore? E poi, so dire ‘no’ alle tentazioni del male, prima che si insinuino nell’anima? Infine, invoco Gesù, gli permetto di agire in me, per risanarmi dentro? La Vergine Santa ci custodisca dal male”, conclude il Pontefice.
GUERRA DISASTRO PER I POPOLI
.”Ormai da 3 anni il pianto del dolore e il rumore armi hanno preso il posto del sorriso che caratterizza la popolazione del Myammar. Mi unisco, perciò, alla voce di alcuni vescovi birmani affinché le armi della distruzione si trasformino in strumenti per crescere in umanità e giustizia. La la pace è un cammino e invito tutte le parti coinvolte a muovere passi di dialogo e a rivestirsi di comprensione perché la terra del Myammar raggiunga la meta della riconciliazione fraterna”. Lo ha detto Papa Francesco, a margine dell’Angelus in piazza San Pietro.
La conclusione del Papa
“Sia consentito il traffico degli aiuti umanitari per garantire il necessario a ogni persona, e lo stesso avvenga in Medioriente, Palestina e Israele, ovunque si combatte. Si rispettino le popolazioni, penso sempre in modo accorato a tutte le vittime, specialmente civili, causate dalla guerra in Ucraina. Per favore – ha continuato – si ascolti il loro grido di pace, il grido della gente che è stanca della violenza e vuole che si fermi la guerra che è un disastro per i popoli e disfatta dell’umanità”. “Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa di Santa Maria a Sariyer, a Istanbul, che durante la messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti”, ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus.”Ho appreso con sollievo della liberazione delle religiose e di persone rapite con loro ad Haiti la scorsa settimana. Chiedo che siano in libertà quanti sono ancora sequestrati e che finisca ogni forma di violenza, tutti offrano il loro contributo sviluppo pacifico del paese, per il quale occorre un rinnovato sostegno della comunità internazionale”, ha detto il Papa.
Foto: CNA