”Un altro tragico naufragio è accaduto alcuni giorni fa nel Mediterraneo: 41 persone hanno perso la vita. Ho pregato per loro e con dolore e vergogna dobbiamo dire che dall’inizio dell’anno quasi 2mila uomini donne e bambini sono morti in questo mare cercando di raggiungere l’Europa. E’ una piaga aperta nella nostra umanità. Incoraggio le forze politiche e diplomatiche che cercano di sanarla in uno spirito di solidarietà e di fratellanza”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus. Il Pontefice ha pregato e ricordato anche per le vittime degli incendi dell’isola di Maui nelle Hawai. i’Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime degli incendi che hanno devastato l’isola di Maui, nelle Hawaii”- ha detto prima di pregare per l’Ucraina. “Preghiamo per la martoriata Ucraina che soffre tanto questa guerra” ha aggiunto.
L’ Angelus
”Il Signore sa che la barca della vita, così come la barca della Chiesa, è minacciata da venti contrari e che il mare su cui navighiamo è spesso agitato. Lui non ci preserva dalla fatica del navigare, anzi – il Vangelo lo sottolinea – spinge i suoi a partire: ci invita, cioè, ad affrontare le difficoltà, perché anch’esse diventino luoghi di salvezza, occasioni per incontrare Lui. Egli, infatti, nei nostri momenti di buio ci viene incontro, chiedendo di essere accolto, come quella notte sul lago”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro.
Non avere paura
”Dietro al camminare sulle acque” di Gesù sulle acque del lago di Galilea ”c’è un messaggio non immediato da cogliere per noi. A quel tempo, infatti, le grandi distese d’acqua erano ritenute sedi di forze maligne non dominabili dall’uomo; specialmente se agitati dalla tempesta gli abissi erano simbolo del caos e richiamavano le oscurità degli inferi. Ora, i discepoli si trovano nel mezzo del lago al buio: in loro c’è la paura di affondare, di essere risucchiati dal male. E qui arriva Gesù, che cammina sulle acque, cioè sopra quelle forze del male, e dice ai suoi: ‘Coraggio, sono io, non abbiate paura!’. Ecco il senso del segno: le potenze maligne, che ci spaventano e non riusciamo a dominare, con Gesù vengono ridimensionate. Lui, camminando sulle acque, vuole dirci: ”Non avere paura, io metto sotto i piedi i tuoi nemici”: non le persone! non sono quelle i nemici, ma la morte, il peccato, il diavolo: questi nemici Egli calpesta per noi”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro.
Affrontare le difficoltà
”Cristo oggi ripete a ciascuno di noi: ”Coraggio, sono io, non avere paura!”. Coraggio, cioè, perché ci sono io, perché non sei più solo nelle acque agitate della vita. E allora, che cosa fare quando ci troviamo in mare aperto e in balia di venti contrari? Cosa fare nella paura, quando si vede solo buio e ci sentiamo perduti? Due cose, che nel Vangelo fanno i discepoli: essi invocano e accolgono Gesù”. “Il Signore sa che la barca della vita, così come la barca della Chiesa, è minacciata da venti contrari e che il mare su cui navighiamo è spesso agitato; lo sa il Signore. Lui non ci preserva dalla fatica del navigare, anzi – il Vangelo lo sottolinea – spinge i suoi a partire: ci invita, cioè, ad affrontare le difficoltà, perché anch’esse diventino luoghi di salvezza” e “occasioni per incontrare Lui”. Il Signore “nei nostri momenti di buio ci viene incontro, chiedendo di essere accolto”, ha aggiunto Papa Francesco.