Dal primo libro dei Re: Elia, giunto al monte di Dio entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore: «Esci e fermati alla presenza del Signore». Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna alla presenza del Signore. *** Dal Vangelo secondo Matteo. La barca con gli apostoli distava molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento era contrario. Sul finire della notte Gesù andò verso di loro camminando sul mare. I discepoli furono sconvolti: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma Gesù parlò: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Il commento al Vangelo
Un detto sapienziale narra: “Il destino gridò al guerriero: «Non puoi sopportare la tempesta!». Ma il guerriero ribattésussurrandogli: «Io sono la tempesta!»”. Ci sono religioni che rassicurano promettendo arcobaleni, attendendo la quiete dopo la tempesta: la realtà cambierà! Qualcuno si spinge più in là assicurando protezione: “Non ti succederà nulla! Ti custodirò finché tutto passerà!”. Il Dio di Gesù fa altro: abita la notte e attraversa la bufera. Non cambia la realtà fuori, ma tende la mano: “Prova! Vieni! Se lo vuoi, tu puoi camminare sulle onde! Adesso! La vera tempesta da affrontare è quella dentro di te!”.
La tempesta
È l’esperienza di Elia e poi di Pietro e degli Apostoli. Vorremmo Dio come vento impetuoso che spazza via i guai, vorremmo Dio come fuoco che brucia gli ostacoli, vorremmo Dio come terremoto che fa crollare i nostri labirinti, ma “Dio non era nel vento, nel fuoco, nel terremoto”. Dio era “nel sussurro di una brezza, nel suono del silenzio”. La tempesta sono io. Quante volte una lacrima è lo scorcio di una bufera interiore che non si è riusciti a controllare. La barca frastornata sono io. E “distava ormai dalla riva”: si è soli con i propri fantasmi e non si può tornare indietro. La fine della notte sono io. Non è l’indicazione di un’ora, ma di uno stato d’animo quando il buio è pesto, tutto è contro, Dio è distante, non si hanno appigli, non ci si orienta. Gesù nel suono del silenzio sussurra: cammina sulle acque! La fede non rende le cose facili ma te le fa percepire possibili. Come? Mi ha risposto il musicista Giovanni Allevi. Ho trovato una sua intervista dal letto di ospedale dove è ricoverato per un mieloma che rompe le ossa da dentro.Queste sue parole sono state la mano di Dio nel mio affogare. “Non posso sapere cosa riserva il futuro, ma una cosa è certa: bisogna amarla questa vita, anche quando il buio ci travolge. Se non vogliamo condannarci all’infelicità, dobbiamo tenere la mente sgombra e sforzarci di trovare un contatto con il mistero e il vuoto che è dentro di noi.
Le parole
Cosa sto imparando in questi mesi di dolore fisico e mentale? Che le parole sono dei potenti farmaci, che la speranza ha effetti fisici positivi sulle cellule. In ogni circostanza dobbiamo scegliere bene cosa dirci ed essere consapevoli dell’enorme potere che abbiamo. Appena ricevuta la diagnosi di mieloma sono andato a vedere a quali note musicali corrispondessero le lettere del suo nome, secondo un procedimento matematico già usato da J. S. Bach. Ne scaturisce una melodia romantica di sorprendente bellezza! È pura follia, lotta, dolore, ebbrezza, entusiasmo, meditazione. Nonostante il dolore, non ho mai amato così tanto la vita come in questo momento! Come sto ora? Non bene! Il mieloma mi ha lasciato fratture ossee in diverse parti, in particolare alle vertebre. Alcune sono inoperabili e resteranno doloranti forse per sempre. Allora mi chiedo cosa significhi combattere. Come dicevano gli antichi greci: io posseggo il dolore ma non ne sono posseduto”. Grazie Maestro, grazie Giovanni, per avermi fatto capire che è davvero possibile camminare sulle acque, che divento guerriero quando capisco che la tempesta sono io e quanto sono ridicolo nel mio annegare in pozzanghere!