Ricco dei metalli rari, l’oro del tecnologico XXI secolo, ma fra i piu’ poveri e corrotti al mondo; massacrato da decenni di violenze, fame e malattie a causa di una pletora di bellicose milizie e ora pure battuto da venti di guerra sul confine ruandese: e’ anche questo il “cuore di tenebra” dell’Africa, il Congo in cui Papa Francesco martedi’ inizia il suo viaggio apostolico africano.
Il viaggio di Papa Francesco
Grande come l’Europa occidentale la Repubblica democratica del Congo (Rdc), l’ex-Zaire fino al 1997 e detto “Kinshasa” per distinguerlo da quello ex-belga “Brazzaville”, e’ un Paese da 80 milioni di abitanti e ha immense ricchezze del sottosuolo come rame e il cobalto, un metallo con cui si fabbricano le batterie ricaricabili agli ioni di litio, quelle usate per laptop, cellulari e alcune auto elettriche. Il Congo ne e’ massimo produttore mondiale, con quote fra “oltre il 60% e i “tre quarti” del mercato globale seconde le piu’ ricorrenti stime.
Le milizie locali
Ma gli appetiti di milizie locali e potenze straniere (in primis la Cina) sono stimolati fra l’altro anche dai ‘tradizionali’ oro, diamanti, zinco e manganese e da ‘nuovi’ metalli come il coltan (la “sabbia nera” fondamentale per la produzione di videocamere, telefonini e apparecchi high-tech tra cui le playstation) e il niobio (usato per reattori nucleari, jet, missili, superconduttori). Nonostante questo, la Rdc e’ anche il quinto Paese piu’ povero del pianeta, dove sette persone su dieci vivono con meno di 2,15 dollari al giorno secondo una classifica della Banca mondiale.
Il colonialismo
Vittima di un brutale colonialismo e poi di corrotte dittature, il Congo ha celebrato elezioni libere solo nel 2006 e il primo passaggio pacifico del potere risale ad appena quattro anni fa, con l’attuale presidente Felix Tshisekedi: anche per questo e’ l’11/o Paese percepito come piu’ corrotto al mondo secondo la classifica 2021 di Transparency International. Tra il 1996 e il 2003, nell’est del paese, milioni di persone morirono soprattutto di fame e malattie durante conflitti regionali come la quinquennale guerra civile da cinque milioni di morti iniziata nel 1998. Ancora adesso, nonostante un accordo di pace di 20 anni fa, si contano circa cento gruppi armati solo nell’est ricco di minerali, al confine con Uganda e Ruanda: le loro violenze con incerte o rare stime complessive vittime hanno causato nel solo 2021 circa 2,7 milioni di sfollati (includendo anche quelli fuggiti dal piu’ centrale Kasai). E’ quella la pericolosissima zona orientale, soprattutto la provincia del Kivu Nord, che il papa ha dovuto evitare pianificando il suo viaggio e in cui nel febbraio di due anni anni fa, in un agguato, furono uccisi l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista Mustapha Milambo.
Un viaggio pericoloso
Le due milizie piu’ famigerate al momento sono i filo-Isis dell’Alleanza delle forze democratiche (Adf) e il “Movimento del 23 marzo”. Quest’ultimo, l’ “M23”, era nato il decennio scorso per proteggere la minoranza tutsi in Congo ma, secondo analisti ed esperti Onu, ora e’ strumentalizzato dal Ruanda creando tensioni con Kigali nonostante un cessate il fuoco con accordo di smobilitazione dei ribelli del dicembre scorso. E’ del 24 gennaio il bersagliamento di un caccia congolese al confine col Ruanda dichiarato da Kinshasa come un “atto di guerra”.