“In questi giorni ricorre il 40/o anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi. Desidero approfittare di questa circostanza per esprimere ancora una volta la mia vicinanza ai familiari, soprattutto alla mamma, e assicurare la mia preghiera. Estendo il mio ricordo a tutte le famiglie che sentono il dolore di una persona cara scomparsa”. Lo ha detto papa Francesco all’Angelus.
Non sprecare l’esistenza
“La Chiesa fin dalle origini ha conosciuto, insieme alle gioie, tante persecuzioni. Sembra paradossale: l’annuncio del Regno di Dio è un messaggio di pace e di giustizia, fondato sulla carità fraterna e sul perdono, eppure riscontra opposizioni, violenze e persecuzioni”. Lo ha detto papa Francesco all’Angelus, commentando l’episodio evangelico in cui Gesù invita i discepoli a “non avere paura” delle persecuzioni, ma a temere una sola cosa, per cui usa l’immagine della “Geenna”, la valle che era la grande discarica di rifiuti di Gerusalemme. “Gesù ne parla per dire che la vera paura da avere è quella di buttare via la propria vita – ha spiegato il Pontefice -. Come a dire: non bisogna tanto temere di subire incomprensioni e critiche, di perdere prestigio e vantaggi economici per restare fedeli al Vangelo, ma di sprecare l’esistenza a inseguire cose di poco conto, che non riempiono di senso la vita”.
Le parole di Francesco
“E questo è importante anche per noi – ha proseguito -. Pure oggi, infatti, si può essere derisi o discriminati se non si seguono certi modelli alla moda, che però mettono spesso al centro realtà di secondo piano: le cose anziché le persone, le prestazioni anziché le relazioni”. Come esempi, il Papa ha detto di pensare “a dei genitori, che hanno bisogno di lavorare per mantenere la famiglia, ma non possono vivere solo per il lavoro: hanno bisogno del tempo necessario per stare con i figli. Penso anche a un sacerdote o a una suora: devono impegnarsi nel loro servizio, ma senza dimenticare di dedicare tempo a stare con Gesù, altrimenti cadono nella mondanità spirituale e perdono il senso di ciò che sono”. E ancora, “penso a un giovane o a una giovane, che hanno mille impegni e passioni: la scuola, lo sport, vari interessi, i telefonini e i social, ma hanno bisogno di incontrare le persone e realizzare dei sogni grandi, senza perdere tempo in cose che passano e non lasciano il segno”. Secondo il Papa, “tutto ciò comporta qualche rinuncia di fronte agli idoli dell’efficienza e del consumismo, ma è necessario per non andare a perdersi nelle cose, che poi vengono buttate via, come si faceva allora nella Geenna”. “E nelle Geenne di oggi, invece, spesso finiscono le persone: pensiamo agli ultimi, spesso trattati come materiale di scarto e oggetti indesiderati”, ha aggiunto. “Rimanere fedeli a ciò che conta costa – ha avvertito Francesco -; costa andare controcorrente, liberarsi dai condizionamenti del pensare comune, essere messi da parte da chi ‘segue l’onda’. Ma non importa, dice Gesù: ciò che conta è non buttare via il bene più grande: la vita. Solo questo deve spaventarci”. “Chiediamoci allora – ha concluso -: io, di che cosa ho paura? Di non avere quello che mi piace? Di non raggiungere i traguardi che la società impone? Del giudizio degli altri? Oppure di non piacere al Signore e di non mettere al primo posto il suo Vangelo?”.