Il Natale ci ricorda che Dio ci ama e che vuole stare con noi. Per questo Gesù è nato, si è fatto piccolo, è vissuto in una famiglia con Maria e Giuseppe, e continua ad essere presente al nostro fianco e in ciascuno di noi: perché ci ama, ci è amico. Questo è un dono stupendo. E ne porta con sé un altro: che anche noi possiamo amarci gli uni gli altri come fratelli. Quanto bisogno ne abbiamo oggi! Tanti popoli, tanti ragazzi soffrono a causa della guerra!” E’ il messaggio che Papa Francesco ha consegnato ai ragazzi di Azione Cattolica ricevuti questa mattina in Vaticano.
Il saluto
In un breve saluto a braccio il Papa ha chiesto ai ragazzi di “non perdere la gioia” L’entusiamo e la mistica. Poi il saluto ad ognuno e il pensiero ai ragazzi delle zone di guerra: “avete voluto ricordare, con il simbolo delle stelle, i vostri coetanei che sono morti in questi mesi a causa dei combattimenti, e che come piccole luci ci guardano dal cielo. Sapete quanti bambini sono morti a Gaza in questa ultima guerra? Più di tremila. È incredibile, ma è la realtà. E in Ucraina sono più di cinquecento, e nello Yemen, in anni di guerra, sono migliaia”. Poi indica i tre modi di amare: “primo, amare Dio; secondo amare gli altri; terzo amare il creato” perché “Dio ci chiama a riconoscere e rispettare la bellezza che ci circonda, nella natura e nelle persone, e così a crescere nella condivisione e nella fraternità”.
Il concerto di Natale
Papa Francesco ha ricevuto in Udienza questa mattina gli organizzatori del Concerto di Natale con i Poveri e per i Poveri. “Ciascuno di voi ha dato il suo contributo; e Monsignor Frisina ha saputo ancora una volta orchestrare l’insieme. È più facile fare armonia con le note che con le persone…, ma non è il vostro caso! Voi siete stati capaci di fare armonia tra voi, grazie!”, dice il Papa. “Con la musica offrite un momento di incontro, di condivisione, e poi il pasto e le coperte; in una parola: fraternità. Questo è molto coerente con il messaggio del Natale. Il vostro è un concerto con i poveri”, ribadisce il Pontefice. “Questo è decisivo, Questo con è la chiave. Passare dal per al con. Passare dal per i poveri al con i poveri. Si parte dal per ma si vuole arrivare al con. E questo è cristiano. Dio è venuto per noi, ma come? In che modo? Venendo ad abitare con noi, anzi, diventando come noi. Questo mistero ci lascia sempre senza parole. È troppo grande, ci supera. Eppure lo possiamo sperimentare nell’incontro con l’altro diverso da me: quando il mio dare qualcosa per lui o per lei, diventa un ricevere, diventa un condividere, diventa amicizia. Dal per al con”, commenta il Pontefice. (ACI Stampa)
Foto: Vatican Media