“Per il credente, la Parola di Dio non è semplicemente un testo da leggere, è una presenza viva, opera dello Spirito Santo che conforta, istruisce, dà luce, forza, ristoro e gusto di vivere. Sono piccoli telegrammi di Dio i passi della Bibbia. Un vero anticipo di paradiso”. Lo sottolinea il Papa nel corso dell’udienza generale in Aula Paolo VI. Bergoglio, continuando il ciclo di catechesi sul discernimento, osserva: “Chi ha seguito finora queste catechesi potrebbe forse pensare: Ma che pratica complicata è discernere! In realtà, è la vita ad essere complicata , e, se non impariamo a leggerla, rischiamo di sprecarla, portandola avanti con espedienti che finiscono per avvilirci”.
La vita ci mette di fronte a delle scelte
“La vita – osserva Francesco- ci mette sempre di fronte a delle scelte, e se non le compiamo in maniera consapevole, alla fine è la vita a scegliere per noi, portandoci dove non vorremmo. Il discernimento però non si fa da soli. Un primo aiuto indispensabile è il confronto con la Parola di Dio e la dottrina della Chiesa. Esse ci aiutano a leggere ciò che si muove nel cuore, imparando a riconoscere la voce di Dio e a distinguerla da altre voci, che sembrano imporsi alla nostra attenzione, ma che ci lasciano alla fine confusi. La Bibbia ci avverte che la voce di Dio risuona nella calma, nell’attenzione, nel silenzio”.
La voce di Dio non si impone
“La voce di Dio non si impone, è discreta, rispettosa, umile, – dice – e proprio per questo pacificante. E solo nella pace possiamo entrare nel profondo di noi stessi e riconoscere i desideri autentici che il Signore ha messo nel nostro cuore. Tante volte non è facile perché siamo indaffarati ma, per favore, due minuti fermatevi, sentite cosa sente il cuore. Lasciamo che venga la voce di Dio”. Quindi osserva Bergoglio: “Molte volte possiamo avere un’idea distorta di Dio, considerandolo come un giudice arcigno, severo, pronto a coglierci in fallo. Gesù, al contrario, ci rivela un Dio pieno di compassione e di tenerezza, pronto a sacrificare sé stesso pur di venirci incontro, proprio come il padre della parabola del figlio prodigo . Dio non vuole distruggerci, vuole che siamo più buoni”.
Papa Francesco ringrazia i polacchi
Il Papa ringrazia ancora una volta i polacchi per l’accoglienza ai rifugiati ucraini. “Secondo la vostra tradizione, – dice nei saluti all’udienza generale – durante la vigilia lasciate a tavola un posto vuoto per un ospite inatteso. Quest’anno sarà occupato dalla moltitudine di rifugiati provenienti dall’Ucraina, ai quali avete aperto le porte delle vostre case con grande generosità. Il Figlio di Dio, nato a Betlemme, riempia di amore ognuno di voi, le vostre famiglie e coloro che aiutate. Porti la pace a tutte le persone di buona volontà”.”Chiedo a Dio di concedervi la grazia del discernimento per vivere il messaggio del Natale, che è un messaggio di pace, gioia e vita nuova, e vedere nei poveri il volto del bambino di Betlemme che è nato povero”. Lo ammonisce il Papa nel saluto ai fedeli di lingua araba, nel corso dell’udienza generale.
La guerra è inumana, i bambini hanno perso il sorriso
Il Papa, all’udienza generale, da’ voce alla sofferenza per i bambini dell’Ucraina: “Pensiamo ai tanti bambini ucraini che soffrono tanto per questa guerra. In questa festa di Dio che si fa bambino, pensiamo a loro. La maggioranza non riesce a sorridere e quando un bambino perde la capacità di ridere è grave”. “Questi bimbi – dice – portano su di se’ la tragedia di quella guerra così inumana, dura. A Natale pensiamo agli ucraini che sono senza luce , riscaldamento senza le cose principali per sopravvivere. Il Signore porti la pace il più presto possibile “.