“La parola ‘Eucaristia’ vuole proprio dire ‘grazie’: ‘ringraziare’ Dio per i suoi doni, e in questo senso il segno del pane è importante. È l’alimento di ogni giorno, con cui portiamo all’Altare tutto ciò che siamo e che abbiamo: vita, opere, successi, e anche fallimenti, come simboleggia la bella usanza di alcune culture di raccogliere e baciare il pane quando cade a terra: per ricordarsi che è troppo prezioso per essere buttato, anche dopo che è caduto”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa a San Giovanni in Laterano per la solennità del Corpus Domini. L’Eucaristia, allora, “ci insegna a benedire, ad accogliere e baciare, sempre, in rendimento di grazie, i doni di Dio, e questo non solo nella celebrazione: anche nella vita”, ha spiegato.
Le parole di Papa Francesco
“In che modo? – ha chiesto il Pontefice – Ad esempio non sprecando le cose e i talenti che il Signore ci ha dato. Ma anche perdonando e risollevando chi sbaglia e cade per debolezza o per errore: perché tutto è dono e nulla può andare perduto, perché nessuno può rimanere a terra, e tutti devono avere la possibilità di rialzarsi e di riprendere il cammino”. Poi “svolgendo il nostro lavoro con amore, con precisione, con cura”. E ancora “aiutando chi è caduto: perché solo una volta è permesso guardare qualcuno dall’alto in basso: per aiutarlo a rialzarsi. “C’è chi dice che è libero chi pensa solo a sé stesso, chi si gode la vita e chi, con menefreghismo e magari con prepotenza, fa tutto quello che vuole a dispetto degli altri. Ma questa non è libertà: è schiavitù, e lo vediamo bene nelle situazioni in cui la chiusura e il ripiegamento su sé stessi producono povertà, solitudine, sfruttamento, guerre e dipendenze”, ha continuato il Pontefice.
“In tutti questi casi, si vede bene come l’egoismo non porta libertà, ma schiavitù – ha detto il Papa -. La libertà non si incontra nelle casseforti di chi accumula per sé, né sui divani di chi pigramente si adagia nel disimpegno e nell’individualismo: la libertà si incontra nel cenacolo dove, senza alcun altro motivo che l’amore, ci si china davanti ai fratelli per offrire loro il proprio servizio, la propria vita, come ‘salvati’ che vogliono portare salvezza e ‘liberati’ che vogliono portare libertà”. “Anche questo ci ricorda il fare memoria della Pasqua nel pane spezzato dell’Eucaristia”, ha ricordato Francesco. “Vediamo ogni giorno troppe strade, forse una volta odorose di pane sfornato, ridursi a cumuli di macerie a causa della guerra, dell’egoismo e dell’indifferenza! È urgente riportare nel mondo l’aroma buono e fresco del pane dell’amore, per continuare a sperare e ricostruire senza mai stancarsi quello che l’odio distrugge”, ha concluso il Santo Padre.