“L’incontro con il migrante, come con ogni fratello e sorella che è nel bisogno, ‘è anche incontro con Cristo. Ce l’ha detto Lui stesso. È Lui che bussa alla nostra porta affamato, assetato, forestiero, nudo, malato, carcerato, chiedendo di essere incontrato e assistito'”. Lo afferma papa Francesco nel Messaggio per la 110/a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
Il messaggio
“E’ possibile vedere nei migranti del nostro tempo, come in quelli di ogni epoca, un’immagine viva del popolo di Dio in cammino verso la patria eterna. I loro viaggi di speranza ci ricordano che ‘la nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo’ (Fil 3,20)”. Lo scrive papa Francesco nel Messaggio per la 110/a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata il 29 settembre 2024, sul tema “Dio cammina con il suo popolo”.
“Come il popolo d’Israele al tempo di Mosè – prosegue il Pontefice -, i migranti spesso fuggono da situazioni di oppressione e sopruso, di insicurezza e discriminazione, di mancanza di prospettive di sviluppo. Come gli ebrei nel deserto, i migranti trovano molti ostacoli nel loro cammino: sono provati dalla sete e dalla fame; sono sfiniti dalle fatiche e dalle malattie; sono tentati dalla disperazione”. “Ma la realtà fondamentale dell’esodo, di ogni esodo, è che Dio precede e accompagna il cammino del suo popolo e di tutti i suoi figli di ogni tempo e luogo”, aggiunge.
Le parole del Papa
Secondo Francesco, “molti migranti fanno esperienza del Dio compagno di viaggio, guida e ancora di salvezza. A Lui si affidano prima di partire e a Lui ricorrono nelle situazioni di bisogno. In Lui cercano consolazione nei momenti di sconforto.
Grazie a Lui, ci sono buoni samaritani lungo la via. A Lui, nella preghiera, confidano le loro speranze”. “Quante bibbie, vangeli, libri di preghiere e rosari accompagnano i migranti nei loro viaggi attraverso i deserti, i fiumi e i mari e i confini di ogni continente!”, sottolinea il papa, secondo cui “Dio non solo cammina ‘con’ il suo popolo, ma anche ‘nel’ suo popolo, nel senso che si identifica con gli uomini e le donne in cammino attraverso la storia – in particolare con gli ultimi, i poveri, gli emarginati -, come prolungando il mistero dell’Incarnazione”.