“Saluto la presidente del Movimento dei Focolari, alla quale vorrei dire: prego per la tua Patria: prego tanto per la tua Patria, che soffre in questo momento”. Così papaFrancesco si è rivolto stamane alla presidente dei Focolari, Margaret Karram, cattolica palestinese nata ad Haifa, in Israele, ricevendo in udienza in Vaticano i partecipanti al Convegno Interreligioso promosso dal Movimento.
Udienza con i partecipanti al convegno interreligioso organizzato dal Movimento dei Focolari
“Ringrazio per la perseveranza con cui l’Opera di Maria porta avanti il cammino iniziato da Chiara Lubich con persone di religioni non cristiane che condividono la spiritualità dell’unità – ha detto il Pontefice -. È stato un cammino rivoluzionario, questo, che fa tanto bene alla Chiesa. È un’esperienza animata dallo Spirito Santo, radicata – possiamo dire – nel cuore di Cristo, nella sua sete di amore, di comunione, di fraternità”.
“Con il tempo – ha ricordato -, è cresciuta l’amicizia e la collaborazione nel cercare di rispondere insieme al grido dei poveri, nel prendersi cura del creato, nel lavorare per la pace. Attraverso questo cammino alcuni fratelli e sorelle non cristiani hanno condiviso la spiritualità dell’Opera di Maria o alcuni suoi tratti caratteristici e li vivono in mezzo alla loro gente. Con queste persone si va oltre il dialogo, ci si sente fratelli e sorelle, si condivide il sogno di un mondo più unito, nell’armonia delle diversità”.
“La vostra testimonianza è motivo di gioia, è motivo di consolazione, specialmente in questo tempo di conflitti, nei quali la religione viene spesso strumentalizzata per alimentare lo scontro – ha sottolineato Francesco -. Il dialogo interreligioso, al contrario, ‘è una condizione necessaria per la pace nel mondo, e pertanto è un dovere per i cristiani, come per le altre comunità religiose’ (Esort. ap. Evangelii gaudium 250). Perciò vi incoraggio ad andare avanti, sempre aperti”.
Udienza con i partecipanti ai “Dialoghi per una Finanza Integralmente Sostenibile
“Voi conoscete i processi finanziari, e questo è il vostro grande pregio, ma nello stesso tempo è anche una grande responsabilità. A voi spetta capire come far sì che l’iniquità diminuisca: lo ripeto, che l’iniquità diminuisca”. Lo ha detto il Papa ricevendo stamane in udienza in Vaticano i partecipanti ai “Dialoghi per una Finanza Integralmente Sostenibile” promossi dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice. “Perché ‘una riforma finanziaria che non ignori l’etica richiederebbe un vigoroso cambio di atteggiamento da parte dei dirigenti politici. Il denaro deve servire e non governare!’ (Esort. ap. Evangelii gaudium, 58). Ho sentito una volta un critico politico che diceva: “In questo Paese si governa dalle tasche”: è brutto!”, ha aggiunto Francesco.
Prefazione al nuovo libro del padre gesuita statunitense James Martin dal titolo ‘Lazzaro, vieni fuori!’
“Lazzaro siamo tutti noi. Padre Martin, sotto questo aspetto aderente alla tradizione ignaziana, ci fa immedesimare nella vicenda di questo amico di Gesù. Siamo anche noi suoi amici, siamo anche noi, talvolta, ‘morti’ per il nostro peccato, le nostre mancanze e infedeltà, lo scoraggiamento che ci avvilisce e ci annienta l’anima. Ma Gesù non ha paura di venirci vicino, anche quando ‘puzziamo’ come un morto sepolto da tre giorni”. Lo scrive papa Francesco nella prefazione al nuovo libro del padre gesuita statunitense James Martin dal titolo ‘Lazzaro, vieni fuori!’, che esce domani, 4 giugno, per la Libreria Editrice Vaticana.
“No, Gesù non ha paura della nostra morte né del nostro peccato – si legge nella prefazione del papa, anticipata oggi da Vatican News -. Lui si ferma solo davanti alla porta chiusa del nostro cuore, quella porta che si apre solo dall’interno e che noi chiudiamo a doppia mandata quando pensiamo che Dio non possa più perdonarci”. E invece, leggendo la dettagliata analisi di James Martin, “si tocca con mano il significato profondo del gesto di Gesù di fronte a un morto ‘morto’, che emana cattivo odore, metafora della putrefazione interiore che il peccato genera nella nostra anima. Gesù non ha timore di avvicinarsi al peccatore, a nessun peccatore, anche il più imperterrito e sfacciato”.
Secondo Francesco, “Lui ha solo una preoccupazione: che nessuno si perda, che nessuno perda la possibilità di sentire l’abbraccio amoroso di suo Padre. Uno scrittore americano, deceduto nel 2023, ha lasciato una mirabile descrizione di quello che è ‘il lavoro di Dio’. Cormac McCarthy, romanziere, in un suo libro ha fatto parlare così un suo personaggio: ‘Disse che credeva in Dio anche se dubitava della pretesa umana di conoscere i pensieri di Dio. Ma un Dio incapace di perdonare non sarebbe nemmeno stato Dio’. Sì, davvero è così: il mestiere di Dio è perdonare”.
Infine, aggiunge il Pontefice,” le pagine di padre James Martin mi hanno fatto tornare alla mente una frase di uno studioso della Bibbia italiano, Alberto Maggi, il quale, parlando del testo del miracolo di Lazzaro, ha così commentato: ‘Con questo miracolo Gesù ci ha insegnato non tanto che i morti risorgono, ma che i vivi non muoiono!’. Che bella definizione piena di paradosso! Certo che i morti risorgono, ma che verità ricordarci che noi, i vivi, non moriamo! Certamente la morte arriva, la morte ci colpisce, non solo la nostra, ma soprattutto quella dei nostri cari e dei nostri famigliari, di tutte le persone: quanta morte vediamo intorno a noi, ingiusta e dolorosa, perché causata dalle guerre, dalla violenza e dalla prevaricazione di Caino su Abele. Ma l’uomo e la donna sono destinati all’eternità”.
“Tutti noi lo siamo – conclude il papa -. Siamo una semiretta, per usare un’immagine geometrica: abbiamo un punto d’inizio, la nostra nascita umana, ma la nostra vita è votata all’infinito. Sì, davvero all’Infinito. E quella che la Scrittura chiama «vita eterna» è quella vita che ci aspetta dopo la morte e che già qui possiamo toccare con mano quando la viviamo non nell’egoismo che ci intristisce, ma nell’amore che ci dilata il cuore. Siamo fatti per l’eternità. Lazzaro, grazie a queste pagine di padre Martin, è nostro amico. E la sua risurrezione ce lo ricorda e attesta”. Il padre gesuita James Martin, autore del volume, è un sacerdote molto attivo a favore della piena accettazione delle persone Lgbtq nella Chiesa cattolica. Animatore di siti su questa tematica, è autore del libro ‘Building a Bridge’ (Un ponte da costruire) relativo alla pastorale verso il mondo Lgbtq e, sempre sullo stesso argomento nel 2021 ha realizzato un Dvd presentato al Tribeca Film Festival a New York. Nonostante le critiche per le sue iniziative, papa Francesco lo ha sostenuto più volte in questo suo lavoro.
Foto: Vatican News