“Continuo a seguire con tanto dolore quanto accade in Israele e in Palestina. Ripenso ai tanti, in particolare ai piccoli e agli anziani. Rinnovo l’appello per la liberazione degli ostaggi e chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto. Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza dove è urgente e necessario garantire corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus in Piazza San Pietro. “Già sono morti moltissimi, per favore non si versi altro sangue innocente né in Terra Santa né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo. Basta! Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre”, ha continuato il Pontefice che ha avuto anche un pensiero per la Comunità ebraica di Roma che domani commemora l’ottantesimo anniversario del rastrellamento nazista. Infine il consueto pensiero per la “martoriata Ucraina” e per la situ<ione in Nagorno-Karabach.
DIO SI PROPONE NON SI IMPONE MAI
”Dio si propone non si impone mai” e ”rispetta la nostra libertà”. Lo ha detto Papa Francesco prima dell’Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano davanti ai fedeli e ai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. ”Il Vangelo oggi ci parla di un re che prepara un banchetto di nozze per suo figlio – spiega il pontefice – È un uomo potente, ma è soprattutto un padre generoso, che invita a condividere la sua gioia. In particolare, rivela la bontà del suo cuore nel fatto che non costringe nessuno, ma invita tutti, anche se questo suo modo di fare lo espone alla possibilità di un rifiuto. Notiamo: prepara un banchetto, offrendo gratuitamente un’occasione di incontro, di festa. Questo è ciò che Dio prepara per noi: un banchetto, per essere in comunione con lui e tra di noi. E noi, tutti noi, siamo dunque gli invitati di Dio. Ma un banchetto nuziale richiede da parte nostra tempo e coinvolgimento: richiede un sì”. ”Ecco il tipo di relazione che il Padre ci offre: ci chiama a stare con Lui, lasciandoci la possibilità di accettare o meno l’invito – aggiunge – Non ci propone un rapporto di sudditanza, ma di paternità e di figliolanza, che necessariamente è condizionato dal nostro libero assenso. Dio è molto rispettoso della libertà. Sant’Agostino usa un’espressione molto bella al riguardo, dicendo: ‘Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te’. E non certo perché non ne abbia la capacità, è onnipotente!, ma perché, essendo amore, rispetta fino in fondo la nostra libertà. Dio si propone, non si impone, mai”.
La parabola
”Torniamo così alla parabola – prosegue Papa Francesco – il re, dice il testo, ‘mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire’. Ecco il dramma della storia: il no a Dio. Ma perché gli uomini rifiutano il suo invito? Era forse un invito spiacevole? No, eppure, dice il Vangelo, ‘non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari’. Non se ne curano, perché pensano alle proprie cose. E quel re che è padre, Dio, cosa fa? Non si arrende, continua a invitare, anzi allarga l’invito, finché trova chi lo accetta, tra i poveri. Fra loro, che sanno di non avere molto altro, tanti vengono, fino a riempire la sala”.
CHI SI CHIUDE HA IL CUORE TRISTE
”Fratelli e sorelle, quante volte non ci curiamo dell’invito di Dio perché intenti a pensare alle nostre cose! Spesso si lotta per avere il proprio tempo libero, ma oggi Gesù ci invita a trovare il tempo che ci libera: quello da dedicare a Dio, che ci alleggerisce e risana il cuore, che accresce in noi la pace, la fiducia e la gioia, che ci salva dal male, dalla solitudine e dalla perdita di senso. Ne vale la pena, perché è bello stare con il Signore, fargli spazio. Dove? Nella Messa, nell’ascolto della Parola, nella preghiera e anche nella carità, perché aiutando chi è debole o povero, facendo compagnia a chi è solo, ascoltando chi chiede attenzione, consolando chi soffre, si sta con il Signore, che è presente in chi si trova nel bisogno. Tanti, però, pensano che queste cose siano perdite di tempo, e così si chiudono nel loro mondo privato. Chi si chiude ha il cuore triste”, ha detto ancora Papa Francesco. ”Chiediamoci allora – conclude – io, come rispondo agli inviti di Dio? Che spazio gli do nelle mie giornate? La qualità della mia vita dipende dai miei affari e dal mio tempo libero o dall’amore per il Signore e per i fratelli, soprattutto per i più bisognosi? Maria, che con un sì ha fatto spazio a Dio, ci aiuti a non essere sordi ai suoi inviti”.
FORSE MIEI AMICI ARGENTINI TRA VITTIME HAMAS
Papa Francesco ha telefonato al giornalista israelo-palestinese Henrique Cymerman, inviato per l’emittente Sic di Lisbona. Il pontefice ha espresso la sua solidarietà al popolo di Israele e si è detto molto preoccupato per quanto accaduto una settimana fa che rappresenta una battuta d’arresto di 50 anni nel conflitto in Medio Oriente. Papa Francesco ha poi espresso preoccupazione per i tanti argentini vittime dell’attacco di Hamas al kibbutz nel sud di Israele rivelando:”Credo che tra gli argentini morti o feriti nell’attacco ci siano molti miei amici”. Poi ha espresso il desiderio di ricevere in Vaticano i familiari dei circa 120 rapiti da Hamas a Gaza.
Il messaggio a Coldiretti
Il Papa chiede di combattere “il paradosso scandaloso della cultura dello scarto:produciamo alimenti sufficienti a sfamare l’intera popolazione mondiale, ma la maggior parte di essa vive senza il pane quotidiano”. In un messaggio ai partecipanti ai Villaggi Coldiretti, in corso a Roma, Francesco indica che “è dovere di tutti estirpare questa ingiustizia mediante azioni concrete e buone pratiche, attraverso politiche locali e internazionali che abbiano il coraggio di scegliere il giusto e non soltanto l’utile, il conveniente, il profittevole”. “Mentre riflettete su come valorizzare la distintività e la qualità del Made in Italy agroalimentare, vi invito – è l’appello del Pontefice all’organizzazione – a ricordarvi di chi manca del necessario per sfamarsi. Per favore, non dimentichiamoci dei poveri. Sogniamo un mondo in cui l’acqua, il pane, il lavoro, le medicine, la terra, la casa, siano beni disponibili per ogni individuo”.