La consuetudine di battezzare figli di dipendenti della Santa Sede è stata istituita da San Giovanni Paolo l’11 gennaio nel 1981. E Papa Francesco ha continuato anche oggi questa tradizione nella cornice della Cappella Sistina battezzando 16 bambini e bambine. I piccoli, per lo più figli o parenti di dipendenti vaticani, sono stati accompagnati, oltre che dai genitori, dalle rispettive coppie di padrini e madrine. Hanno concelebrano la liturgia con il Papa il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski e il cardinale Fernando Vergez Alzaga, presidente del Governatorato vaticano.
La Messa
“Noi stiamo qui per battezzare, per dare proprio il dono della fede ai nostri bimbi. E loro sono i protagonisti in questa cerimonia: loro possono parlare, andare gridare, loro comandano, perché è la festa loro e loro riceveranno il dono più bello, il dono della fede, il dono del Signore”, ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata “a braccio”. “Se piangono – per il momento sono silenziosi, ma è sufficiente che uno dia la nota che incomincia il concerto – lasciateli piangere”, ha proseguito il Pontefice. “Se hanno fame allattateli, tranquille qui – ha affermato -. Se hanno caldo togliete le vesti, che alle volte il caldo gli fa male. Loro sono i protagonisti, perché loro oggi ci daranno anche a noi la testimonianza di come si riceve la fede, con innocenza, con apertura di cuore”. “E a voi genitori e padrini – ha continuato Francesco – auguro che la vostra vita sia di aiuto per questi bambini, di aiuto per la crescita, e di accompagnarli nella crescita perché questo è un modo di aiutare a che anche la fede cresca in loro. Grazie tante per la vostra testimonianza di portarli qui a ricevere la fede. E adesso continuiamo col rito del Battesimo”. “Prima di darvi la benedizione, vi ringrazio per aver incominciato questa vita dei vostri figli col Battesimo, e mi raccomando: che loro sappiano la data del Battesimo, perché è la data della nascita. Anche ognuno di noi, se io domando a voi qual è la data di questa nascita io non so se tutti potranno ricordarlo”, ha continuato Papa Francesco. “Pensate bene – ha concluso- la data della nascita è come un compleanno, la data nella quale ho ricevuto la grazia del Signore, sono diventato cristiano e cristiana. Insegnate ai bambini questo, per festeggiarla tutti gli anni”.
L’Angelus
“Nel Battesimo Dio viene in noi, purifica e guarisce il nostro cuore dal peccato, ci fa suoi figli per sempre, suo popolo e famiglia, eredi del Paradiso. Dio diviene intimo a noi e non se ne va più”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus. “Per questo è importante conoscerne il giorno del Battesimo e festeggiarlo. Ognuno di noi pensi: io ricordo la data del Battesimo? Se non lo sa, quando torna a casa si informi. Perché il Battesimo è il giorno della nascita come cristiani. E’ un nuovo compleanno”, ha indicato. “Prendiamoci l’impegno di cercare e di ricordare la data del nostro Battesimo – ha suggerito il Pontefice -; e oggi ringraziamo il Signore anche per i genitori che ci hanno portato al fonte, per chi ci ha amministrato il Sacramento, per il padrino e la madrina, per la comunità in cui lo abbiamo ricevuto. Festeggiamo il nostro Battesimo, è un nuovo compleanno”.
“E chiediamoci – ha quindi detto il Papa -: io sono consapevole del dono immenso che porto in me per il Battesimo?
Riconosco, nella mia vita, la luce della presenza di Dio, che mi vede come suo figlio amato, come sua figlia amata?”. “E ora, in memoria del nostro Battesimo, accogliamo la presenza di Dio in noi – ha aggiunto -. Possiamo farlo con il segno della croce, che traccia in noi il ricordo della grazia di Dio, il quale ci ama e desidera stare con noi. Facciamolo insieme: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. “E non dimentichiamo la data del Battesimo – ha ribadito -. E’ un nuovo compleanno, festeggiamolo”. “Nell’odierna festa del Battesimo del Signore ho battezzato alcuni neonati – ha detto ancora -. Preghiamo per loro, per le loro famiglie. Estendo questa preghiera a tutti i bambini che in questi giorni ricevono il Santo Battesimo”. Poi, ancora una volta, ha chiesto di pregare per la pace. “Oggi le comunità ecclesiali di Oriente, che seguono il calendario giuliano, celebrano il Santo Natale. In spirito di gioiosa fraternità, auguro che la nascita del Signore Gesù ci ricolmi dei luce, di carità e di pace”. “Sono molto vicino alle popolazioni della Repubblica democratica del Congo colpite nei giorni scorsi da inondazioni”. “Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, Palestina, Israele e nel mondo intero”, ha concluso il Papa.
Foto: Vatican Media