“Dio, che spesso immaginiamo stia al di là dei problemi, utile se mai a toglierceli dalla vita, è venuto ad abitare la nostra vita con i suoi problemi. Lui ci ha salvato così, abitando in mezzo a noi: non è venuto già adulto, ma piccolissimo nel grembo di una donna; ha vissuto in famiglia, figlio di una mamma e di un papà; lì ha trascorso la maggior parte del suo tempo, crescendo, imparando, in una vita fatta di quotidianità, nascondimento e silenzio. E non ha evitato le difficoltà, anzi, scegliendo una famiglia ‘esperta nel soffrire’, dice alle nostre famiglie: ‘Se vi trovate in difficoltà, so che cosa provate, l’ho vissuto: io, mia madre e mio padre l’abbiamo provato per dire anche alla vostra famiglia: non siete soli'”. A dirlo Papa Francesco durante l’Angelus commentando la pagina del Vangelo che parla della Santa Famiglia di Gesù, “l’unica della storia che può vantare in sé stessa la presenza di Dio in carne e ossa, anziché essere ricca è povera! Anziché essere agevolata, sembra ostacolata! Anziché essere priva di fatiche, è immersa in grandi dolori!”.
La capacità di stupore
“La capacità di stupore può essere un segreto per andare avanti bene in famiglia. Non bisogna abituarsi all’ordinarietà delle cose. Sapersi stupire anzitutto di Dio. Come? Vivendo dei momenti semplici di preghiera a casa, insieme, come invitandolo tra noi, e così lasciarsi rigenerare dalla pace e dall’amore che solo Lui può dare”, ha detto il Papa sottolineando che dalla Santa Famiglia arriva un suggerimento alle nostre famiglie: “Giuseppe e Maria si stupivano delle cose che si dicevano di Gesù”. “Ma è bene sapersi stupire anche del proprio coniuge, ad esempio prendendolo per mano e guardandolo negli occhi alla sera per qualche istante, con tenerezza. Lo stupore porta sempre alla tenerezza. E poi stupirsi del miracolo della vita, dei figli, trovando il tempo per giocare con loro e per ascoltarli. E stupirsi della saggezza e della serenità dei nonni, che riportano la vita all’essenziale – prosegue il Pontefice – Stupirsi, infine, della propria storia d’amore, alla quale Dio crede, anche quando ci sembra che gli aspetti negativi prevalgano. Stupirsi della bontà di Dio, di camminare con noi! Maria, Regina della famiglia, ci aiuti a stupirci ogni giorno del bene e a saperlo vedere nel volto di chi ci sta accanto”.
Il ricordo di Benedetto XVI
“Un anno fa Papa Benedetto XVI concludeva il suo cammino terreno, dopo aver servito con amore e sapienza la Chiesa. Sentiamo per lui tanto affetto, tanta gratitudine, tanta ammirazione. Dal Cielo ci benedica e ci accompagni”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus chiedendo ai fedeli in Piazza San Pietro “un applauso” per Ratzinger.
I popoli che soffrono
“Continuiamo a pregare per i popoli che soffrono a causa delle guerre. Il martoriato popolo ucraino, i popoli palestinesi e israeliani, il popolo sudanese e tanti altri. Al termine di un anno si abbia il coraggio di chiedersi: quante vite umane sono state spezzate dai conflitti amati? Quanti morti? E quante distruzioni, quanta sofferenza? Quanta povertà? Chi ha interessi in questi conflitti ascolti la voce della coscienza. E non dimentichiamo i martoriati rohingya”, ha concluso il Papa all’Angelus.
Foto: Daniel Ibanez CNA