“Chiediamo al Signore, per intercessione di sua Madre, la pace. La pace nella martoriata Ucraina, la pace nella Palestina, in Israele, la pace nel Myanmar. Preghiamo che il Signore ci dia il dono della pace e che il mondo non soffra tanto per le guerre”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’udienza generale che si è tenuta in Piazza San Pietro.
L’udienza generale
“Il nome dello Spirito, quello con cui lo hanno conosciuto i primi destinatari della rivelazione è Ruach, che significa soffio, vento, respiro”. Lo ha detto Papa Francesco nel discorso in cui ha riflettuto “sul nome con cui lo Spirito Santo è chiamato nella Bibbia”. “Fu proprio osservando il vento e le sue manifestazioni, che gli scrittori biblici furono guidati da Dio a scoprire un ‘vento’ di natura diversa. Non a caso a Pentecoste lo Spirito Santo discese sugli Apostoli accompagnato dal ‘fragore di un vento impetuoso'”, ha ricordato.
Secondo il Santo Padre, “L’immagine del vento serve anzitutto a esprimere la potenza dello Spirito divino”. Il vento infatti “è una forza travolgente e indomabile. È capace perfino di smuovere gli oceani”, ha osservato. Ma “Accanto alla potenza, Gesù metterà in luce un’altra caratteristica del vento, quella della sua libertà”, dicendo solennemente che “il vento soffia dove vuole”. “Il vento è l’unica cosa che non si può assolutamente imbrigliare, non si può ‘imbottigliare’ o inscatolare – ha evidenziato Francesco -.
Le parole di Papa Francesco
Pretendere di rinchiudere lo Spirito Santo in concetti, definizioni, tesi o trattati, come ha tentato di fare a volte il razionalismo moderno, significa perderlo, vanificarlo, o ridurlo allo spirito umano puro e semplice”. Per Papa Francesco “esiste però una tentazione analoga anche in campo ecclesiastico, ed è quella di voler racchiudere lo Spirito Santo in canoni, istituzioni, definizioni. Lo Spirito crea e anima le istituzioni, ma non può essere Lui stesso ‘istituzionalizzato’, cosificato. Il vento soffia ‘dove vuole’, così lo Spirito distribuisce i suoi doni ‘come vuole'”.
Ed è San Paolo che ha spiegato che “dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà” . Ma “questa è una libertà tutta speciale, assai diversa da ciò che comunemente si intende. Non è libertà di fare quello che si vuole, ma libertà di fare liberamente quello che Dio vuole! Non libertà di fare il bene o il male, ma libertà di fare il bene e farlo liberamente, cioè per attrazione, non per costrizione”. In altre parole, “libertà dei figli, non degli schiavi”. “Paolo è ben consapevole dell’abuso e del fraintendimento che si può fare di questa libertà”, ha detto ancora il Papa.
“Questa è una libertà che si esprime in ciò che sembra il suo opposto, il servizio, ma è la vera libertà – ha rimarcato -.
Conosciamo bene quand’è che questa libertà diventa un ‘pretesto per la carne’. Paolo fa un elenco sempre attuale: ‘Fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere’ (Gal 5,19- 21). Ma lo è anche la libertà che permette ai ricchi di sfruttare i poveri, è una libertà brutta, ai forti di sfruttare i deboli, e a tutti di sfruttare impunemente l’ambiente, e questa è una libertà brutta, non è la libertà dello Spirito”. “Chiediamo a Gesù di fare di noi, mediante il suo Santo Spirito, degli uomini e delle donne veramente liberi. Liberi per servire, nell’amore e nella gioia”, ha concluso il Pontefice.
Le parole ai polacchi
“In questi giorni state commemorando l’anniversario del primo viaggio apostolico di San Giovanni Paolo II in patria e la sua preghiera allo Spirito Santo di scendere e rinnovare la faccia della terra, della vostra terra – ed essa è stata rinnovata. Avete riacquistato la libertà”. Lo ha detto il Papa salutando i pellegrini polacchi. “Non dimenticate, però, che la libertà che viene dallo Spirito non è un ‘pretesto per la carne’, come dice San Paolo, ma è un impegno a crescere nella verità rivelata da Cristo ed a difenderla dinanzi al mondo”, ha aggiunto.
Il documento sul Sacro Cuore di Gesù
“Stiamo percorrendo questo mese dedicato al Sacro Cuore. Il 27 dicembre dello scorso anno ricorreva il 350/o anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque. In quell’occasione si è aperto un periodo di celebrazioni che si concludeà il 27 giugno del prossimo anno”, ha a detto Francesco al termine dell’udienza generale. “Per questo – ha proseguito – sono lieto di preparare un documento che ricorda le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi a tutta la Chiesa questo culto carico di bellezza spirituale”. “Credo che ci farà molto bene meditare su vari aspetti dell’amore del Signore, che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale, ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”, ha sottolineato il Pontefice”. “Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera in questo tempo di preparazione – ha concluso -, con l’intenzione di rendere pubblico questo documento il prossimo settembre”.
Rivedi l’Udienza Generale del 5 giugno:
Foto: ACI Stampa