Papa Francesco al termine dell’Angelus ha lanciato un nuovo appello contro la guerra.”Non cessiamo di pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Terra Santa, in Sudan, Myanmar e dovunque si soffre per la guerra”, ha detto il Pontefice. “Continuano a giungere notizie dolorose di scontri e massacri compiuti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Rivolgo il mio appello alle autorità nazionali e alle comunità internazionali affinché si faccia il possibile per la cessazione delle violenze e per la salvaguardia della vita dei civili”, ha continuato il Papa. Poi il Pontefice ha sottolineato che “tra le vittime molti sono cristiani uccisi in ‘odium fidei’, sono martiri. Il loro sacrificio è un seme che germoglia e porta frutto e ci insegna a testimoniare il Vangelo con coraggio e coerenza”. ha continuato il Papa. Poi ha espresso gratitudine per i donatori di sangue,”Un pensiero di gratitudine ai donatori di sangue, che hanno appena celebrato la loro giornata nazionale’, e ha chiesto un applauso al nuovo beato Don Michał Rapacz. ”Ieri a Cracovia è stato beatificato Michele Rapacz, sacerdote martire, pastore secondo il cuore di cristo, fedele e generoso testimone del Vangelo che ha sperimentato sia la persecuzione nazista che quella sovietica e ha risposto con il dono della vita. Un applauso al nuovo beato”.
L’Angelus di Papa Francesco
”Il Signore ci dà un esempio: insegna anche a noi a seminare fiduciosamente il Vangelo là dove siamo e poi ad attendere che il seme gettato cresca e porti frutto in noi e negli altri, senza scoraggiarci e senza smettere di sostenerci e aiutarci a vicenda anche là dove, nonostante gli sforzi, ci sembra di non vedere risultati immediati”. Lo ha detto Papa Francesco affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano prima di recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
L’immagine del seme
”Oggi il Vangelo della liturgia ci parla del Regno di Dio attraverso l’immagine del seme – dice il pontefice – Varie volte Gesù usa questa similitudine, e oggi lo fa invitandoci a riflettere in particolare su un atteggiamento importante: l’attesa fiduciosa. Infatti, nella semina, per quanto il contadino sparga ottima e abbondante semente, e per quanto prepari bene la terra, le piante non spuntano subito: ci vuole tempo! Ci vuole pazienza. Perciò è necessario che, dopo aver seminato, egli sappia attendere con fiducia, per permettere ai semi di aprirsi al momento giusto e ai germogli di spuntare dal terreno e di crescere, abbastanza forti da garantire, alla fine, un raccolto abbondante. Sottoterra il miracolo è già in atto, c’è uno sviluppo enorme ma è invisibile, ci vuole pazienza, e nel frattempo è necessario continuare a curare le zolle, annaffiarle e tenerle pulite, nonostante in superficie sembra che non succeda nulla. Anche il Regno di Dio è così”.
La catechesi
”Il Signore mette in noi i semi della sua Parola e della sua grazia, semi buoni e abbondanti, e poi, senza mai smettere di accompagnarci, aspetta con pazienza. Continua a prendersi cura di noi, con la fiducia di un Padre, ma ci dà tempo, affinché i semi si aprano, crescano e si sviluppino fino a portare frutti di opere buone. E questo perché vuole che nel suo campo nulla vada perduto, che tutto giunga a piena maturazione; vuole che tutti noi possiamo crescere come spighe cariche di chicchi”. ”Spesso infatti anche tra noi, al di là delle apparenze, il miracolo è già in atto, e a suo tempo porterà frutti abbondanti – conclude Papa Francesco – Perciò possiamo chiederci: io semino con fiducia la Parola di Dio negli ambienti in cui vivo? Sono paziente nell’aspettare, oppure mi scoraggio perché non vedo subito i risultati? E so affidare tutto serenamente al Signore, pur facendo del mio meglio per annunciare il Vangelo? La Vergine Maria, che ha accolto e fatto crescere in sé il seme della Parola, ci aiuti ad essere seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo”.