Arrivano le novità introdotte da Papa Francesco nel codice degli appalti vaticani, con lo scopo di promuovere la trasparenza, la concorrenza e la moralità. Autorizzati i criteri di esclusione, le norme restrittive per la Curia, le misure contro la corruzione e il conflitto di interessi, e le modalità di gestione dei fondi interni.
I criteri di esclusione dagli appalti
Queste sono le categorie di persone o imprese che non possono partecipare alle gare d’appalto indette dalla Santa Sede. Si tratta di condannati, anche in via non definitiva, evasori fiscali, residenti in paradisi fiscali o in Paesi dove proliferano le armi di distruzione di massa, e violatori delle norme sulla sicurezza sul lavoro o ambientali. Questi criteri sono volti a garantire la legalità e la moralità degli offerenti.
Le norme restrittive per la Curia
In arrivo anche le norme più stringenti che Papa Francesco ha imposto alla Curia, l’organismo che governa la Chiesa cattolica. Tutte le operazioni che superano il 2 per cento dei costi complessivi della media degli ultimi tre anni dovranno passare sotto la lente della Segreteria per l’Economia, l’ente che sovrintende alle finanze vaticane. Inoltre, si conteggeranno per i dipendenti anche i contratti a termine e le collaborazioni professionali, per evitare l’elusione di eventuali blocchi delle assunzioni.
Le misure contro la corruzione e il conflitto di interessi
Nuove anche le misure adottate da Papa Francesco per contrastare la corruzione e il conflitto di interessi negli appalti vaticani. Tra le novità, c’è l’esclusione dalle gare di chi ha un “fondato sospetto di affiliazione, anche esterna, con organizzazioni criminali” o è indagato per reati gravi come riciclaggio, frode, terrorismo e sfruttamento di persone. Inoltre, si richiede agli offerenti di rispettare i principi della Dottrina Sociale della Chiesa, che promuove la giustizia, la solidarietà e il bene comune.
Le modalità di gestione dei fondi interni
Papa Francesco ha voluto riformare le modalità di gestione dei fondi interni della Santa Sede per rendere più credibile e ottimizzare le risorse. Il processo per la gestione dei fondi del Vaticano si è concluso a dicembre con diverse condanne, processo che il Pontefice vorrebbe archiviare. Le nuove norme hanno l’obiettivo di perseguire l’impiego sostenibile dei fondi interni, la trasparenza della procedura di aggiudicazione, la parità di trattamento e la non discriminazione degli offerenti, e la promozione di una concorrenza efficace tra gli offerenti, mediante misure in grado di contrastare gli accordi illeciti in materia di concorrenza e la corruzione. Infine, l’autore precisa che per gli acquisti di “modico valore”, fino a 1.000 euro e per un valore complessivo annuo di 10mila, si potrà fare a meno della lente dell’Apsa e del Governatorato, gli enti che gestiscono il patrimonio e il territorio vaticani.