“Oggi nel mondo c’è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine. Tante guerre, pensiamo alle guerre, tanti conflitti: sembra incredibile il male che l’uomo può compiere!”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa di Pentecoste.Il Papa torna a parlare del diavolo e del fatto che è lui “in realtà, ad alimentare le nostre ostilità”. Il Papa invita dunque ad invocare lo Spirito per superare le divisioni. “Se il mondo è diviso, se la Chiesa si polarizza, se il cuore si frammenta, non perdiamo tempo a criticare gli altri e ad arrabbiarci con noi stessi, ma invochiamo lo Spirito, Lui è capace di risolvere queste cose”, ha detto nell’omelia della messa di Pentecoste. Infine il Papa ha elevato una preghiera: “Spirito Santo, Spirito di Gesù e del Padre, sorgente inesauribile di armonia, ti affidiamo il mondo, ti consacriamo la Chiesa e i nostri cuori. Vieni Spirito creatore, armonia dell’umanità, rinnova la faccia della terra”.
Lo spirito della divisione
E’ “lo spirito della divisione, il diavolo, il cui nome significa proprio ‘divisore’. Sì, a precedere ed eccedere il nostro male, la nostra disgregazione, c’è lo spirito maligno” che “gode degli antagonismi, delle ingiustizie, delle calunnie. E’ la sua gioia” – ha detto il Papa. E allora – ha aggiunto – “di fronte al male della discordia, i nostri sforzi per costruire l’armonia non bastano. Ecco allora che il Signore, al culmine della sua Pasqua, al culmine della salvezza, riversa sul mondo creato il suo Spirito buono, lo Spirito Santo, che si oppone allo spirito divisore perché è armonia, Spirito di unità che porta la pace.
Invochiamolo ogni giorno sul nostro mondo, sulla nostra vita e davanti ad ogni opera di divisione”.
Il Sinodo
Il Papa, nella messa, richiama il Sinodo che è in corso nella Chiesa: “è – e dev’essere – un cammino secondo lo Spirito: non un parlamento per reclamare diritti e bisogni secondo l’agenda del mondo, non l’occasione per andare dove porta il vento, ma l’opportunità per essere docili al soffio dello Spirito”.
Senza lo Spirito, ha proseguito il Papa, “la Chiesa è inerte, la fede è solo una dottrina, la morale solo un dovere, la pastorale solo un lavoro. E tante volte sentiamo tanti cosiddetti pensatori, teologi, che ci danno dottrine fredde: sembrano matematica”. Con lo Spirito, invece, “la fede è vita, l’amore del Signore ci conquista e la speranza rinasce. Rimettiamo lo Spirito Santo al centro della Chiesa”, è l’invito del Papa.
Costruiamo armonia nella Chiesa
La divisione colpisce il mondo ma anche la stessa Chiesa e il Papa oggi, nell’omelia, ha lanciato un invito: “Costruiamo armonia nella Chiesa!”. Lo Spirito Santo, al centro dell’odierna celebrazione della Pentecoste, è stato donato “per uno scopo preciso: per perdonare i peccati, cioè per riconciliare gli animi, per armonizzare i cuori lacerati dal male, frantumati dalle ferite, disgregati dai sensi di colpa”.
L’armonia non è uniformità: lo Spirito “non crea una lingua uguale per tutti, non cancella le differenze, le culture, ma armonizza tutto senza omologare, senza uniformare”. Francesco allora ha ribadito di stare attenti alla “tentazione dell’indietrismo che cerca di omologare tutto”. Lo Spirito Santo ha dato vita alla Chiesa non cominciando “da un progetto strutturato, come faremmo noi, che spesso poi ci disperdiamo nei nostri programmi; no, Lui inizia elargendo doni gratuiti e sovrabbondanti”. Il cristiano deve rispondere con docilità. E il Papa ha allora chiesto: “Il mio modo di vivere la fede è docile o è invece testardo” rispondendo “alle cosiddette dottrine che sono soltanto espressioni fredde?”. “Promuovo riconciliazione o sto sempre cercando di ficcare il naso per sparlare e distruggere?”.
Il Regina Coeli
Il Papa al Regina Coeli ha chiesto di pregare la Madonna per la fine dei conflitti: “A Lei affidiamo anche il desiderio di pace di tante popolazioni in tutto il mondo, specialmente della martoriata Ucraina”. Il Papa ha ricordato che lo scorso 22 maggio si è commemorato il centocinquantesimo anniversario della morte “di una delle figure più alte della letteratura: Alessandro Manzoni. Egli attraverso le sue opere è stato cantore delle vittime e degli ultimi. Essi sono sempre sotto la mano protettrice della provvidenza divina” che “consola” e “sono sostenuti anche dalla vicinanza dei pastori fedeli della Chiesa presenti nelle pagine del capolavoro manzoniano”. Il Papa ha invitato a “pregare per le popolazioni che vivono al confine tra Myanmar e Bangladesh duramente colpite da un ciclone: più di 800mila persone, oltre ai tanti Rohingya che già vivono in condizioni precarie. Mentre rinnovo a queste popolazioni la mia vicinanza mi rivolgo ai responsabili perché favoriscano l’accesso degli aiuti umanitari e faccio appello al senso di solidarietà umana e solidarietà ecclesiale per soccorrere questi nostri fratelli e sorelle”.
Rivedi il Regina Coeli di oggi, domenica 28 maggio 2023