“Ringrazio per la loro presenza il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano- ha detto il Papa all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario Vaticano – Saluto il Presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, e il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, insieme ai magistrati dei rispettivi uffici. Vi ringrazio per l’impegno generoso e competente posto nell’amministrazione della giustizia, che nel corso dell’ultimo anno è risultato particolarmente gravoso. Ringrazio per questo anche i vostri collaboratori e il personale del Corpo della Gendarmeria, sempre disponibili a fornire il supporto necessario all’esercizio delle vostre delicate responsabilità”. Il Pontefice si rallegra “per la presenza di diversi rappresentanti dei più alti organi giurisdizionali dello Stato italiano, che saluto e ringrazio, auspicando che questa occasione possa aiutare la conoscenza e il dialogo fra persone impegnate nel mondo delle istituzioni e in particolare della giustizia”.
Eventi gravi e imprevisti
“Il tempo trascorso dal nostro ultimo incontro – dice Francesco – è stato purtroppo segnato da eventi gravi e imprevisti, che hanno determinato profonde lacerazioni. Dopo la terribile prova della pandemia, con il suo seguito pesante di lutti e di crisi, abbiamo sperato in una pronta ripresa, alimentata e sostenuta da un diffuso spirito di solidarietà. Abbiamo auspicato e operato affinché si mettessero da parte gli egoismi e la sete di profitto per cercare di ripartire insieme, a livello nazionale e sovranazionale, dimostrando senso di responsabilità e capacità di collaborazione. Grazie a Dio, in molte parti del pianeta e in molte iniziative questa speranza e questo auspicio hanno trovato concreta realizzazione, con l’impegno fianco a fianco di credenti e non credenti”.
Tanti conflitti nel mondo
“I conflitti nel mondo sono tanti, e sono una sorta di autodistruzione”. Lo sottolinea il Papa presiedendo l’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale vaticano. Nel corso del suo intervento, Bergoglio riflette anche sulla guerra in Ucraina, e nelle altre parti del mondo. “Purtroppo, proprio mentre si cercava di progredire in questo percorso di graduale ripresa, lo scoppio del conflitto in Ucraina e la sua tragica evoluzione hanno fatto ripiombare il mondo intero in una crisi profonda, aggravata dai molteplici focolai di guerra che continuano a divampare anche in altre nazioni. In effetti, ci sono guerre che a volte toccano più da vicino, ma la realtà è che i conflitti nel mondo sono tanti, e sono una sorta di autodistruzione”, dice il Pontefice ribadendo un concetto espresso nel viaggio di ritorno dal recente viaggio in Sud Sudan.
Cresce l’anelito per la pace
“Di fronte a questi scenari, cresce in noi l’anelito alla pace e alla giustizia. Si rafforza nella nostra coscienza, fino a diventare imperativo, il bisogno di dare testimonianza per aiutare a costruire la pace e la giustizia. Ogni impegno per la pace implica e richiede l’impegno per la giustizia. La pace senza giustizia non è una vera pace, non ha solide fondamenta né possibilità di futuro. E la giustizia non è un’astrazione o un’utopia. Nella Bibbia, essa è l’adempimento onesto e fedele di ogni dovere verso Dio, è compiere la sua volontà. Non è solo il frutto di un insieme di regole da applicare con perizia tecnica, ma è la virtù per cui diamo a ciascuno ciò che gli spetta, indispensabile per il corretto funzionamento di ogni ambito della vita comune e perché ognuno possa condurre una vita serena. Una virtù da coltivare mediante l’impegno di conversione personale e da esercitare insieme alle altre virtù cardinali della prudenza, della fortezza e della temperanza”. “Questa virtù – osserva il Pontefice – è affidata in modo eminente alla responsabilità di quanti sono impegnati nell’ambito giudiziario, per consentire il ristabilimento della pace violata fra i diversi soggetti della comunità in contesa fra loro e in seno alla comunità”.
Aumentata gravità delle condotte
E’ “aumentata” la “gravità delle condotte che vengono in rilievo soprattutto nell’ambito della gestione patrimoniale e finanziaria” in Vaticano. Il Papa inaugura l’Anno giudiziario davanti al Tribunale del Vaticano. Le parole del Pontefice sono molto chiare. Il pensiero va inequivocabilmente al processo in corso per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese. “Qui – dice – bisogna essere chiari ed evitare il rischio di ‘confondere il dito con la luna’: il problema non sono i processi ma i fatti e i comportamenti che li determinano e li rendono dolorosamente necessari. Infatti, tali comportamenti, da parte di membri della Chiesa, nuocciono gravemente alla sua efficacia nel riflettere la luce divina. Grazie a Dio, però, ‘non vengono meno ne’ il desiderio profondo di questa luce ne’ la disponibilità della Chiesa ad accoglierla e condividerla’ perché i discepoli di Cristo sono chiamati ad essere ‘luce del mondo’. Bergoglio, richiamando in maniera eloquente la misericordia e la vicinanza nei confronti di chi sbaglia , osserva: “Con questo atteggiamento di misericordia e di vicinanza siamo chiamati a guardare i fratelli e le sorelle, soprattutto quando sono in difficoltà, quando sbagliano, quando sono sottoposti alla prova del giudizio. Una prova – sottolinea il Pontefice a scanso di equivoci – che a volte è necessaria quando si tratta di accertare condotte che offuscano il volto della Chiesa è destano scandalo nella comunità dei fedeli”.
La misericordia non è la sospensione della giustizia
“Misericordia e giustizia non sono alternative ma camminano insieme, procedono in equilibrio verso lo stesso fine, perché la misericordia non è la sospensione della giustizia, ma il suo compimento”. Lo sottolinea il Papa, presiedendo l’Anno giudiziario del Tribunale vaticano alla presenza del ministro della giustizia italiano Carlo Nordio e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. “Cari Magistrati, la via della giustizia rende possibile una fraternità in cui tutti sono tutelati, specialmente i più deboli. Auguro a tutti voi di operare mantenendo sempre viva questa consapevolezza e la tensione verso la verità”, dice Francesco.