“L’anno di grazia del Signore, di cui è espressione il Giubileo, ha in sé questo fermento: in un mondo lacerato e senza pace lo Spirito Santo ci educa a camminare insieme. La terra riposerà, la giustizia si affermerà, i poveri gioiranno, la pace tornerà se non ci muoveremo più come predatori, ma come pellegrini”. E’ il messaggio lanciato da papa Leone XIV nella Veglia di Pentecoste in Piazza San Pietro, in occasione del Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle Comunità.
Quindi, ha affermato, “non più ognuno per sé, ma armonizzando i nostri passi ai passi altrui. Non consumando il mondo con voracità, ma coltivandolo e custodendolo, come ci insegna l’Enciclica Laudato si'”.
In presenza di oltre 70 mila pellegrini, giunti a Roma per questi due giorni da più di 100 Paesi del mondo, il Papa ha pronunciato un forte e significativo appello all’unità, nella Veglia di preghiera dedicata la tema della pace.
“La sera della mia elezione, guardando con commozione il popolo di Dio qui raccolto, ho ricordato la parola ‘sinodalità’, che esprime felicemente il modo in cui lo Spirito modella la Chiesa“, ha ricordato il Pontefice nell’omelia.
“Dio non è solitudine”, ha sottolineato: “Dio ha creato il mondo perché noi fossimo insieme. ‘Sinodalità’ è il nome ecclesiale di questa consapevolezza. È la via che domanda a ciascuno di riconoscere il proprio debito e il proprio tesoro, sentendosi parte di un intero, fuori dal quale tutto appassisce, anche il più originale dei carismi”.
Secondo papa Prevost, “tutta la creazione esiste solo nella modalità dell’essere insieme, talvolta pericoloso, ma pur sempre un essere insieme”. “E ciò che noi chiamiamo ‘storia’ – ha proseguito – prende forma solo nella modalità del riunirsi, del vivere insieme, spesso pieno di dissidi, ma pur sempre un vivere insieme. Il contrario è mortale, ma purtroppo è sotto i nostri occhi, ogni giorno”.
Rivolgendosi quindi alle aggregazioni laicali e comunità, le ha sollecitate ad essere “delle palestre di fraternità e di partecipazione, non solo in quanto luoghi di incontro, ma in quanto luoghi di spiritualità”. “Lo Spirito di Gesù cambia il mondo, perché cambia i cuori – ha aggiunto -. Ispira infatti quella dimensione contemplativa della vita che sconfessa l’autoaffermazione, la mormorazione, lo spirito di contesa, il dominio delle coscienze e delle risorse”.
Prima dell’arrivo in piazza del Pontefice, sono state ascoltate le testimonianze di Hussam Abu Sini, israeliano di origine arabo-cristiana impegnato per la pace, Nicola Buricchi, padre e marito con una storia di tossicodipendenza alle spalle, Aline Minani, direttrice della Scuola della pace “Floribert Bwana Chui” per bambini profughi e vulnerabili alla periferia di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, Pedro e Maria Begona Sanchez, sposi missionari in Ucraina, genitori di 12 figli.
Protagonisti dell’evento – che culmina domenica mattina alle 10.30 con la messa di papa Leone sempre in Piazza San Pietro – sono i movimenti ecclesiali, le nuove comunità, le associazioni di fedeli, le realtà carismatiche e missionarie, al loro primo incontro con papa Leone. Tra le realtà presenti, il Cammino neocatecumenale, l’Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, la Comunità cattolica Shalom, le Cellule parrocchiali di evangelizzazione, Charis International, la Comunità di Sant’Egidio, la Comunità Nuovi Orizzonti, il Forum Internazionale dell’Azione Cattolica, la Gioventù Ardente Mariana, l’Opera di Maria – Focolari, il Rinnovamento nello Spirito, l’Associazione Salesiani Cooperatori.
“Questa Piazza San Pietro, che è come un abbraccio aperto e accogliente, esprime magnificamente la comunione della Chiesa, sperimentata da ognuno di voi nelle diverse esperienze associative e comunitarie, molte delle quali rappresentano frutti del Concilio VaticanoII”, ha commentato il Papa.
Testo: ANSA
Foto: Vatican Media