Pubblichiamo un estratto dell’articolo di Famiglia Cristiana sulla vicenda di Altavilla Micilia.
Dalle tragiche vicende di Altavilla Milicia – dove un muratore, Giovani Barreca, con la complicità di una coppia di fanatci e della primogenita 17enne, ha torturato e ucciso la moglie e gli altri due figli, di 16 e 5 anni, dichiarando di averlo fatto per liberarli dai demoni – ricaviamo drammatici spunti su cui riflettere e piangere. Abbiamo chiesto una riflessione a Don Aldo Buonaiuto, sacerdote, animatore del Servizio anti sette della Comunità Papa Giovanni XXIII,
La riflessione a don Aldo Buonaiuto
Sono innumerevoli gli orrori che le cronache ci presentano implacabilmente lasciandoci sbigottiti di fronte alle uccisioni con crudeltà inaudita di figli e familiari. Ultimamente abbiamo sentito anche applicare termini ricchi di significato spirituale, come ad esempio la parola “esorcismo” a gesti disumani che nulla hanno a che fare con questo particolare ministero. Per la Chiesa Cattolica, infatti, la preghiera di esorcismo è appunto un’invocazione, una supplica orante a Nostro Signore affinché liberi un’anima disturbata, in vari modi, dalle insidie del maligno. Tale preghiera straordinaria si realizza attraverso un rito apposito che può essere utilizzato esclusivamente dai Vescovi e dai loro delegati a compiere questo specifico servizio. L’esorcista, quindi, è, per i cattolici, sempre e unicamente il Vescovo o un sacerdote suo collaboratore da lui incaricato.
Nell’individuare i sacerdoti idonei la Chiesa chiede che il candidato abbia pietà, scienza, integrità di vita, equilibrio, discernimento, preparazione teologica ed esperienza spirituale. Purtroppo ognuno può, in uno stato delirante, pensare e poi esprimersi strumentalizzando una terminologia religiosa che andrebbe preservata da un uso improprio e che non ha alcuna attinenza con le aberrazioni compiute recentemente. In un libro intervista papa Francesco racconta che quando era arcivescovo di Buenos Aires ha avuto diversi casi di persone che son venute da lui dicendo di essere indemoniate. “Le ho mandate a consulto da due bravi sacerdoti ‘specialisti’: non sono guaritori, ma esorcisti –spiega il Santo Padre -. Entrambi mi hanno detto successivamente che di queste persone soltanto due o tre erano realmente vittime di possessione diabolica. Le altre soffrivano di ossessione diabolica, che è cosa ben diversa perché non avevano il diavolo in corpo. Questo è bene specificarlo”.
Anche la definizione di “setta” non può essere attribuita a cuor leggero. Una realtà settaria infatti è sempre composta da un nucleo di persone che si organizzano in modo occulto o comunque esclusivo portando avanti obiettivi e strategie subdole, insane, devianti, estreme e quasi sempre illusorie e in contrasto con il vero bene della persona e con il bisogno di socialità e di progresso. I fautori delle sette sono persone astute, scaltre e raramente si limitano ad associarsi soltanto in due o tre.
Ci sono però tante altre personalità, spesso con problemi psichici o di altra natura, che imitano o ricalcano comportamenti devianti da cui si lasciano suggestionare o addirittura plagiare. Menti deboli o perverse, sempre malate, che si ossessionano cercando capri espiatori.Mischiando in un mix tossico santi e diavoli, preghiere e torture. Un pastrocchio pericoloso e persino letale quando nessuno si allarma o fa qualcosa per prevenirne i rischi. Ecco perché il Servo di Dio don Oreste Benzi fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, nei primi anni del nuovo millennio, ebbe l’intuizione di istituire un numero verde nazionale (800228866) per dare voce alle vittime delle sette e a tutti coloro che utilizzando questo “ponte di aiuto” possono trovare qualcuno che ascolti ed eventualmente indirizzare o alle Forze dell’Ordine o al sacerdote esorcista.
Certamente le due dimensioni, e cioè l’appartenenza ad una setta e il problema diabolico, possono anche incrociarsi ma non devono mai confondersi perché ciò che è un malessere dell’anima non comporta in modo automatico il far parte di un gruppo settario. Ciò che deve interrogarci è la ragione di tanti silenzi e banalizzazioni di fenomeni così gravi. Anche qui c’è una umanità da soccorrere e aiutare e di certo non possiamo voltarci dall’altra parte.