“Lo spazio è aperto in Russia all’ascolto di Papa Francesco. In Russia il Papa viene ascoltato”. Così l’arcivescovo cattolico di Mosca, monsignor Paolo Pezzi, commenta all’agenzia Sir le parole pronunciate ieri dal Pontefice al termine dell’Angelus quando parlando del ritiro dei russi dall’accordo sul grano, ha rivolto un appello “ai miei fratelli, le autorità della Federazione Russa affinché sia ripristinata l’iniziativa del Mar Nero e il grano possa essere trasportato in sicurezza”. “Se a questo ascolto segua una decisione – prosegue Pezzi – questo non lo possiamo sapere ma certamente in questo momento e in passato e come anche la visita del cardinale Zuppi ha mostrato, uno spazio di apertura comunque c’è”.
Le parole da Mosca
Raggiunto dal Sir, l’arcivescovo racconta anche il clima che si respira in queste ore a Mosca dopo che la scorsa notte due droni hanno causato una forte esplosione al centro della città, colpendo due edifici ma senza fare vittime o feriti. I droni sono stati poi abbattuti poco lontano, a ovest della città. “Gli attacchi con i droni – osserva Pezzi – non hanno incrementato quella paura che già c’è perché è chiaro che quando succede qualcosa di questo genere significa che tutto è possibile. Ora con quale entità e in che termini questo è difficile dirlo e definire. Per me il futuro è sempre nelle mani di Dio. A noi spetta di continuare a implorare la pace e non perdere la speranza. Se la pace è un dono, occorre sempre avere consapevolezza che non è il frutto di un compromesso e nemmeno di un dialogo. La pace è innanzitutto un dono e come tale va imparata, va domandata”.