Bambini strappati con la forza dai loro genitori e portati via. E’ quanto denuncia l’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, nel videomessaggio diffuso ieri di ritorno da un viaggio pastorale nelle regioni di Odessa e Mykolaiv. “Durante le nostre visite ho avuto la possibilita’ di vedere le lacrime di padri e di madri i cui figli sono stati portati via con la forza dagli occupanti”, dice Shevchuk, citato dal Sir.
Le denuncie dei genitori ucraini
“Molti dei nostri compatrioti che sono partiti dai territori occupati, a volte anche miracolosamente, raccontano delle indescrivibili umiliazioni e abusi nei campi di filtrazione prima di essere lasciati andare dal territorio occupato”, afferma il primate greco-cattolico. “E ci sono molti casi in cui ciascun membro della famiglia viene filtrato separatamente. A volte, poi, con l’orrore papa‘ e mamma vedono che sono stati rilasciati e il bambino gli e’ stato portato via. Dove sono questi bambini? Quanti sono? Non sappiamo precisamente. Ho visto le lacrime di papa‘ e mamma che non sanno dove sia il loro bambino – aggiunge mons. Shevchuk -. Preghiamo per quei bambini.
Preghiamo per quelle famiglie. Per coloro che sono stati strappati con la forza alla protezione e all’amore della loro famiglia, dei loro parenti”.
La giustificazione cristiana alla guerra
“Il dolore piu’ profondo e’ quello di sentire la giustificazione cristiana della guerra russa contro l’Ucraina, vale a dire il sostegno e la sintonia perfetta della Chiesa ortodossa russa con l’ideologia del ‘mondo russo'”. Lo ha detto ieri l’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, aprendo in videoconferenza l’Anno accademico della Pontificia Universita’ San Tommaso d’Aquino. Secondo quanto si legge in un comunicato diffuso oggi, mons. Shevchuk ha detto che “il messaggiocristiano viene strumentalizzato per la finalita’ ideologica russa nazionalista”, secondo un approccio che “si avvicina sempre di piu’ alla dottrina dell’Isis elaborata dallo Stato islamico”, mentre “i vertici del patriarcato di Mosca proclamano una guerra metafisica che e’ una guerra contro il globalismo universale, soprattutto quello occidentale e americano. Ecco perche’ il Santo Padre Francesco ha definito questa guerra una guerra sacrilega”.
Nessuna parola contro la guerra dalla Chiesa russa
L’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina nota anche che “durante tutto il periodo della guerra in Ucraina, purtroppo, non abbiamo sentito, da parte dei vescovi della Chiesa del Patriarcato di Mosca, ne’ tantomeno dal Patriarca, alcuna parola contro la guerra, ne’ le espressioni di solidarieta’ con, quantomeno, i propri fedeli ortodossi residenti nel nostro Paese”. Ne’ – aggiunge Shevchuk – “abbiamo trovato alcun appello ai soldati russi ad astenersi dalla crudelta’ nei confronti delle persone innocenti e a comportarsi umanamente con gli ostaggi, i feriti e la popolazione civile”. Piuttosto “abbiamo sentito la glorificazione dei crimini di guerra e della ideologia di violenza da parte dello stesso Patriarca Kirill”.
La condanna di 300 teologi ortodossi
Eppure – ricorda l’arcivescovo greco-cattolico -, 300 teologi ortodossi hanno condannato la guerra, e a livello ecumenico internazionale la reazione e’ stata di “esplicita condanna”, a partire dalle dichiarazioni del Consiglio ecumenico delle Chiese a quelle del primate della Comunione Anglicana, l’arcivescovo Justin Welby.
L’invito agli accademici di “non tacere”
Mons. Sviatoslav Shevchuk chiede infine alla comunita’ accademica di “studiare e di elaborare una valutazione scientifica delle cause e delle conseguenze della guerra in Ucraina, con una particolare attenzione all’ideologia del ‘mondo russo’ che sta diventando un’enorme sfida per la credibilita’ del messaggio cristiano e della verita’ oggettiva, una grave minaccia per il diritto internazionale e la convivenza pacifica fra i popoli”. L’invito agli accademici e’ quello di “non tacere”, perche’ se il genocidio del popolo ucraino per mano della Russia non verra’ denunciato oggi, “domani sara’ causa delle innumerevoli vittime come lo hanno gia’ fatto il nazismo e il comunismo nel secolo scorso”. (ANSA)