La Santa Sede è pronta a mediare tra Israeliani e Palestinesi. Come già accade per l’Ucraina, la questione più urgente per il Papa e il Vaticano è quella umanitaria. “La liberazione degli ostaggi israeliani e la protezione della vita degli innocenti a Gaza sono il cuore del problema creatosi con l’attacco di Hamas e la risposta dell’esercito israeliano. Sono al centro delle preoccupazioni di tutti noi, del Papa e dell’intera comunità internazionale. La Santa Sede è pronta a qualsiasi mediazione necessaria, come sempre. Intanto cerca di parlare con le istanze i cui canali sono già aperti”, ha detto il cardinale Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin.
Le riflessioni di Parolin
Il cardinale questa mattina si è recato nella sede dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede. “Ci ha espresso i suoi profondi sentimenti di dolore e di solidarietà”, ha riferito l’ambasciatore Rapahel Schutz.
Parolin, in una intervista ai media vaticani, definisce l’attacco di Hamas a Israele “disumano” e ribadisce “la totale e ferma condanna” da parte della Santa Sede. Allo stesso tempo chiede di “recuperare il senso della ragione, abbandonare la logica cieca dell’odio e rifiutare la violenza come soluzione. È diritto di chi è attaccato difendersi, ma anche la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità”.
L’apertura di un tavolo
Parolin auspica che le due parti possano aprire un tavolo: “Non so che margine di dialogo ci possa essere tra Israele e la milizia di Hamas, ma, se ci fosse e speriamo che ci sia, lo si dovrebbe percorrere subito e senza indugio. Questo per evitare altro spargimento di sangue, come sta avvenendo a Gaza, dove ci sono molte vittime civili innocenti a seguito degli attacchi dell’esercito israeliano”. Per il Segretario di Stato vaticano “è giusto che gli ostaggi vengano riconsegnati subito, anche quelli che Hamas detiene dagli scorsi conflitti: in questo senso rinnovo con forza il vibrante appello lanciato e ripetuto dal Santo Padre Francesco in questi giorni”. Allo stesso tempo “è giusto che nella legittima difesa Israele non metta in pericolo i civili palestinesi che vivono a Gaza. È giusto, indispensabile direi, che in questo conflitto, come in ogni altro, il diritto umanitario sia pienamente rispettato”. Da un punto di vista degli scenari la Santa Sede conferma che la possibile soluzione è quella dei “due Stati” che “permetterebbe a Palestinesi ed Israeliani di vivere fianco a fianco, in pace e sicurezza, venendo incontro alle aspirazioni di gran parte di essi. Questa soluzione, che è prevista dalla Comunità internazionale, ultimamente è sembrata ad alcuni, sia da una parte che dall’altra, non più realizzabile. Per altri non lo è mai stata. La Santa Sede è convinta del contrario e continua a sostenerla”.
La minoranza cristiana
Infine, nel colloquio con i media vaticani, il cardinale Segretario di Stato affronta la questione della minoranza cristiana: è “parte essenziale della terra in cui Gesù è nato, vissuto, morto e risorto. Nessuno può pensare né la Palestina né Israele senza la presenza cristiana, che è lì fin dagli inizi e sarà lì per sempre”. (ANSA).