L’esercito più piccolo, antico e suggestivo del mondo torna al numero massimo: 135 militari a protezione del Pontefice «anche a rischio della propria vita». 34 nuove guardie svizzere infatti giurano fedeltà al Papa. La cerimonia si terrà, come da tradizione, il 6 maggio.
L’appuntamento sarà lunedì 6 maggio nel «Cortile di San Damaso» del Palazzo apostolico vaticano. Ogni anno, le nuove reclute prestano giuramento in occasione dell’anniversario del sacco di Roma, in cui 189 guardie svizzere difesero Clemente VII contro l’esercito di Carlo V.
Il giuramento
Il giuramento avviene sulla bandiera del corpo delle Guardie svizzere pontificie e alla presenza del rappresentante del Vescovo di Roma, monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato.
Spiegano dal comando: «Le guardie giurano così di proteggere e difendere il Papa in carica e tutti i suoi legittimi successori, anche a rischio della propria vita, come hanno fatto in passato i nostri valorosi e fedeli antenati». Ecco la formula di giuramento, letta dal cappellano: «Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa. Assumo gli stessi doveri nei confronti del Collegio Cardinalizio durante la vacanza della Sede Apostolica. Prometto anche al Comandante e agli altri Superiori rispetto, fedeltà e obbedienza. Così giuro, che Dio e nostri Santi Patroni mi assistano». Risposta delle guardie alla bandiera: «Io, Alabardiere…, giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano!».
La messa
Lunedì al mattino nella basilica di San Pietro è prevista la Messa celebrata dal cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Il comando illustra i dettagli del rituale in programma dalle 17: «L’evento si svolge in un clima di festa. Le guardie indossano la “Gran Gala”, l’uniforme di gala comprensiva di armatura, che viene indossata per la benedizione papale Urbi et Orbi, a Natale e Pasqua. Sarà presente una delegazione della Confederazione svizzera, guidata dalla presidente della Confederazione Viola Amherd con il presidente del Consiglio nazionale Eric Nussbaumer e la presidente del Consiglio degli Stati Brigitte Eva Herzog. Inoltre, il Capo dell’Esercito sarà rappresentato dal Brigadiere Jacques Frédéric Rüdin, vice capo di Stato Maggiore dell’Esercito, e sarà presente il rappresentante della Conferenza episcopale svizzera, monsignor Felix Gmür (Presidente), vescovo di Basilea». La delegazione «del cantone ospitante di quest’anno, Basilea Campagna, è guidata dal governo cantonale e dalla presidente del governo cantonale, Monica Gschwind».
L’esercito più vecchio al mondo, fondato da Papa Giulio II il 22 gennaio 1506, è responsabile della protezione del Papa e della sua residenza. Cooperano con la Gendarmeria vaticana e con l’Ispettorato di Polizia italiana. Il corpo delle Guardie svizzere, «guidato dal colonnello Christoph Graf (LU), ha il compito di controllare gli accessi al Vaticano e al Palazzo Apostolico, di garantire l’ordine e la rappresentanza durante le cerimonie papali e i ricevimenti di Stato e di proteggere il Collegio cardinalizio durante la sede vacante. Il Corpo comprende guardie provenienti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera». La maggior parte dei membri «proviene dal Cantone di Friburgo (17), seguito dai Cantoni di Vallese (16) e San Gallo (13)».
Le 34 reclute che giureranno lunedì riportano il corpo – il più piccolo del mondo – al numero massimo previsto: 135 militari. «Si torna ai livelli pre-Covid, una boccata d’ossigeno – commenta parlando a Manuela Tulli dell’agenzia Ansa il caporale Eliah Cinotti, portavoce dell’esercito del Papa – che ci permette di affrontare il Giubileo in maniera più confortevole». (La Stampa).
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