Lo sport come scuola e palestra di vita. È il tema centrale del libro del Papa appena uscito in Spagna col titolo: “Oltre i limiti. Lo sport secondo il Papa Francesco”. Sono 170 pagine edite dalla Romana Editorial in collaborazione con la Libreria Editrice Vaticana curate da don Dario Viganò e da Valerio Cassetta e arricchite dalla prefazione di Carlo Ancelotti.
Il libro
La base del libro è l’intervista che il Papa rilasciò alla Gazzetta dello Sport nel 2021 e che è stata fonte d’ispirazione anche per le parole dell’allenatore del Real: “Rimasi colpito da una dichiarazione del Santo Padre alla Gazzetta – scrive Carlo –: “Vincere e perdere sono due verbi che sembrano opporsi tra loro: a tutti piace vincere e a nessuno piace perdere. La vittoria contiene un brivido che è persino difficile da descrivere, ma anche la sconfitta ha qualcosa di meraviglioso. Per chi è abituato a vincere, la tentazione di sentirsi invincibili è forte: la vittoria a volte può rendere arroganti e condurre a pensarsi arrivati. La sconfitta invece favorisce la meditazione: ci si chiede il perché della sconfitta, si fa un esame di coscienza, si analizza il lavoro fatto. Ecco perché da certe sconfitte nascono delle bellissime vittorie: perché individuato lo sbaglio si accende la sete del riscatto. Mi verrebbe da dire che chi vince non sa che cosa si perde. Non è solo un gioco di parole: chiedetelo ai poveri”.
Un atleta di alto livello gioca sempre per vincere. Ma nel percorso di un atleta anche i ko sono tappe per migliorare. I vari aspetti dello sport esplorati dal Papa in questa opera, dall’importanza dell’educazione fisica nella formazione dei giovani alla necessità di combattere le piaghe del doping e della corruzione fino al riconoscimento del potere dello sport come strumento di pace tra i popoli, si traducono in un invito a vedere lo sport non solo come una competizione ma come un’opportunità di crescita morale e spirituale”.
La prefazione integrale di Carlo Ancelotti
Se l’importanza dello sport nella società contemporanea è innegabile, la sua capacità di permeare con messaggi e valori positivi il tessuto delle nuove generazioni risulta sempre più sorprendente. L’universalità del linguaggio dello sport trascende le barriere culturali, linguistiche e geografiche, unisce e non divide, promuove principi fondamentali come il rispetto delle regole e dell’avversario, l’inclusione, l’integrazione e il fair play, e arriva immediatamente alle persone. È una questione di forma e sostanza. Di modi e contenuti. Di argomenti e comunicazione verbale e non verbale. In questo contesto, la voce del Papa sui temi sportivi, raccolti nelle pagine di questo libro, assume un ruolo di straordinaria rilevanza, non solo per i fedeli, ma per tutti coloro che vedono nello sport un mezzo di crescita personale e collettiva. Lo sport come terreno fertile in cui coltivare talenti e virtù, lo sport come palestra e metafora della vita. I discorsi del Papa sullo sport che seguono offrono una prospettiva unica che collega la dimensione spirituale con quella atletica, invitandoci a riflettere sul significato più profondo dell’attività sportiva, sottolineando come questa possa diventare un veicolo di valori cristiani e virtù umane.
Nel gennaio del 2021 mi colpì una dichiarazione del Santo Padre in un’intervista concessa al quotidiano La Gazzetta dello Sport: “Vincere e perdere sono due verbi che sembrano opporsi tra loro: a tutti piace vincere e a nessuno piace perdere. La vittoria contiene un brivido che è persino difficile da descrivere, ma anche la sconfitta ha qualcosa di meraviglioso. Per coloro che sono abituati a vincere, la tentazione di sentirsi invincibili è forte: la vittoria, a volte, può rendere arroganti e far credere di aver già raggiunto la cima. La sconfitta, invece, favorisce la meditazione: ci si chiede il perché della sconfitta, si fa un esame di coscienza, si analizza il lavoro svolto. Per questo, da certe sconfitte nascono bellissime vittorie: perché, identificato l’errore, si accende la sete di redenzione. Mi azzarderei a dire che chi vince non sa cosa si perde. Non è solo un gioco di parole: chiedetelo ai poveri”. Un atleta di alto livello, un professionista, gioca sempre per vincere, è chiaro. Ma nel percorso di un atleta, anche le sconfitte sono tappe propedeutiche per migliorare.
I vari aspetti dello sport esplorati dal Papa in quest’opera, dall’importanza dell’educazione fisica nella formazione dei giovani, alla necessità di combattere le piaghe del doping e della corruzione, passando per il riconoscimento del potere dello sport come strumento di pace e dialogo tra i popoli, si traducono in un invito a vedere lo sport non solo come una competizione, ma come un’opportunità di crescita morale e spirituale, che passa anche attraverso le piccole azioni quotidiane. Lo sport di alto livello, sempre più sotto i riflettori e le telecamere, ha una grande responsabilità verso la collettività. Atleti, allenatori, dirigenti devono poter essere un esempio per i più giovani che spesso emulano i loro gesti dentro e fuori dal campo. La forza della cultura dell’esempio. Leggendo queste pagine si percepirà l’esortazione a vivere lo sport con integrità e passione, a riconoscere il valore della disciplina e del sacrificio, del lavoro di squadra, e a promuovere una cultura sportiva che sia inclusiva e rispettosa della dignità di ogni individuo.
Attraverso l’esempio di atleti e sportivi, possiamo riscoprire l’importanza di una vita orientata al bene comune, all’amore per il prossimo, e alla ricerca di una felicità autentica e duratura. Dai tornei in Oratorio alle finali della Champions League, dalle partite informali sotto casa alle Olimpiadi. In un’epoca in cui lo sport è spesso associato a interessi economici e mediatici, la visione del Papa ci ricorda l’essenza pura e nobile dell’attività sportiva. Un omaggio a tutti coloro che credono nel potere trasformativo dello sport e della fede, sportiva e cristiana.
Carlo Ancelotti