Il commento al Vangelo di oggi, 18 febbraio, di Don Giulio Dellavite.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e vi rimase quaranta giorni tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni Battista fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
La riflessione sul Vangelo
Non esiste dichiarazione d’amore più bella del tempo donato a prendersi cura. È “il tempo compiuto” del Vangelo. È il tempo favorevole della Quaresima, come il Papa ci indica: “È tempo di agire e in Quaresima agire è anche fermarsi. Rallentare. Mobilita nuove energie in cuori atrofizzati. Invece di nemici vediamoci come compagni. È il sogno di Dio. Si veda la gioia sui volti, si senta il profumo della libertà”. “Il sacrificio non è nello stomaco, ma nel cuore. Un buon arrosto non ti renderà una persona cattiva, come nemmeno un filetto di pesce ti renderà santo. Meglio cercare di avere una relazione più profonda con Dio attraverso un trattamento migliore con il prossimo”.
Il tempo di uno stop
È il tempo opportuno di uno stop per “curarci”: abbiamo bisogno di prenderci cura della nostra interiorità, di avere cura dei nostri sogni, di trattare con cura le ferite nei legami, di trovare la cura per i virus che intossicano idee e sentimenti. Nelle scorse settimane l’evangelista Marco ci ha presentato tante situazioni di sofferenza interiore in cui rispecchiarci. Il Crocifisso si mostra a noi come MEDICO E MEDICINA. Pensiamo il fermarci in questa Quaresima come entrare nella clinica di Dio. Innanzitutto ci prescrive un check-up. Dagli esami del sangue abbiamo “i valori” scarsi.
Misurando la glicemia rileviamo basso livello di dolcezza. La pressione è alta per troppa ansietà stressata e stressogena. L’elettrocardiogramma rileva un cuore affaticato, con le arterie ostruite dalle pretese capricciose. Le mani rischiano l’artrosi perché troppo chiuse a pugno. C’è una forte miopia: non si vede al di là delle cose negative. La sordità è a rischio a causa per i duri tappi dei pregiudizi. Il fegato è ingrossato dalla rabbia. I denti sono cariati per il troppo mordere con cattiveria. Le gambe sono piene di lividi per calci e sgambetti.
Il mal di testa viene dal poco uso del cervello a farsi domande. Lo stomaco brucia per l’abbondante acidità e per le farfalle dei sogni morte avvelenate da bocconi amari. L’intestino è gonfio perché divoriamo senza gustare nulla. Il crocifisso, medico e medicina, ci dà oggi una cura intensiva. Appena svegli bere un bicchiere di “affidamento fiducioso”. Lavarsi i denti per sorridere e togliere il cerume per ascoltare. Prima di uscire prendere un cucchiaio di “pazienza”.
Fai qualcosa per te
A metà mattina ingerire una fiala di “comprensione”. Dopo i pasti una boccata di inalatore di “fai qualcosa per te”. Al ritorno a casa iniettarsi una dose di “tenerezza”. Prima di andare a letto una bustina di “gratitudine”. Una volta alla settimana una passeggiata nella coscienza. Infine, ogni due ore una pillola di vitamine, alternando magari vitamina A di Abbracci, vitamina B di Bellezza (natura, lettura, arte, cinema, compagnia, sport, hobbies), C di Carineria, D di Divinità cioè quelle piccole preghiere di un secondo (dette “giaculatorie” dal latino “giavellotto verso il cielo”) che sono un bacio a una Madonnina che si incontra per strada, un segno di croce davanti a una chiesa o a un cimitero, una chiacchiera con l’angelo custode su quanto ci accade, un “Ciao Gesù!” se si scorge una sua immagine. Non esiste dichiarazione d’amore più bella del tempo donato a prendersi cura… anche di se stessi. Come Gesù nel deserto.