In questo piccolo borgo rurale della provincia alessandrina, si erge uno degli edifici religiosi architettonicamente più belli della zona: il santuario del Sacro Monte di Crea. La sua storia comincia, secondo la tradizione, nel 350 DC quando Sant’Eusebio pose la prima reliquia nel luogo: una statua lignea della Madonna col bambino. Da lì cominciarono i primi viaggi per l’adorazione
I veri e propri pellegrinaggi sarebbero cominciati a cavallo del 1100, quando i Marchesi del Monferrato fecero completare le edificazioni. Solo nel 1735, a seguito dell’ennesima ristrutturazione, il santuario divenne come lo conosciamo ora, contraddistinto da uno stile spiccatamente barocco. Importanti anche i mastri artisti che nei secoli vi hanno lavorato: Francesco Spanzotti, il Moncalvo e Leonardo Bistolfi.
Oggi il santuario e il parco che lo circonda sono patrimonio mondiale dell’UNESCO come Monte Sacro –assieme ad altri 7 in Piemonte e Lombardia – e area protetta dal Ministero dell’Ambiente. I visitatori ogni anni sono decine di migliaia.
Fondato nel 1589 su iniziativa di Costantino Massino, priore lateranense del Santuario della Madonna Assunta. Costantino Massino propose di costruire un itinerario religioso ispirato al Sacro Monte di Varallo, per favorire la preghiera e la meditazione e per rinnovare la devozione mariana legata al Santuario, meta di pellegrinaggio di notevole importanza fin dall’XI secolo. Il forte legame fra il santuario e la dinastia regnante nel Monferrato rese partecipi dell’impresa il duca, la nobiltà, l’alto clero e le comunità locali. Nella prima fase della storia del Sacro Monte, che si concluse intorno al 1657, lavorarono importanti artisti attivi anche nei Sacri Monti di Orta, Varallo e Varese, tra i quali il Moncalvo, i Prestinari e i de Wespin, autori dello spettacolare complesso scultoreo della cappella del Paradiso (c. 23), realizzato negli anni che vanno tra il 1604 e il 1612.
Durante il XVIII secolo il Sacro Monte cadde poco alla volta in stato di abbandono e, tra 1796 e 1801, le incusioni delle truppe rivoluzionarie francesi contribuirono alla rovina di molte strutture, statue e affreschi. Per alcuni decenni il Sacro Monte fu abbandonato e soltanto nel 1820 una comunità di frati francescani, diventati responsabili del Santuario, cominciarono a ripristinare alcuni edifici. Nel 1885 cominciò una sistematica campagna di restauro, supportata dal vescovo di Milano Nazari di Calabiana e destinata a durare fino agli anni Venti del Novecento. Durante questa fase, in cui vennero costruiti alcuni edifici ex novo, il famoso scultore simbolista Leonardo Bistolfi intervenne nella cappella 16, modellando le statue della Salita al Calvario.