E’ una storia di corruzione quella che il brano del Vangelo di oggi ci racconta. L’evangelista Luca riporta la parabola dell’amministratore disonesto che ruba al suo padrone e che poi, scoperto, usa la furbizia per cavarsela. Papa Francesco si domanda “in che consiste questa furbizia e cosa vuole dirci Gesù”.
Il richiamo di Gesù ad essere creativi, svegli e attenti
Il Papa sottolinea l’intraprendenza di quell’amministratore che di fronte al rischio di perdere il lavoro, mette in moto tutte le sue capacità, “non fa la vittima”, non si rassegna al suo destino ma cerca una soluzione. Gesù lancia così ai suoi una provocazione, afferma Francesco, dice che “I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”.
Capita cioè che, chi si muove nelle tenebre, secondo certi criteri mondani, sa cavarsela anche in mezzo ai guai, sa essere più furbo degli altri; invece, i discepoli di Gesù, cioè noi, a volte siamo addormentati, oppure siamo ingenui, non sappiamo prendere l’iniziativa per cercare vie d’uscita nelle difficoltà. Per esempio, penso ai momenti di crisi personale, sociale, ma anche ecclesiale: a volte ci lasciamo vincere dallo scoraggiamento, o cadiamo nella lamentela o cadiamo nel vittimismo. Invece – dice Gesù – si potrebbe anche essere scaltri secondo il Vangelo, essere svegli e attenti per discernere la realtà, essere creativi per cercare soluzioni buone, per noi e per gli altri.
Usare i beni per promuovere la fraternità
E c’è una seconda domanda a cui Francesco vuol rispondere: “in cosa consiste la furbizia dell’amministratore?”. Offrendo uno sconto a coloro che sono in debito con lui, egli se li fa amici sperando nel loro aiuto quando sarà cacciato dal padrone. Gesù, prosegue Papa Francesco, ci insegna qui come dobbiamo usare i nostri beni: “Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, – si legge nel Vangelo – perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne”.
Le relazioni fraterne
Per ereditare la vita eterna, cioè, non serve accumulare i beni di questo mondo, ma ciò che conta è la carità che avremo vissuto nelle nostre relazioni fraterne. Ecco allora l’invito di Gesù: non usate i beni di questo mondo solo per voi stessi e per il vostro egoismo, ma servitevene per generare amicizie, per creare relazioni buone, per agire nella carità, per promuovere la fraternità ed esercitare la cura verso i più deboli.
No all’indifferenza di fronte alla corruzione e alla disonestà
Papa Francesco afferma che anche oggi nel mondo c’è tanta corruzione, disonestà, ci sono “politiche inique, egoismi che dominano le scelte dei singoli e delle istituzioni” e tanto altro, ma noi cristiani non dobbiamo scoraggiarci o, peggio, “restare indifferenti”. Al contrario, siamo chiamati ad essere creativi nel fare il bene, con la prudenza e la scaltrezza del Vangelo, usando i beni di questo mondo – non solo quelli materiali, ma tutti i doni che abbiamo ricevuto dal Signore – non per arricchire noi stessi, ma per generare amore fraterno e amicizia sociale. Questo è molto importante: con il nostro atteggiamento generare amicizia sociale.