Questo Miracolo Eucaristico fu operato direttamente da Sant’Antonio dopo essere stato sfidato da un certo Bonovillo a dimostrare la verità circa la reale presenza di Gesù nell’Eucaristia. La più antica biografia di Sant’Antonio, L’Assidua, riporta le esatte parole con cui Bonovillo gli si rivolse contro: «Frate! Te lo dico davanti a tutti: crederò nell’Eucaristia se la mia mula, che terrò digiuna per tre giorni, mangerà l’Ostia che gli offrirai tu piuttosto che la biada che gli darò io». La mula, nonostante fosse stremata dal digiuno, s’inchinò davanti all’Ostia consacrata e rifiutò la biada.
La chiesetta in memoria del miracolo
A Rimini è possibile ancora oggi visitare la piccola chiesetta edificata in memoria del Prodigio Eucaristico operato da Sant’Antonio da Padova, chiesa in cui viene praticata l’Adorazione Eucaristica quotidiana e si conserva parte della colonna da cui il nostro Santo operò il Miracolo.
Il miracolo di Rimini
I fatti si svolsero a Rimini, in un clima di generale raffreddamento della fede. Molti erano caduti nella più grave eresia del tempo: il catarismo. Ritenevano che esistessero due divinità, una buona ed una cattiva; il mondo materiale sarebbe stato creato dal dio cattivo, per cui tutto ciò che è materiale – la terra, l’aria, la vita umana… i figli! – tutto era da considerarsi cattivo. Non credevano quindi nell’Incarnazione di Cristo né, di conseguenza, nel Sacramento dell’Eucaristia.
Sant’Antonio celebrava la messa
Oltre a questo, erano violenti e spesso attaccavano ed uccidevano i cattolici, oltre a profanarne le chiese. Sant’ Antonio, ci credeva fermamente nel Santissimo Sacramento; ogni giorno lo stringeva umilmente tra le mani mentre celebrava la S. Messa e si commuoveva ogni volta, come la prima. Questo miracolo è citato nelle fonti più antiche della vita di Sant’Antonio e precisamente nella cosiddetta Benignitas, che così racconta: «Questo Sant’uomo discuteva con un eretico di poca fede che era contro il sacramento di salvezza dell’Eucaristia e il Santo l’aveva quasi condotto alla fede cattolica.
L’eretico
Ma questo eretico, dopo i vari e numerosi argomenti con cui pensava di sottrarsi, dichiarò: “Basta con le chiacchiere e veniamo ai fatti. Se tu, Antonio, riesci con un prodigio a dimostrarmi che nella Comunione vi è realmente il Corpo di Cristo, allora io, dopo aver abiurato totalmente l’eresia, mi convertirò subito alla fede cattolica”. Quale fatto l’eretico reclamava? Lo esplicitò subito: “Perché non facciamo una sfida? Terrò rinchiusa per tre giorni una delle mie bestie e le farò sentire i tormenti della fame. Dopo tre giorni la porterò fuori in pubblico e mostrerò ad essa il cibo preparato. Tu starai di fronte con quello che ritieni sia il Corpo di Cristo. Se la bestia, trascurando il foraggio, si affretta ad adorare il suo Dio, io condividerò la fede della tua Chiesa”».
La sfida accettata
Sant’Antonio, illuminato e ispirato dall’alto, accettò la sfida. L’appuntamento fu fissato in Piazza Grande «del foro» o «del mercato» (l’attuale piazza Tre Martiri), richiamando una immensa folla di curiosi. Siamo nell’anno 1227, nella città di Rimini. Il giorno fissato, all’ora convenuta, i protagonisti della inconsueta sfida fecero la loro apparizione sulla piazza, seguiti dai loro simpatizzanti. Sant’Antonio dai fedeli cattolici, Bonovillo (questo il nome dell’eretico cataro) dai suoi alleati nella miscredenza. II Santo si presentò tenendo tra le mani l’Ostia consacrata chiusa nell’Ostensorio, l’eretico tenendo per mano la mula affamata. Tutto era pronto, lo spettacolo poteva incominciare.
Uno sconfitto e un vincente
Uno dei due doveva uscire sconfitto dalla prova e ricevere gli sberleffi ironici della parte avversa. II Santo dei Miracoli, dopo aver chiesto ed ottenuto il silenzio, si rivolse alla mula con queste parole: «In virtù e in nome del tuo Creatore, che io per quanto ne sia indegno, tengo nelle mie mani, ti dico e ti ordino: avanza prontamente e rendi omaggio al Signore con il rispetto dovuto, affinché i malvagi e gli eretici comprendano che tutte le creature devono umiliarsi dinanzi al loro Creatore che i sacerdoti tengono nelle mani sull’altare». E subito l’animale, rifiutando il nutrimento del padrone, si avvicinò docile verso il religioso: piegò le zampe anteriori davanti all’Ostia e vi sostò in modo reverente. Antonio non si era ingannato nel giudicare la lealtà del suo avversario che si gettò ai suoi piedi e abiurò pubblicamente i suoi errori, divenendo da quel giorno uno dei più zelanti cooperatori del Santo taumaturgo.
I Miracoli Eucaristici nel Mondo – Mostra internazionale ideata dal servo di Dio, Beato CARLO ACUTIS