“I Mondiali di calcio diventino una privilegiata occasione di fratellanza, di amicizia e di scambio umano e religioso. Lo sport, il calcio, sia un veicolo di pace e di integrazione culturale e religiosa. Che siano i mondiali della fratellanza umana”. Lo ha detto al Sir mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia del Nord nel cui territorio insiste il Qatar (oltre a Bahrein, Arabia Saudita e Kuwait, ndr) Paese che ospiterà dal 20 novembre prossimo l’edizione numero 22 dei Mondiali di calcio. La prima partita si giocherà questa domenica tra Quatar ed Ecuador.
Un momento di festa e di scambio
Di origine svizzera, – la nazionale elvetica è una delle 32 squadre partecipanti – il presule dice di “non seguire particolarmente il calcio” ma esprime l’auspicio che questo grande evento “sia un momento di festa e di scambio, di rispetto dell’altro” per questo chiede ai tanti tifosi in arrivo “il rispetto della cultura locale. Lo stesso che anche noi occidentali chiediamo a chi viene a visitare i nostri Paesi”.
Il rispetto dei diritti umani
Sulle polemiche legate alla scelta di assegnare al Qatar questa edizione dei Mondiali, al rispetto dei diritti umani e allo sfruttamento dei lavoratori stranieri molti dei quali hanno perso la vita lavorando alla costruzione degli stadi, mons. Hinder dichiara: “Credo che eventi come questo dei Mondiali non siano più sostenibili per il futuro. La stessa decisione di affidare il Mondiale al Qatar è stata, per quanto si è letto, problematica.
I passi enormi sui diritti
Devo anche dire che il Paese ha fatto passi enormi nel campo del rispetto dei diritti. Solo 25 anni fa in Qatar noi non avevamo una chiesa e c’era chi gettava pietre ed altro verso i cristiani che si radunavano per pregare e celebrare i Sacramenti. Oggi questo non accade più anche grazie all’azione del Governo. Ciò non toglie che restano da fare dei progressi sul tema dei diritti umani, sociali e norme di lavoro”. Durante lo svolgimento dei Mondiali, rivela il vicario, “la chiesa di Nostra Signora del Rosario, a Doha, la prima chiesa costruita in Qatar che può contenere oltre 2.000 persone, la più grande del Golfo, resterà aperta per permettere ai tifosi che lo vorranno di ritagliarsi un momento di preghiera e di meditazione”. (Agenzia SIR).