Il Papa, in un messaggio agli imprenditori francesi, invita a creare lavoro. “Oggi uno strumento sempre più importante per partecipare al Bene Comune è la creazione di posti di lavoro, posti di lavoro per tutti, soprattutto per i giovani: abbiate fiducia nei giovani: loro ne hanno bisogno e voi ne avete bisogno. Ogni nuovo lavoro creato è una ricchezza condivisa, che non finisce nelle banche produttrici di interessi finanziari, ma che viene investito affinché nuove persone possano lavorare e rendere la loro vita più dignitosa”, sottolinea Papa Francesco. Il Pontefice sottolinea il valore del lavoro: “Se è vero che il lavoro nobilita l’uomo, è ancora più vero che sono gli uomini che nobilitano il lavoro. Siamo noi, non le macchine, il vero valore del lavoro”. “L’imprenditore è anche un lavoratore. Vive lavorando e resta imprenditore finché lavora. Quando l’imprenditore non lavora più, diventa speculatore, vive di rendita e cambia lavoro”, indica ancora il Papa. Il Papa sottolinea che “i tempi che stiamo attraversando non sono facili per nessuno e ne soffre anche il mondo degli affari, e talvolta molto; per una serie di ragioni, inclusa questa guerra insensata e, prima, gli anni difficilissimi della pandemia”. “Gli imprenditori soffrono quando i loro affari soffrono, e loro soffrono molto quando l’impresa fallisce e deve chiudere. I media – rileva ancora il Papa – parlano poco delle difficoltà e del dolore degli imprenditori che chiudono la propria attività e falliscono senza che sia colpa loro”.
Il 30 settembre veglia in Piazza san Pietro
La Santa Sede ha pubblicato il calendario delle celebrazioni presiedute dal Papa a settembre. Dopo il viaggio apostolico a Marsiglia del 22-23 settembre, per la conclusione dei “Rencontres Méditerranéennes”, Papa Francesco sarà impegnato il 30 settembre alle ore 10 per il Concistoro per la creazione dei nuovi cardinali; alle 18 presiederà la veglia ecumenica di preghiera a Piazza San Pietro che anticipa il Sinodo. Il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, il Papa presiederà la celebrazione della Messa con i nuovi cardinali e il collegio cardinalizio, per l’apertura dell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Il 29 ottobre presiederà la messa a conclusione del Sinodo.
Papa in Mongolia, alla messa anche pellegrini da Russia e Cina
Alla messa che papa Francesco celebrerà domenica 3 settembre alla ‘Steppe Arena’ della capitale Ulan Bator, nell’ambito del suo viaggio apostolico in Mongolia (31 agosto-4 settembre), saranno presenti gruppi di pellegrini provenienti anche dalla Russia e dalla Cina. Lo ha detto oggi il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, nel corso di un briefing per la stampa. Alla messa alle 16.00 (le 10.00 in Italia) per la piccola comunità cattolica locale, che conta solo 1.500 fedeli, assisteranno circa 2.500 persone, ha spiegato Bruni: sono previsti gruppi di pellegrini da altri Paesi, tra cui Russia, Cina, Hong Kong, Macao, Thailandia, Corea del Sud, Kazakhstan e altri. Alla domanda se potrà esserci un momento di incontro particolare del Pontefice con i fedeli cinesi, il portavoce vaticano ha risposto che “il papa è stato molto chiaro anche domenica scorsa all’Angelus: lui va in Mongolia, felice di incontrare questo popolo, la sua fede, di cui ha grande rispetto, la sua spiritualità. di cui ha grande rispetto, come ha detto domenica scorsa. A questo non aggiungerei altro”.
L’incontro ecumenico
Un’altra domanda ha riguardato l’incontro ecumenico e interreligioso sempre di domenica 3 settembre all'”Hun Theatre” e il fatto che il papa vi incontri i rappresentanti del buddismo, fede maggioritaria in Mongolia, e fin dall’origine nella versione tibetana. Se questo possa creare problemi di rapporti, ad esempio con la Cina, Bruni ha spiegato che il papa “incontra le comunità religiose presenti nel Paese, quindi incontra i rappresentanti del buddismo tibetano come quelli di altre fedi. Li incontra come incontra tutti: il buddismo tibetano ha sua rilevanza all’interno della società mongola, in particolare per quanto riguarda la crescita del buddismo dopo la fine del comunismo”. C’è attesa anche per il telegramma che il Pontefice invierà al presidente Xi-Jinping al momento di sorvolare la Cina, mentre non sarà invece sorvolata la Russia. Per quanto riguarda quest’ultima circostanza, “di solito si sceglie la rotta a seconda di quella che è la più conveniente in un tale momento. Non sono al corrente che ci siano altre motivazioni”, ha detto Bruni. Mentre su un incontro col patriarca Kirill che era stato ventilato da notizie di stampa in una possibile tappa intermedia, “se ci sono state supposizioni precedenti non sono state fatte da me. Se ci saranno stravolgimenti rispetto al programma cercherò di farvi sapere”, ha tagliato corto il portavoce della Santa Sede.