Il Papa ha chiesto ai Frati Cappuccini di non mettere al centro le questioni economiche ma la fraternità. “Vi invito a vigilare – ha detto nell’udienza in Vaticano – perché al centro non si mettano mai le risorse economiche, i calcoli umani o altre realtà di questo tipo: sono tutti strumenti utili, tutti, di cui è pure necessario preoccuparsi, ma sempre come mezzi, mai come fini. Al centro ci siano le persone: quelle a cui il Signore vi manda e quelle con cui vi dona di vivere, il loro bene, la loro salvezza. In una parola: al centro ci sia la fraternità, di cui vi incoraggio a farvi promotori nelle vostre case formative, nella grande famiglia francescana, nella Chiesa e in tutti gli ambiti in cui operate, anche a costo di rinunciare, in favore della fraternità, a progetti e realizzazioni di altro tipo”. Il Papa, nel discorso ai Cappuccini, ha dunque ribadito che “la fraternità è al primo posto. Siete frati. ‘Ma io sono prete…’, ma prima sei frate”.
Le parole di Papa Francesco
Il Papa ha sottolineato che sono “un segno per tutta la Comunità cristiana, chiamata ad essere nel suo insieme, sempre e ovunque, missionaria e ‘in uscita’. Un segno importante, specialmente in tempi come i nostri, segnati da conflitti e chiusure – ha evidenziato Papa Francesco -, dove l’indifferenza e l’egoismo sembrano prevalere sulla disponibilità, sul rispetto e sulla condivisione, con conseguenze gravi ed evidenti, come l’iniquo sfruttamento dei poveri e la devastazione ambientale”. Il Papa ha poi chiesto di seguire il loro carisma, quello di essere “operatori di pace”, “capaci di creare occasioni di incontro, di mediare la risoluzione di conflitti, di riunire le persone e di promuovere una cultura della riconciliazione, anche nelle situazioni più difficili”. “Alla base di questo carisma c’è, però, come abbiamo detto, una condizione fondamentale: essere, in Cristo, prossimi a tutti, specialmente ai più poveri, scartati e disperati, senza mai escludere nessuno”, ha concluso il Papa sottolineando che San Francesco stesso “da perdonato si è fatto portatore di perdono, da amato dispensatore di amore, da riconciliato promotore di riconciliazione. Voi dovete essere così: uomini di amore, di perdono, di riconciliazione”.
L’udienza con i dirigenti e i dipendenti di Terna
Il Papa ha ricevuto in Vaticano i dirigenti e i dipendenti di Terna. “Voi vi impegnate per un futuro alimentato da energia pulita, per nuovi modi di consumarla e di produrla basati sempre più su fonti rinnovabili. In effetti – ha sottolineato nel corso dell’udienza -, c’è molta energia sporca nel pianeta. Sporca, certo, per le troppe fonti fossili e non rinnovabili; ma anche sporcata dall’ingiustizia, da guerre che nascono e si alimentano dalla fame di energia; sporcata da rapporti di lavoro ingiusti, da concentrazioni di enormi profitti in poche mani, da ritmi di lavoro insostenibili che inquinano le relazioni aziendali e l’anima delle persone”. Il Papa ha dunque sottolineato che “l’energia buona non è soltanto una questione tecnologica: bisogna che la produzione e il consumo diventino sempre più equi e inclusivi”. “In effetti, l’inclusione energetica, la democrazia energetica, è oggi una sfida a più dimensioni. Non si può essere cittadini sovrani se si resta sudditi energetici”, ha concluso Papa Francesco.
ll Papa invita a “imparare l’arte di gestire i conflitti”. “Nei casi che sembrano insolubili, occorre imparare l’arte di gestire i conflitti. Questa è un’arte che tutti noi dobbiamo imparare: gestire i conflitti per non farli degenerare ed esplodere”, ha detto il Papa. “Nel vostro settore, la soluzione non sta nel prevalere di una parte sull’altra, sta nell’innovazione tecnologica e nella creatività”; per questo “è tanto importante il dialogo”. Parlando delle scelte fatte da Terna, il Papa si è congratulato “perché mirate alla trasparenza, a far vedere a tutti come operate, come vengono distribuiti i profitti e scelti gli investimenti. Avete anche un Comitato Etico, e questo è buono. Sarebbe importante che ogni grande impresa, ogni grande banca avesse un comitato etico, possibilmente con membri esterni e indipendenti dalla proprietà e con rappresentanti dei lavoratori. Il Comitato Etico – ha ribadito Papa Francesco – è importante. Perché gli effetti prodotti dalle grosse realtà economiche e finanziarie vanno ben oltre i loro confini”.
Foto: Vatican Media