“Il Vangelo della Liturgia odierna ci presenta una parabola sorprendente: il padrone di una vigna esce dalle prime ore dell’alba fino a sera per chiamare alcuni operai ma, alla fine, paga tutti allo stesso modo, anche quelli che hanno lavorato soltanto un’ora. Sembrerebbe un’ingiustizia, ma la parabola non va letta attraverso criteri salariali; piuttosto, ci vuole mostrare i criteri di Dio, che non fa il calcolo dei nostri meriti, ma ci ama come figli”. Così Papa Francesco nell’Angelus in Piazza San Pietro.
Dio esce a tutte le ore per chiamarci
“Soffermiamoci su due azioni divine che emergono dal racconto. In primo luogo Dio esce a tutte le ore per chiamarci; in secondo luogo ripaga tutti con la stessa ‘moneta’. Anzitutto, Dio è Colui che esce a tutte le ore per chiamarci. La parabola dice che il padrone ‘uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna’, ma poi continua a uscire a varie ore della giornata fino al tramonto, per cercare quelli che nessuno aveva ancora preso a lavorare. Comprendiamo così che nella parabola i lavoratori non sono soltanto gli uomini, ma soprattutto Dio, che esce sempre, senza stancarsi, tutto il giorno. Così è Dio – continua – non aspetta i nostri sforzi per venirci incontro, non ci fa un esame per valutare i nostri meriti prima di cercarci, non si arrende se tardiamo a rispondergli; al contrario, Lui stesso ha preso l’iniziativa e in Gesù è ‘uscito’ verso di noi, per manifestarci il suo amore. E ci cerca a tutte le ore del giorno che, come afferma San Gregorio Magno, rappresentano le diverse fasi e stagioni della nostra vita fino alla vecchiaia”.
GIUSTIZIA DI DIO NON MISURA AMORE SU BILANCIA NOSTRI RENDIMENTI
“Per il suo cuore non è mai troppo tardi, Egli ci cerca e ci aspetta sempre. Non dimentichiamo questo: il Signore ci cerca e ci aspetta sempre. Proprio perché è così largo di cuore, Dio – è la seconda azione – ripaga tutti con la stessa ‘moneta’, che è il suo amore. Ecco il senso ultimo della parabola: gli operai dell’ultima ora vengono pagati come i primi perché, in realtà, quella di Dio è una giustizia superiore. La giustizia umana dice di ‘dare a ciascuno il suo, secondo quanto merita’, mentre la giustizia di Dio non misura l’amore sulla bilancia dei nostri rendimenti, delle nostre prestazioni o dei nostri fallimenti: Dio ci ama e basta, ci ama perché siamo figli, e lo fa con un amore incondizionato, un amore gratuito. Fratelli e sorelle, a volte rischiamo di avere una relazione ‘mercantile’ con Dio, puntando più sulla nostra bravura che sulla generosità della sua grazia”. “A volte anche come Chiesa, invece che uscire a ogni ora del giorno e allargare le braccia a tutti, possiamo sentirci i primi della classe, giudicando gli altri lontani, senza pensare che Dio ama anche loro con lo stesso amore che ha per noi. E anche nelle nostre relazioni, che sono il tessuto della società, la giustizia che pratichiamo a volte non riesce a uscire dalla gabbia del calcolo e ci limitiamo a dare secondo quanto riceviamo, senza osare qualcosa in più, senza scommettere sull’efficacia del bene fatto gratuitamente e dell’amore offerto con larghezza di cuore. Fratelli, sorelle, hiediamoci: io cristiano, io cristiana, so uscire verso gli altri? E sono generoso verso tutti, so dare quel ‘di più’ di comprensione e perdono, come Gesù ha fatto con me e fa tutti i giorni con me? La Madonna ci aiuti a convertirci alla misura di Dio, quella di un amore senza misura”.
Migranti e Ucraina
Alla fine della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha ricordato di aver partecipato ieri e l’altro ieri alla chiusura dei lavori del convegno a Marsiglia “Incontri sul Mediterraneo”. “Tutti siamo chiamati ad accogliere e integrare quanti bussano alle nostre porte” ha detto il Pontefice. “Oggi si celebra la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, sul tema liberi di scegliere se migrare o restare. Migrare dovrebbe essere una scelta libera, mai l’unica possibile”, ha continuato il Papa. “Il diritto di migrare, infatti, per molti oggi è diventato un obbligo mentre dovrebbe esistere un diritto a non migrare, a rimanere nella propria terra. E’ necessario che a ogni uomo e a ogni donna venga garantita la possibilità di venire a vivere una vita degna nella società in cui si trova. Purtroppo miseria, guerra e crisi climatica costringono tante persone a fuggire, per ciò siamo tutti chiamati a creare comunità pronte e aperte ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte”. In conclusione ha ricordato l’Ucraina “Ricordiamo la martoriata Ucraina e preghiamo per questo popolo che soffre tanto”. Lo ha detto il Papa alla fine dell’Angelus.