“Pur essendo migliorato il quadro clinico generale del Santo Padre relativamente allo stato influenzale e all’infiammazione delle vie respiratorie”, i medici hanno chiesto al “Papa di non effettuare il viaggio previsto per i prossimi giorni a Dubai, in occasione della 28a Conferenza delle Parti per la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici”. “Papa Francesco ha accolto con grande rammarico la richiesta dei medici e il viaggio è dunque annullato. Permanendo la volontà del Papa e della Santa Sede di essere parte delle discussioni in atto nei prossimi giorni, saranno definite appena possibile le modalità con cui questa si potrà concretizzare”. Lo riferisce il portavoce vaticano, Matteo Bruni.
Le udienze di oggi
Papa Francesco ha incontrato questo pomeriggio a Casa Santa Marta una delegazione di persone vittime di abusi in età minorile da parte di membri della Chiesa, provenienti dalla diocesi di Nantes, in Francia. Le persone erano accompagnate da alcuni religiosi della Congregazione dei Fratelli Monforte di San Gabriele e della Commissione per il Riconoscimento e la Riparazione (Crr) della diocesi francese. Il gruppo aveva incontrato per due ore, nel corso della mattina, la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, nella sua sede in centro a Roma, a Palazzo Maffei Marescotti, e qui gli era stato letto e consegnato un messaggio del Papa. E’ stato un momento di ascolto, apprendimento e dialogo focalizzato sul percorso di testimonianze, memoria e prevenzione che portano avanti con la Chiesa locale e la Congregazione. L’incontro della delegazione di persone della diocesi di Nantes (Francia) vittime di abusi in età minorile, con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, nella sede di Palazzo Maffei Marescotti.
Tutti insieme per rompere il silenzio degli abusi
“Il sovvertimento dei diritti di un bambino attraverso la violenza e l’abuso è un tradimento della nostra umanità data da Dio” scrive Francesco. Voi, ricorda, come “molti bambini e persone vulnerabili” avete sperimentato “il male più grande in un luogo in cui avete – insieme alle vostre famiglie – cercato ciò che è vero e buono”. “Ho chiesto alla Commissione di ascoltare le vostre parole a nome mio e di raccogliere le vostre testimonianze – prosegue il Pontefice nel suo messaggio – affinché possano rafforzare e ispirare il nostro impegno comune per sradicare gli abusi dalla nostra Chiesa e dalle nostre comunità. Possiamo farlo solo insieme, tutti insieme, ognuno facendo la sua parte per rompere il silenzio degli abusi”.
Ascoltare ciò che vittime e sopravvissuti hanno da dire
Come dimostra il vostro cammino insieme ai Fratelli Monforte di San Gabriele, continua il testo “questo silenzio può essere rotto se all’interno dell’Istituzione stessa c’è un’apertura attiva e rispettosa ad ascoltare ciò che le vittime e i sopravvissuti hanno da dire. Questo non è sempre facile e mi congratulo con tutti voi per questo risultato di camminare e imparare insieme in un dialogo onesto”. Da parte sua, Papa Francesco conclude rinnovando “l’impegno non-negoziabile delle Chiese per I’attuazione e la verifica delle politiche di salvaguardia e degli standard professionali nella formazione umana del nostro clero e dei nostri religiosi, nonché la ricerca di ambienti sicuri nelle nostre scuole”. E ringrazia le vittime “per il vostro coraggio e la vostra resistenza, sappiate che siete ascoltati”. All’inizio del suo messaggio, il Papa ricorda di aver istituito la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori “per voi e per i molti bambini e persone vulnerabili” vittime degli abusi.
Il messaggio all’Assemblea delle parti dell’IDLO, l’Organizzazione internazionale di diritto per lo Sviluppo
La Santa Sede “è al fianco di quanti lottano per rafforzare lo stato di diritto, i diritti umani e la giustizia sociale, di modo che i loro sforzi rivelino nuovi cammini di speranza verso un futuro più solidale, giusto e sereno per tutte le nazioni della terra”. A sottolinearlo è Papa Francesco in un messaggio all’Assemblea delle parti dell’IDLO, l’Organizzazione internazionale di diritto per lo Sviluppo riunita a Roma a 40 anni dalla sua fondazione. Obiettivo dell’istituzione intergovernativa, ricorda il Papa, è promuovere lo stato di diritto “per procedere verso la pace e lo sviluppo sostenibile, incoraggiando iniziative diverse per far sì che la giustizia sia accessibile a tutti, in particolare alle persone più svantaggiate nella società”.
La giustizia, infatti, ricorda il Papa, è “la conditio sine qua non per raggiungere l’armonia sociale e la fratellanza universale di cui oggi abbiamo tanto bisogno” ed è “la virtù necessaria per la costruzione di un mondo in cui i conflitti si risolvano solo in modo pacifico, senza che prevalga il diritto del più forte, ma la forza del diritto”. “Purtroppo”, continua Francesco, “siamo lungi dal raggiungere questo obiettivo”. L’’aumento delle violenze del mondo, le conseguenze del cambiamento climatico, la corruzione e le disuguaglianze, infatti, non giustificano la “pur minima eccezione, neanche in tempo di crisi” all’applicazione dello stato di diritto, che è “al servizio della persona umana e intende proteggere la sua dignità, e questo non ammette eccezioni”. Una concezione errata della persona, inoltre, si sta diffondendo nelle democrazie, che “indebolisce la sua stessa protezione e apre progressivamente la porta a gravi abusi sotto l’apparenza del bene”.
La giustizia rende le società più stabili e prospere
Lo stato di diritto deve essere garantito dalle autorità“indipendentemente dagli interessi politici dominanti” e quando si fonda su valori universali “le persone hanno accesso alla giustizia e le società sono più stabili e prospere”. Per questo, sottolinea il Papa,“può svolgere un ruolo essenziale nella soluzione delle crisi globali, rinnovando la fiducia e la legittimità della governance pubblica, combattendo le disuguaglianze, promuovendo il benessere delle persone, favorendo la salvaguardia dei loro diritti fondamentali, incoraggiando la loro adeguata partecipazione al processo decisionale e agevolando lo sviluppo di leggi e politiche che soddisfino le loro reali necessità, contribuendo così a creare un mondo in cui tutti gli esseri umani siano trattati con dignità e rispetto”.
Crisi climatica e corruzione, questioni di giustizia internazionale
Anche il cambiamento climatico “è una questione di giustizia internazionale”, perché il degrado del pianeta non solo impedisce una convivenza serena e armoniosa nel presente, ma compromette anche in larga misura il progresso integrale delle future generazioni”. “Applicando un approccio di giustizia all’azione climatica”, aggiunge, il Pontefice, “possiamo fornire risposte olistiche, inclusive e eque”. La corruzione, poi, “erode le fondamenta stesse della società”, e per questo è necessario, fin dalla prima infanzia, “promuovere campagne di sensibilizzazione che incoraggino ovunque una maggiore trasparenza, responsabilità e integrità”. Infine, conclude il Papa, “è essenziale continuare a compiere passi per andare incontro ai più poveri, emarginati e vulnerabili, che spesso non hanno nessuno che parli a loro nome e si vedono scartati ed esclusi”.