“La Vergine Santa si rivelò in un momento particolarmente difficile per la Chiesa, stendendo il suo manto su PapaGiovanni I che patirà e morirà per la pace senza rinnegare la fede, reso ostaggio di complotti politici e guerre fratricide. Di fronte allo scenario attuale, come non cogliere allora l’urgenza di favorire la pace, di pregare per la pace? Invocate la pace e fateVi costruttori di pace anzitutto nelle vostre comunità riconciliate e riconcilianti. L’esempio di vita fraterna sia evangelicamente attrattivo per i fedeli cui rivolgete il servizio pastorale”. E’ quanto afferma Papa Francesco nel Messaggio inviato al rettore generale dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, padre Antonio Piccolo, in occasione dei 1.500 anni di culto della venerata immagine di Santa Maria in Portico – Romanae Portus Securitatis, protettrice della Città Eterna.
Le parole di Papa Francesco
“Un’occasione lieta di unirmi nella preghiera alla vostra Famiglia religiosa, a cui sin dal 1601 è stata affidata la custodia”, sottolinea il Pontefice, ricordando che “il culto di Santa Maria in Portico in Campitelli nasce a seguito di una prodigiosa manifestazione della Madre di Dio avvenuta il 17 luglio del 524 nella casa di Santa Galla, patrizia romana, alla presenza del Pontefice San Giovanni I”. “Da allora il Portico dove la nobile Galla accoglieva i poveri e i pellegrini, divenne Santuario mariano e ospizio di carità – aggiunge -. Questo è per Voi eredi spirituali di San Leonardi invito a curare e a promuovere il valore dell’accoglienza dei poveri e degli ultimi, perché i luoghi che abitiamo e le stesse chiese possano essere un portico aperto sul mondo, in cui offrire consolazione e soccorso alle tante forme di indigenza che caratterizzano il nostro vivere”.
Il Papa scrive ai giovani dell’America Latina
“La giovinezza è quella fase della vita normalmente caratterizzata da naturale ottimismo, energia e speranza. Lascia che Cristo trasformi il tuo naturale ottimismo in autentico amore”: un amore che sappia sacrificarsi, che sia sincero, vero e genuino, “così la tua giovinezza sarà un dono per Gesù e per il mondo”. Lo scrive Papa Francesco in occasione del XXI Incontro dei responsabili nazionali della Pastorale giovanile dell’America latina e dei Caraibi (Elarnpj), in corso ad Asunción, in Paraguay, dal 15 al 20 luglio. Tema dei lavori: “Ragazzo, dico a te, alzati!”,ispirato alla nota espressione di Gesù che risuscita il figlio della vedova di Nain, nel Vangelo di Luca.
Non aver paura di fare entrare Cristo nelle vostre vite
Nell’occasione il Pontefice ha inviato una lettera al vescovo Pierre Jubinville, responsabile della Pastorale giovanile del Paraguay, e un breve messaggio direttamente ai giovani presenti nella capitale del Paese sudamericano, entrambi in lingua spagnola. Nella missiva al vescovo, il Papa offre una riflessione proprio sulla gioventù come “dono” da offrire al Signore. Riguardo al tema dell’incontro, evidenzia come l’invito a “rialzarsi” implichi non solo una responsabilità da parte delle nuove generazioni, ma anche il desiderio di Cristo di vedere i giovani rinnovati, pieni di energia per vivere un’esistenza dignitosa e pienamente realizzata, in pratica una vita nuova in comunione con Lui. “Non abbiate paura del Signore che ci passa accanto e sussurra alle nostre orecchie, si china verso di noi e ci offre la sua mano per rialzarci ogni volta che cadiamo – spiega Francesco -. Egli ci vuole in piedi, resuscitati. Non abbiate paura di lasciarlo entrare nelle vostre vite”.
Protagonisti di una Chiesa sinodale e missionaria
Quindi il Papa esorta i giovani “affinché, insieme ai bambini, agli adulti e agli anziani, nella comunione intergenerazionale” possano “essere protagonisti di una Chiesa sempre più sinodale, discepola e missionaria”. Infine, ringrazia la gioventù del Paraguay per aver lavorato con dedizione alla realizzazione dell’incontro di Asunción, chiedendo preghiere per il proprio ministero pastorale.
Il messaggio ai giovani
Nel messaggio diretto ai giovani, il Papa si complimenta per la metodologia proposta per i lavori e incoraggia i partecipanti, che “sono il presente”, a cercare sempre l’unità tra le differenze per rafforzare la fede e la testimonianza cristiana nelle rispettive comunità di appartenenza.
Foto: Vatican Media