“Sono stato nel cuore dell’Asia e mi ha fatto bene. Fa bene entrare in dialogo con quel grande continente, coglierne i messaggi, conoscerne la sapienza, il modo di guardare le cose, di abbracciare il tempo e lo spazio”. Lo ha detto il Paparipercorrendo, nell’udienza generale, il suo recente viaggio in Mongolia. “Mi ha fatto bene incontrare il popolo mongolo, che custodisce le radici e le tradizioni, rispetta gli anziani e vive in armonia con l’ambiente: è un popolo che scruta il cielo e sente il respiro del creato. Pensando alle distese sconfinate e silenziose della Mongolia, lasciamoci stimolare dal bisogno di allargare i confini del nostro sguardo”. “Per favore – ha concluso Papa Francesco – allargare i confini e non cadere prigionieri delle piccolezze, allargare i confini del nostro sguardo perché veda il bene che c’è negli altri e sia capace di dilatare i propri orizzonti. E anche dilatare il proprio cuore: bisogna dilatare il proprio cuore per essere vicini ad ogni persona e ad ogni civiltà”.
Dio non cerca il palcoscenico ma cuori semplici
Dio non cerca “il palcoscenico” ma “il cuore semplice” delle persone. Lo ha detto il Papa ripercorrendo il suo recente viaggio in Mongolia. “Ci si potrebbe chiedere: perché il Papa va tanto lontano a visitare un piccolo gregge di fedeli? Perché è proprio lì, lontano dai riflettori, che spesso si trovano i segni della presenza di Dio, il quale non guarda alle apparenze, ma al cuore”, ha sottolineato Papa Francesco aggiungendo che “il Signore non cerca il centro del palcoscenico, ma il cuore semplice di chi lo desidera e lo ama senza apparire, senza voler svettare sugli altri. E io ho avuto la grazia di incontrare in Mongolia una Chiesa umile e lieta, che è nel cuore di Dio, e posso testimoniarvi la loro gioia nel trovarsi per alcuni giorni anche al centro della Chiesa”. Il Papa ha espresso il suo “vivo dolore” per l’incendio della settimana scorsa che ha colpito un edificio di Johannesburg, in Sudafrica, causando oltre settanta vittime tra le quali diversi bambini. “Vi invito ad unirvi a me nella preghiera per le vittime”, ha detto il Papa ai fedeli presenti a Piazza San Pietro.
La fede cattolica è universale e inculturata
Il Papa ha anche parlato dei missionari che, in quella terra, “pur venendo da nazioni diverse, hanno dato vita a una comunità unita e veramente cattolica. Questo infatti è il senso della parola ‘cattolico’, che significa ‘universale’. Ma non si tratta di un’universalità che omologa, bensì di un’universalità che s’incultura. Questa è la cattolicità: un’universalità incarnata, inculturata, che coglie il bene lì dove vive e serve la gente con cui vive”. “Questi missionari non sono andati lì a fare proselitismo, questo non è evangelico” ma “a prendere i valori di quel popolo e predicare il Vangelo in stile mongolo, con le parole mongole, si sono inculturati”, ha sottolineato il Papa. Alla fine dell’udienza generale, ha ricordato che dopodomani la Chiesa celebra la Natività della Beata Vergine Maria. “A Lei, donna della tenerezza, affidiamo le sofferenze e le tribolazioni della cara e martoriata Ucraina che soffre tanto”, ha detto il Pontefice.
Rivedi l’Udienza Generale del 6 settembre 2023