Mancano “rotte coraggiose di pace” e il Papa chiede all’Europa: “verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?”. “Preoccupa quando si legge che in tanti luoghi – ha detto Papa Francesco nel suo primo discorso in Portogallo – si investono continuamente fondi sulle armi anziché sul futuro dei figli. Io sogno un’Europa, cuore d’Occidente, che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra”, “un’Europa che includa popoli e persone, senza rincorrere teorie e colonizzazioni ideologiche”.
Oceani ridotti a discariche di plastica
Il problema del clima e della tutela dell’ambiente a livello globale “rimane estremamente serio”. Lo ha detto il Papa parlando alle autorità del Portogallo. “Gli oceani si surriscaldano e i loro fondali portano a galla la bruttezza con cui abbiamo inquinato la casa comune. Stiamo trasformando le grandi riserve di vita in discariche di plastica. L’oceano ci ricorda che la vita dell’uomo è chiamata ad armonizzarsi con un ambiente più grande di noi, che va custodito con premura, pensando alle giovani generazioni. Come possiamo dire di credere nei giovani, se non diamo loro uno spazio sano per costruire il futuro?”, ha chiesto Papa Francesco.
Buona politica non è avere potere ma dare speranza
Il Papa richiama alla “buona politica” che “può essere generatrice di speranza. Essa, infatti, non è chiamata a detenere il potere, ma a dare alla gente il potere di sperare. È chiamata, oggi più che mai, a correggere gli squilibri economici di un mercato che produce ricchezze, ma non le distribuisce, impoverendo di risorse e certezze gli animi. È chiamata a riscoprirsi generatrice di vita e di cura, a investire con lungimiranza sull’avvenire, sulle famiglie e sui figli, a promuovere alleanze intergenerazionali, dove non si cancelli con un colpo di spugna il passato, ma si favoriscano i legami tra giovani e anziani”, ha sottolineato Papa Francesco.
I confini non siano frontiere che separano
Il Papa invita a guardare i confini come “zone di contatto” e non come “frontiere che separano”. “Lisbona, città dell’oceano, richiama all’importanza dell’insieme, a pensare i confini come zone di contatto, non come frontiere che separano. Sappiamo che oggi le grandi questioni sono globali, eppure spesso sperimentiamo l’inefficacia nel rispondervi proprio perché davanti a problemi comuni il mondo è diviso, o per lo meno non abbastanza coeso, incapace di affrontare unito ciò che mette in crisi tutti.
Sembra che le ingiustizie planetarie, le guerre, le crisi climatiche e migratorie corrano più veloci della capacità, e spesso della volontà, di fronteggiare insieme tali sfide. Lisbona può suggerire un cambio di passo”, ha detto il Papa. Il Pontefice ha quindi aggiunto: “Sono felice di essere a Lisbona, città dell’incontro che abbraccia vari popoli e culture e che diventa in questi giorni ancora più universale; diventa, in un certo senso, la capitale del mondo”.
Dove vai Occidente con il filo spinato e culle vuote?
“Auspico che la Giornata Mondiale della Gioventù sia, per il ‘vecchio continente’, possiamo dire l’anziano continente, un impulso di apertura universale. Perché di Europa, di vera Europa, il mondo ha bisogno”. Ha detto il Papa al Centro culturale di Belem. Il mondo “ha bisogno del suo ruolo di pontiere e di paciere – ha aggiunto Papa Francesco parlando dell’Europa – nella sua parte orientale, nel Mediterraneo, in Africa e in Medio Oriente. Così l’Europa potrà apportare, all’interno dello scenario internazionale, la sua specifica originalità, delineatasi nel secolo scorso quando, dal crogiuolo dei conflitti mondiali, fece scoccare la scintilla della riconciliazione, inverando il sogno di costruire il domani con il nemico di ieri, di avviare percorsi di dialogo e di inclusione, sviluppando una diplomazia di pace che spenga i conflitti e allenti le tensioni, capace di cogliere i segnali di distensione più flebili e di leggere tra le righe più storte”. Il Papa torna a chiedere di difendere la vita. “Nel mondo evoluto di oggi è divenuto paradossalmente prioritario difendere la vita umana, messa a rischio da derive utilitariste, che la usano e la scartano. Penso a tanti bambini non nati e anziani abbandonati a sé stessi, alla fatica di accogliere, proteggere, promuovere e integrare chi viene da lontano e bussa alle porte, alla solitudine di molte famiglie in difficoltà nel mettere al mondo e crescere dei figli. Verrebbe anche qui da dire: verso dove navigate, Europa e Occidente, con lo scarto dei vecchi, i muri col filo spinato, le stragi in mare e le culle vuote?”, ha detto il Papa. “Dove andate se, di fronte al male di vivere, offrite rimedi sbrigativi e sbagliati, come il facile accesso alla morte, soluzione di comodo che appare dolce, ma in realtà è più amara delle acque del mare?”, ha aggiunto il Pontefice. “Penso a tante leggi sofisticate sull’eutanasia”, ha aggiunto il Papa parlando a braccio.