Il Papa, in via di ripresa ma con ancora ”l’infiammazione polmonare associata a difficoltà respiratoria”, per dirla con le parole di ieri sera del portavoce Vaticano Matteo Bruni, tanto che sta proseguendo la terapia antibiotica, stamani ha ricevuto in udienza i membri della Commissione Teologica Internazionale. Aveva un discorso scritto ma ha osservato: ”C’è un bel discorso qui con cose teologiche, ma per come sto io, meglio non leggerlo. Ve lo consegno”. Quindi il Pontefice ha lamentato la carenza di donne nella Commissione: ”C’è qualcosa che non piace a me di voi, scusatemi la sincerità. Una, due, tre, quattro donne: poverette! Sono sole! Ah, scusami, cinque. Su questo dobbiamo andare avanti! ”.
Le donne
”La donna ha una capacità di riflessione teologica diversa da quella che abbiamo noi uomini. Sarà perché io ho studiato tanto la teologia di una donna. Mi ha aiutato una tedesca brava, Hanna-Barbara Gerl, su Guardini. E adesso, nella prossima riunione dei nove Cardinali, – ha annunciato – avremo una riflessione sulla dimensione femminile della Chiesa. La Chiesa è donna. E se noi non sappiamo capire cos’è una donna, cos’è la teologia di una donna, mai capiremo cos’è la Chiesa”. Quindi ha denunciato: ”Uno dei grandi peccati che abbiamo avuto è ‘maschilizzare’ la Chiesa. E questo non si risolve per la via ministeriale, questa è un’altra cosa. Si risolve per la via mistica, per la via reale. E voi vi domanderete: dove porta questo discorso? Non soltanto per dirvi che abbiate più donne qui dentro – questo è uno -, ma per aiutare a riflettere. La Chiesa donna, la Chiesa sposa. E questo è un compito che vi chiedo, per favore. Smaschilizzare la Chiesa. E grazie per quello che fate. Scusatemi, ho parlato troppo e mi ha fatto male, ma adesso seduti come siamo, possiamo pregare un Padre Nostro insieme, ognuno nella propria lingua e poi darò la benedizione”.
La bronchite
Il Papa ha una ”bronchite molto acuta e infettiva”. Lo ha spiegato lui stesso ai partecipanti al Seminario di ”Etica nella gestione della salute in un suo intervento in spagnolo. ”Come vedete, sono vivo. Il dottore non mi ha lasciato andare a Dubai. Il motivo è che lì fa molto caldo e si passa dal caldo all’aria condizionata. E questo in questa situazione bronchiale non conviene. Grazie a Dio non era polmonite. È una bronchite molto acuta e infettiva. Non ho più la febbre, ma prendo ancora antibiotici e cose del genere”. Bergoglio dice che e’ importante ”prendersi cura della propria salute, la salute ha la cosa opposta: è forte e fragile. “Quanto è sano questo, come regge, quanto è forte”, ma è anche fragile. E la salute mal mantenuta lascia il posto alla fragilità”. Francesco parla anche di prevenzione: ”Mi piace molto la medicina preventiva, perché previene gli eventi prima che si verifichino. Apprezzo quello che fate. Non solo cercare soluzioni mediche e farmacologiche, ma anche custodire la salute, cioè pensare al bene della salute. E come preservarlo. Non solo curare ma preservare”. Bergoglio ha poi aggiunto: ”Perdonatemi se non posso parlare di più, ma non ne ho il coraggio. Allora quello che vorrei è salutarli, così se lo facciamo velocemente, vengono uno per uno, si avvicinano. Perdonatemi se rimango seduto e vi saluto, uno per uno”.
L’agenda di oggi
Il Papa, nonostante la ”bronchite molto acuta e infettiva” come ha spiegato lui stesso stamani, ha avuto una mattinata piena di appuntamenti. La giornata del Pontefice è iniziata con l’udienza ai Vescovi cattolici canadesi; quindi ha incontrato la Commissione Teologica Internazionale alla quale ha fatto un discorso a braccio. E’ poi stata la volta di mons. Dieudonné Datonou, Nunzio Apostolico in Burundi. In udienza dal Papa, la Principessa Khétévane Bagration de Moukhrani, Ambasciatore di Georgia, in visita di congedo; padre Gustavo Luis Boquin, Vice Rettore dell’Università Cattolica Argentina. Il Pontefice ha poi ricevuto padre Federico Lombardi, della Fondazione Ratzinger. con i premiati del ”Premio Ratzinger”; i partecipanti al Seminario di ”Etica nella gestione della salute” ai quali ha detto che grazie a Dio non ha la polmonite ma che sta curando la bronchite con terapia antibiotica. Quindi, il Pontefice ha ricevuto i membri del Comitato e della Fondazione Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023 ai quali ha fatto un discorso a braccio facendo un amarcord della Gmg di questa estate. Poi ha concluso: ”Adesso non posso parlare molto, qualcuno leggerà quello che stavo per dirvi”. A fine mattinata ha ricevuto anche mons. Heiner Wilmer, Vescovo di Hildesheim.
La telefonata con Herzog
Una telefonata tesa. Così chi ne è a conoscenza ha descritto il colloquio avuto a fine ottobre da Papa Francesco con il presidente israeliano, Isaac Herzog, nei giorni dei bombardamenti a tappeto e delle operazioni in profondità delle Idf nella Striscia di Gaza. A rivelare il contenuto della telefonata, che non è stata resa nota prima dagli israeliani per il clima tutt’altro che disteso in cui si è svolta, è il Washington Post, che cita un alto funzionario israeliano. Secondo la ricostruzione del giornale americano, Herzog stava descrivendo l’orrore per l’attacco di Hamas del 7 ottobre, quando il Papa ha risposto con una brusca controreplica. È “vietato rispondere al terrore con il terrore”, ha detto Francesco, secondo la fonte israeliana a conoscenza dei fatti. Herzog ha protestato, ribadendo che il governo israeliano stava facendo ciò che era necessario a Gaza per difendere i propri cittadini. Il Papa ha continuato indicando che solo i responsabili dovrebbero essere chiamati a rispondere, non i civili. Quella telefonata privata, secondo il Washington Post, sarebbe alla base dell’interpretazione israeliana della dichiarazione polemica rilasciata dal Pontefice durante l’udienza generale del 22 novembre in Piazza San Pietro. In quell’occasione il Papa, riferendosi ai fatti di Gaza, aveva ammonito che “questa non è guerra. Questo è terrorismo”. Considerando le tensioni del colloquio con Herzog, la deduzione israeliana, prosegue il giornale, fu che il Papa aveva definito la loro campagna militare a Gaza un atto di terrorismo. “Come si potrebbe interpretare altrimenti?” ha dichiarato l’alto funzionario, parlando a condizione di anonimato. Il Vaticano non ha chiarito se il Papa avesse descritto pubblicamente o privatamente le azioni israeliane a Gaza come “terrorismo”. Ma in una dichiarazione al Washington Post, ha confermato il colloquio tra il Papa e Herzog. “La telefonata, come altre avvenute negli stessi giorni, si inserisce nel contesto degli sforzi del Santo Padre volti a contenere la gravità e la portata della situazione di conflitto in Terra Santa”, si legge nel comunicato. Un portavoce dell’ufficio del presidente israeliano ha declinato l’opportunità di commentare, dicendo che “non siamo propensi a fare riferimento a conversazioni private”.