”Noi abbiamo fatto la nostra parte, anche di errori. Continuiamo nella missione per quello che possiamo, ma ora ci rivolgiamo a voi giovani che aspettate da noi il passaggio di testimonianza, chiedendo perdono anche a voi se non siamo stati testimoni credibili”. Lo ha sottolineato il Papa al termine della veglia penitenziale alla vigilia del Sinodo.
”Ti chiediamo perdono per tutti i nostri peccati, aiutaci a restaurare il tuo volto che abbiamo sfigurato con la nostra infedeltà. Chiediamo perdono, provando vergogna, a chi è stato ferito dai nostri peccati”, l’invocazione del Papa al Signore.
Il Papa ha spiegato: ”Ho voluto scrivere le richieste di perdono che sono state lette da alcuni cardinali, perché era necessario chiamare per nome i nostri principali peccati. Il peccato è sempre una ferita nelle relazioni: la relazione con Dio e la relazione con i fratelli e le sorelle. Nessuno si salva da solo, ma è vero ugualmente che il peccato di uno rilascia effetti su tanti: come tutto è connesso nel bene, lo è anche nel male. Come potremmo essere credibili nella missione se non riconosciamo i nostri errori e non ci chiniamo a curare le ferite che abbiamo provocato con i nostri peccati? La cura della ferita comincia confessando il peccato che abbiamo compiuto’.
Le richieste di perdono
Dagli abusi sessuali nella chiesa, alla seduzione del potere, passando per la casa comune, i cardinali, riuniti nella Basilica vaticana per la veglia penitenziale presieduta dal Papa, hanno letto le richieste di perdono scritte dal Papa anche per le umiliazioni alle donne. Ad aprire i mea culpa della Chiesa con le richiesta di perdono e’ stato il card. Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay: ”Chiedo perdono a Dio Padre, provando vergogna per il peccato di mancanza di coraggio, del coraggio necessario alla ricerca di pace tra i popoli e le nazioni, nel riconoscimento dell’infinita dignità di ogni vita umana in tutte le sue fasi, dallo stato nascente alla vecchiaia, soprattutto i bambini, gli ammalati, i poveri, del diritto di avere un lavoro, una terra, una casa, una famiglia, una comunità in cui vivere libero, del valore che è il paesaggio e la cultura di ogni zona del pianeta”.
Il card. Michael Czerny, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha chiesto perdono ”provando vergogna per quello che anche noi fedeli abbiamo fatto per trasformare il creato da giardino a deserto, manipolandolo a nostro piacimento; e per quanto non abbiamo fatto per impedirlo. Chiedo perdono, provando vergogna, per quando non abbiamo riconosciuto il diritto e la dignità di ogni persona umana, discriminandola e sfruttandola – penso in particolar modo alle popolazioni indigene – e per quando siamo stati complici di sistemi che hanno favorito la schiavitù e il colonialismo”.
La richiesta di perdono per gli abusi sessuali nella Chiesa e’ stata letta dal card. Seán Patrick O’Malley Arcivescovo Metropolita emerito di Boston, che ha presieduto la Commissione pontificia anti abusi: ”Chiedo perdono, provando vergogna, per tutte le volte che noi fedeli siamo stati complici o abbiamo commesso direttamente abusi di coscienza, abusi di potere, e abusi sessuali. Quanta vergogna e dolore provo nel considerare soprattutto gli abusi sessuali compiuti su minori e persone vulnerabili, che hanno rubato l’innocenza e profanato la sacralità di chi è debole e indifeso. Chiedo perdono, provando vergogna, per tutte le volte che abbiamo usato la condizione del ministero ordinato e della vita consacrata per commettere questo terribile peccato, sentendoci al sicuro e protetti mentre approfittavamo diabolicamente dei piccoli e dei poveri”.
Le scuse sono arrivate anche alle donne. Il card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha letto la richiesta di perdono: ”Chiedo perdono a nome di tutti nella Chiesa, soprattutto noi uomini, provando vergogna per tutte le volte che non abbiamo riconosciuto e difeso la dignità delle donne, per quando le abbiamo rese mute e succubi, e non poche volte sfruttate, specie nella condizione della vita consacrata”. Perdono e’ stato chiesto anche per la pena di morte”Perdono per tutte le volte in cui abbiamo preferito vendicarci, anziché impegnarci nella ricerca della giustizia, abbandonando chi sbaglia nelle carceri e ricorrendo all’uso della pena di morte”.
Tra le richieste di perdono anche ”per tutte le volte che abbiamo dato giustificazione dottrinale a trattamenti disumani”. Perdono anche ”per l’inerzia che ci trattiene dall’accogliere la chiamata a essere Chiesa povera dei poveri e che ci fa cedere alla seduzione del potere e alle lusinghe dei primi posti e dei titoli vanagloriosi”.