Papa Francesco questa mattina è tornato a parlare del problema della denatalità in Italia: “A me preoccupa il problema della poca natalità qui in Italia, non fanno figli”, e “i cagnolini sono al posto dei figli”, ha detto nell’udienza ai Prefetti. Il Papa ha aggiunto: “Pensate questo: la responsabilità che gli italiani hanno nel fare figli per crescere e anche ricevere i migranti come figli”.
I flussi migratori
La gestione dei flussi migratori non è un compito facile “perché affida alla vostra cura persone ferite e vulnerabili, spesso smarrite e reduci da traumi terribili. Sono volti e non numeri: persone che non si possono semplicemente classificare, ma che occorrerebbe abbracciare; fratelli e sorelle che hanno bisogno di essere sottratti dai tentacoli delle organizzazioni criminali, capaci di speculare senza alcuna pietà sulle loro disgrazie”, ha continuato il Papa. “Abbiamo saputo dei lager in alcuni Paesi del Nordafrica dove quelli che vogliono venire in Europa sono trattati da schiavi, torturati e anche uccisi”.”A voi è dato l’arduo compito di organizzare sul territorio una loro accoglienza ordinata, basata sull’integrazione e sul costruttivo inserimento nel tessuto locale. Non potete essere lasciati soli in questo compito di sostenerli nei loro bisogni essenziali e al tempo stesso di prestare ascolto alle apprensioni e alle tensioni che si possono generare nei residenti, come pure naturalmente di intervenire quando si creino situazioni di disordine e di violenza”. Papa Francesco ha sottolineato ancora: “Dobbiamo stare attenti: i migranti vanno ricevuti, accompagnati, promossi e integrati”, “se non c’è questo cammino verso l’integrazione c’è pericolo”.
Le calamità
Papa Francesco ha parlato di alcune calamità che hanno colpito il territorio italiano e ha lodato la capacità del popolo italiano di unirsi in questi momenti difficili. “I problemi idro-geologici sono purtroppo emergenze ormai frequenti e coinvolgono tutti; legati a fenomeni atmosferici che dovrebbero essere insoliti e straordinari, sono diventati abituali a causa dei cambiamenti climatici. Ne siamo stati testimoni in questi ultimi tempi: pensiamo, per citarne alcuni, ai recenti disastri in Emilia Romagna, Toscana e Sicilia. Ma proprio in quelle circostanze – ha sottolineato – abbiamo avuto modo di ammirare, al di là di sterili polemiche, le migliori qualità del popolo italiano, che soprattutto nelle difficoltà sa unirsi in modo esemplare, congiungendo la solerzia delle istituzioni all’impegno dei cittadini. A voi è toccato il compito di gestire al meglio le risorse disponibili e di mettere in sinergia operatori pubblici e privati. È importante e urgente, nel presente come nel futuro, unire gli sforzi per tutelare, per tempo e con lungimiranza, la nostra casa comune”. La tutela dell’ordine pubblico è l’aspetto “prioritario e anche più delicato del vostro lavoro, perché richiede, spesso in situazioni imprevedibili e di emergenza, di coniugare il rispetto della legge con l’attenzione all’umano”.”Legalità e umanità insieme – ha detto il Papa – per dare alle disposizioni la necessaria applicazione e al contempo accostarsi anche a chi sbaglia con il rispetto dovuto, conciliando la tutela delle vittime con l’equo trattamento dei colpevoli. A ciò si aggiunge la grande responsabilità che avete di far fronte ai rischi che quotidianamente corrono i membri delle Forze dell’ordine, di cui pure vi prendete cura”.
L’udienza con il personale dell’ufficio del revisore generale
E’ importante combattere la corruzione ma è ugualmente necessaria la “discrezione” perché, “ferma restando l’esigenza di un’assoluta trasparenza in ogni azione, gli scandali servono più a riempire le pagine dei giornali che a correggere in profondità i comportamenti”. Lo dice Papa Francesco nel discorso che ha consegnato al personale dell’ufficio del Revisore generale, che ha ricevuto in udienza questa mattina. “Certamente quanti lavorano presso la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano lo fanno con fedeltà e onestà, ma la lusinga della corruzione – sottolinea Papa Francesco – è così pericolosa che occorre ben vigilare. So che dedicate molta attenzione a questo, con un lavoro i cui frutti sono gestiti al tempo stesso con fermezza e misericordiosa discrezione”. “Vi invito, oltre a ciò, ad aiutare i responsabili dell’amministrazione dei beni della Santa Sede a creare presidi che possano evitare, ‘a monte’, che l’insidia stessa della corruzione si concretizzi”, ha concluso il Papa.
La mensa della Caritas
“Carissimi, – ha concluso Papa Francesco – voglio aggiungere una cosa che va al di là del vostro lavoro. So che alcuni di voi prestano servizio alla mensa della Caritas. È una bella cosa, e vi dico: fatelo con cuore aperto, con semplicità e gratuità, e trovate il tempo per parlare con queste persone e per ascoltare le loro storie. Spesso si incontrano persone che hanno bisogno di amicizia, ma che vengono lasciate sole. Tante volte un sorriso e una parola valgono anche più di un piatto di pasta”.
Foto: Vatican Media