Libera la vita!”. Questo il tema della Via Crucis per la liberazione delle vittime di tratta e prostituzione organizzata dalla diocesi di Roma in collaborazione con la Comunità Papa Giovanni XXIII e il Coordinamento diocesano anti tratta. Si svolgerà venerdi’ 17 marzo, e sarà guidata dal vescovo ausiliare Dario Gervasi. La partenza e’ prevista alle ore 20.15 dall’Istituto Sant’Anna di viale Marconi 700; da li’ si snodera’ un percorso tra la ventitreesima e la ventiquattresima prefettura della diocesi, lungo viale Marconi, largo Veratti, Lungotevere Dante, per arrivare infine alla parrocchia di San Leonardo Murialdo, in via Pincherle 144.
Il percorso della Via Crucis
Ogni stazione della Via Crucis sara’ accompagnata da “parole segno”. “Non giudicarmi”, ad esempio, e’ la prima stazione, nella quale Gesu’ e’ condannato a morte: la societa’, invece di condannare chi priva donne e uomini della loro liberta’ e dignita’, si conforma al “pensiero dominante” e il piu’ delle volte giudica le vittime, abbandonandole al loro destino. Nella seconda stazione, in cui Gesu’ e’ caricato della Croce, la parola scelta e’ “Cercami”: la ferocia dei trafficanti, la perversione dei clienti e il silenzio di tanti, di fatto incatenano uomini, donne e bambini innocenti, facendo pagare loro un peccato che e’ di tutta la societa’. Del Coordinamento diocesano anti tratta fanno parte Ali di Speranza, Comunita’ Papa Giovanni XXIII, Associazione Slaves No More, Caritas diocesana, Casa del Magnificat, Comunita’ di Sant’Egidio, Congregazione delle Suore adoratrici ancelle del SS. Sacramento e della Carita’, Fondazione Arche’, Gruppo Raab, Istituto delle Apostole del Sacro Cuore di Gesu’-Oasi Madre Clelia, Usmi Roma, parrocchia di San Frumenzio, oltre alle unita’ di strada che svolgono il loro servizio in diversi luoghi della citta’. Tutti saranno presenti all’iniziativa di venerdi’ sera. Ci sara’ anche il vescovo Benoni Ambarus, responsabile dell’ambito della Diaconia della carita’ nella diocesi di Roma.
Le parole del Vescovo
“Il senso del titolo – spiega – va inteso su un doppio binario: vuole essere un invito alle persone coinvolte nel fenomeno della tratta ad avere il coraggio di liberare la propria vita. Molte ormai sono rassegnate, pensano di non avere una vita d’uscita, invece noi vogliamo spronarle a denunciare. Ma ‘Libera la vita!’ e’ un invito anche a tutti noi, alle parrocchie, alla citta’ intera: dobbiamo capire che nelle persone vittime di tratta c’e’ una vita che e’ prigioniera e che noi non vediamo. Tutti noi dobbiamo diventare ‘liberatori di vita’”.
Papa Francesco
“Papa Francesco, in uno dei Venerdi’ della Misericordia, ha abbracciato come un nonno venti giovani ragazze nigeriane, ucraine, albanesi e rumene liberate dalla schiavitu’ della prostituzione dalla Comunita’ Papa Giovanni XXIII – dice il presidente della Comunita’ Giovanni Paolo Ramonda -. Quando ha suonato il campanello della casa famiglia in via di Pietralata le giovani, ignare di quella visita, sono scoppiate in pianto. L’ascolto delle loro storie, con le violenze subite, ha commosso il viso attento e paterno del Pontefice. Come diceva il servo di Dio don Oreste Benzi, nessuna donna nasce prostituta, non lasciamole piu’ soffrire da sole e impegniamoci per la loro liberazione. La tratta delle persone cresce in maniera preoccupante e la comunita’, continuando il lavoro di don Oreste, nel 2022 ha sostenuto 94 vittime di tratta a scopo sessuale, sfruttamento lavorativo e accattonaggio, di eta’ dai 26 ai 33 anni”.