E’ tra le icone più simboliche del cattolicesimo universale, e subirà un radicale intervento di ripulitura e restauro. Inizieranno nella seconda settimana di febbraio, per durare fino all’inizio del Giubileo a dicembre, i lavori al Baldacchino in bronzo dorato della Basilica di San Pietro in Vaticano, opera del Bernini.
Il restauro
“Un restauro di grande valore simbolico perché il Baldacchino, che si erge solenne al di sopra dell’altare maggiore, segna con la sua magnificenza il luogo della Tomba dell’Apostolo Pietro al quale la Basilica Vaticana è dedicata”, rileva in conferenza stampa l’arciprete di San Pietro, card. Mauro Gambetti. “Un restauro impegnativo e necessario”, lo definisce, di carattere “conservativo”, “ma anche di particolare significato perché intrapreso nella prospettiva dell’ormai prossimo Giubileo del 2025. Il lavoro che il Papa si è compiaciuto di autorizzare e che oggi si annuncia, si concluderà infatti a dicembre del corrente anno, poco prima dell’apertura della Porta Santa”. Nel frattempo, la presenza del cantiere e del ponteggio “non impedirà lo svolgimento delle celebrazioni papali sull’altare maggiore”, precisa Gambetti.
Il baldacchino
Il Baldacchino – alto quanto un palazzo di dieci piani, con le celebri colonne tortili – è il fulcro della Basilica, evidenzia la presenza di Pietro nella Confessione Vaticana e rappresenta il cardine attorno al quale ruota l’intera architettura della Basilica. Il costo del restauro, sotto la direzione tecnico-scientifica della Fabbrica di San Pietro, viene interamente sostenuto dall’Ordine dei Cavalieri di Colombo, per un importo complessivo di circa 700 mila euro. “Perché lo facciamo? – dice il cavaliere supremo Patrick Kelly – Beh, in primo luogo, è il baldacchino del Bernini! È un capolavoro unico di arte sacra, subito riconoscibile e impressionante. Ma come se ciò non bastasse, questo progetto è perfettamente in linea con la nostra missione e la nostra storia di servizio alla Chiesa e, in modo particolare, ai Successori di san Pietro”. L’ing. Alberto Capitanucci, responsabile dell’Area tecnica della Fabbrica di San Pietro, ricorda che il Baldacchino, “unica opera nella quale si vede la collaborazione tra Bernini e Borromini, è una stupefacente ‘macchina’ di ispirazione processionale, unica nel suo genere per monumentalità”.
Le dimensioni
Quasi 30 metri di altezza e oltre 60 tonnellate di peso complessivo, basamenti in marmo di circa 2,5 metri di altezza e colonne in bronzo decorate in oro di circa 11 metri che sorreggono, sui quattro lati, cornici e drappelloni decorati. Il soffitto è in legno, impreziosito da elementi in bronzo dorato. Lo stato di conservazione esclude “degradi importanti del metallo”, ma fa emergere “pesanti patine scure dovute a sostanze grasse e particolato atmosferico ormai inglobato nelle patine”. Poi nella copertura lignea numerose sconnessioni delle assi, elementi già divelti, distacchi del tavolato. Con l’avanzamento progressivo del degrado, l’intervento di restauro risulta “più che una buona pratica, una reale necessità di conservazione del bene”. Riguarderà le superfici metalliche (bronzo e ferro), lapidee e le strutture lignee. “Il tempo previsto è di 10 mesi – spiega Capitanucci -, compresi i tempi di approvvigionamento, montaggio e smontaggio delle opere provvisionali”.
Ultimo intervento nel 1758
Pietro Zander, responsabile della Sezione Necropoli e Beni Artistici della Fabbrica di San Pietro, ricorda che “l’ultimo grande e radicale intervento sul Baldacchino risale all’anno 1758: vi lavorò per circa tre mesi una nutrita squadra di operai e di maestranze specializzate”, fino a 60 persone al giorno. Ora saranno tra le 10 e le 12, più la parte logistica, ma le tecnologie sono ben diverse. “Il baldacchino venne allora accuratamente pulito, rimosse le molte ossidazioni, consolidate e messe in sicurezza diverse componenti, si risarcirono e si rifecero parti ammalorate o mancanti e, soprattutto, vennero ampliamente riprese o rifatte le dorature”. Tra le cause del nuovo e crescente degrado ci sono in parte “i moltissimi visitatori e pellegrini che ogni giorno affollano la Basilica di San Pietro – fino a 50.000 -, modificandone il microclima con la loro presenza”, dice Zander. (ANSA).