L’esortazione a “ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione”, e l’incoraggiamento “ad essere sempre testimoni dei valori umani e cristiani all’interno della famiglia, della scuola e della società”. Si è aperto ieri a Roma con questo messaggio di Papa Francesco, il convegno della Fism (Federazione scuole materne di ispirazione cristiana), promosso nel 50° di fondazione. Tema dell’evento, ospitato nell’Auditorium della Conciliazione alla presenza di oltre 1.200 partecipanti, “Prima i bambini: ieri, oggi, domani”.
Di “opera preziosa su tutto il territorio nazionale” e di “significativo sostegno all’attività educativa delle famiglie”, ha parlato nel suo messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sulla parità ancora incompiuta ha invece posto l’accento il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nel suo videomessaggio di saluto. “Siamo anche a 25 anni dalla riforma Berlinguer – ha sottolineato –; forse sarebbe il caso, dopo 25 anni, di applicare pienamente quelle indicazioni sulle cosiddette ‘paritarie’ che qualche volta non godono pienamente di questo. Ma non perché vogliamo qualche privilegio, ma proprio per il pieno diritto, per la possibilità di ‘essere’ per tutti. Questo – ha precisato Zuppi – non mette mai in discussione la scuola pubblica, ma le si affianca, la completa e arricchisce nel dialogo e nella collaborazione”. Il presidente Cei ha espresso l’auspicio che “l’accoglienza ai bambini ucraini” nelle scuole Fism “possa continuare perché è una risposta concreta per chi vive tragicamente le conseguenze della guerra”. Infine il ringraziamento per “pensare un’educazione che aiuti tanti a guardare con speranza il mondo”.
“Siamo orgogliosamente il 37% del servizio nazionale”, ha detto inaugurando i lavori il presidente nazionale Fism, Giampiero Redaelli. “L’alleanza scuola-famiglia deve essere uno dei punti di partenza di questo nostro rilancio del 50° – ha spiegato -, perché solo insieme saremo capaci di testimoniare e, soprattutto, di chiedere al Governo e alla politica che i bambini e le famiglie non siano lasciati soli”.
In tema di educazione, si è parlato anche di educazione all’affettività e sessualità. Per Alberto Pellai, medico, esperto in educazione alla salute e prevenzione in età evolutiva, “la sessualità nasce con noi a va educata”. Come? “Insegnando a bambini e bambine a conoscere le emozioni e il proprio corpo per costruire relazioni sane”, e ai maschietti “a essere non ‘uomini veri’ ma ‘uomini veri’”.La sessualità non deve “essere semplicemente agita” ma deve “essere messa a disposizione di un progetto relazionale”.
Più in generale, da Monica Amadini, pedagogista dell’Università Cattolica, la proposta di un modello di “comunità educante da rilanciare come sguardo verso il futuro con il concetto di genitorialità diffusa”. Sull’importanza che i bambini non si isolino ma “abbiano rapporti sociali con altri bambini per costruire il proprio sé anche litigando, per imparare a negoziare e a condividere i beni”, si è soffermato il pedagogista Fulvio De Giorgi (Università Modena e Reggio).
“Fare educazione, costruire alleanze, ripensare concretamente le strutture della Chiesa”: questo l’invito lanciato oggi da mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università e assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica. Con riferimento alla legge 62/2000 sulla parità scolastica, il presule ha osservato: “Purtroppo questa parità tanto declamata deve essere anche garantita”; di fatto “non è ancora compiuta”. Di qui una sottolineatura: “La libertà di scelta dei genitori non è garantita a sufficienza; non è garantito il pluralismo scolastico; non è data la possibilità di esprimere tutte quelle energie e risorse che consentono di offrire al nostro Paese un servizio di formazione pluralistico.Celebriamo l’anniversario odierno anche per rilanciare e affrontare queste sfide”.
La crisi demografica
“Siamo un Paese povero di giovani e di giovani sempre più poveri”, ha osservato il demografo Alessandro Rosina (Università Cattolica), intervenendo alla sessione pomeridiana dedicata alla crisi demografica. “Non consideriamo le nuove generazioni un bene collettivo su cui tutta la società ha convenienza ad investire”, ha osservato, mentre invece “un forte piano di investimenti sulle giovani generazioni, sarebbe conveniente per tutti”. “Servono politiche che non siano spot, fatte un anno sì e un anno no, che cambiano appena cambia il governo. Servono interventi stabili sulla base dell’esperienza di altri paesi, in particolare la Svezia”. Ne è convinto l’economista Carlo Cottarelli (Università Cattolica). “Ci stiamo portando dietro un macigno”, ha detto con riferimento al debito pubblico, ed “è chiaro che se spendiamo per pagarne gli interessi e più difficile fare tante altre cose”. Per l’economista, tuttavia, “occorre avere il coraggio di stabilire le vere priorità: istruzione, sanità, natalità, e fare delle scelte, anche se difficili”. “Una radicale riforma del sistema fiscale per consentire alle famiglie che decidono di fare figli di mantenere lo stesso tenore di vita, sull’esempio del quoziente familiare francese”, è la “ricetta” di Francesco Belletti, direttore Centro internazionale studi famiglia (Cisf).
Durante i lavori c’è stato anche spazio per un gesto di solidarietàattraverso la donazione della Fism di 15mila euro all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. A conclusione è stato presentato il veliero della pace, costruito dai bambini della Federazione per “accogliere il messaggio di pace di Papa Francesco e immaginare – è stato spiegato – un futuro di serenità e fraternità”. Oggi la messa nella basilica di San Pietro e la partecipazione alla recita del Regina Caeli con il Pontefice al quale, sabato prossimo 25 maggio, in occasione della prima Giornata mondiale dei bambini allo Stadio Olimpico, una delegazione di alunni delle scuole Fism consegnerà il veliero della pace. (Agenzia Sir).